«Una riserva per il Mezzogiorno»
p «L’intervento preannunciato sul bonus investimenti è apprezzabile per far decollare finalmente questa misura, ma sulla politica industriale per il Mezzogiorno occorre ancora fare un salto di qualità». Riccardo Padovani, direttore della Svimez, che oggi sarà ascoltata dalla commissione Bilancio della Camera, ripropone un vecchio tema: le policy per il Sud funzionano solo parzialmente. I numeri sul “tiraggio” degli incentivi nazionali lo dimostrano, con percentuali di utilizzo da parte delle imprese meridionali mol- to basse, dal 7,5% dell’Ace al 10% delle domande delle Nuova Sabatini, solo a titolo di esempio. «È la prova - dice Padovani - che gli strumenti di politica industriale andrebbero declinati territorialmente, prevedendo ad esempio una riserva a favore delle imprese meridionali». Anche strumenti più organici come il Fondo italiano di investimento e il Fondo strategico italiano (ora Cdp Equity) hanno percentuali di utilizzo al Sud quasi nulle.
Spesso c’è anche un problema di confezionamento delle misure, perché agevolazioni come la “nuova Sabatini” possono essere meno d’appeal per il tessuto di imprese meridionali, mediamente più piccole, con maggiori difficoltà a effettuare piani di investimento, e in media più rischiose secondo i criteri del sistema bancario. Poi, ci sono le statistiche. «Dopo un aumento registrato nel 2014 - osserva Padovani - le agevolazioni concesse sono vistosamente tornate a calare nel 2015». Per il Mezzogiorno, i 2,5 miliardi di euro totali del 2014, quasi il doppio rispetto all’anno precedente, si sono ridotti a poco più di 800 milioni nel 2015 con una variazione del 66%. Vanno considerate ovviamente delle variabili, come i contratti di sviluppo e le zone franche urbane, determinanti per l’impennata del 2014 ,«ma la tendenza generale è chiara e pone un problema complessivo di strategie».
Il Mezzogiorno, continua Padovani, sta offrendo qualche segnale positivo, «come l’occupazione nell’industria in senso stretto che nella media dei primi tre trimestri del 2016 è aumentata del 4,3% su base annua (+33mila posti)». «Il punto resta però il rilancio della politica industriale. Serve una riflessione sulla strategicità dell’azione pubblica, non è più un tabù lo Stato che fa anche da regista oltre che da regolatore». La stessa logica che presiede il programma Industria 4.0, ovvero interventi trasversali e orizzontali, non è il Sacro Graal «per- ché occorre anche concentrarsi su alcuni settori prioritari». Per il Mezzogiorno, ad esempio, tra le priorità segnalate dalla Svimez primeggiano l’agroindustria, le energie alternative (con le potenzialità della geotermia), la cultura e il turismo. Settori da valorizzare attraverso precisi driver di sviluppo, tra i quali l’associazione mette in primo piano la logistica avanzata, la riqualificazione urbana e il lancio delle zone economiche speciali. Quest’ultime, conclude Padovani, potrebbero essere un’importante leva per arrivare almeno a una parziale compensazione fiscale con altre aree come l’Est Europa.
IL NODO Padovani: l’intervento sul bonus investimenti va nella giusta direzione ma serve un salto di qualità nelle politiche per il Sud