L’Antitrust: pratiche migliorate
pL’Antitrust ha rigettato la richiesta di sanzioni formulata da Fastweb e Vodafone Italia (cui poi si sono uniti altri soggetti) nei confronti di Telecom. L’accusa mossa all’ex monopolista, in sostanza, era di continuare a usare condotte discriminatorie sull’accesso alla propria rete.
L’Autorità guidata da Giovanni Pitruzzella ha pubblicato ieri, nel Bollettino n. 1 del 16 gennaio 2017, una delibera che assolve Tim dalle accuse avanzate dagli altri operatori di aver ostacolato lo sviluppo della concorrenza. Un’assoluzione che poggia sul riconoscimento degli impegni che Telecom ha assunto con il nuovo modello di equivalence che ha avuto nel frattempo il via libera Agcom (si veda altro articolo in alto).
La delibera con cui Antitrust nel 2013 ha multato Telecom per 103,7 milioni (per violazioni commesse nel 2009-2011) conteneva una diffida «dal porre in essere contenuti analoghi». Diffida non rispettata secondo i ricorrenti.
Ora l’Authority ha chiesto a Telecom di essere aggiornata sui passaggi conclusivi della ristrutturazione della fornitura dei servizi di rete che saranno implementati nel corso del 2017. Allo stesso tempo però ha concluso che non sussistono i presupposti per l’irrogazione della sanzione per inottemperanza, riconoscendo proprio le iniziative intraprese dalla compagnia telefonica per un continuo miglioramento delle performance dei servizi di accesso, non soltanto di quelli oggetto dell’istruttoria, ma anche dei nuovi servizi di accesso in fibra.
«Durante il periodo successivo alla diffida – si legge nella decisio- ne dell’Authority – anche dai dati forniti dagli Olo emerge un abbassamento dei valori medi dei tassi di ko». Per esempio sul «bitstream, i dati di Telecom Italia consentono di osservare una riduzione della percentuale media annuale di Ko che passa dal 43% del 2009 al 25% di giugno 2016». I ricorrenti hanno fatto presente che la riduzione dei Ko (rifiuti di attivazione dei servizi), se c’è stata è stata soprattutto dopo l’avvio di questo secondo procedimento Antitrust, datato 2015. Per l’Authority invece «è possibile notare che i livelli di performance del periodo 2013-2014 – pur attestandosi su livelli ancora elevati e con prestazioni differenziate a seconda del tipo d’accesso, soprattutto in termini assoluti, sono stati comunque migliori dei livelli registrati nel periodo 2009-2011». A questo si unisce che «contemporaneamente all’azione di riduzione dei ko Telecom ha portato avanti anche il progetto di riorganizzazione» chiamato inizialmente “Equivalence 2.0”. Da qui l’assoluzione.