Salvini, no a Berlusconi candidato premier
Dietro lo scontro sulla leadership la trattativa sulla legge elettorale
pSilvio Berlusconi e Matteo Salvini sono sempre più lontani. E le dichiarazioni giornaliere del leader della Lega lo confermano. «Non è scritto nei dieci comandamenti che il candidato sia Berlusconi», ha detto ieri Salvini tornando a rilanciare le primarie. Ma a dispetto di questa distanza siderale, i contatti tra Fi e il Carroccio proseguono. Anche perché in ballo, prima ancora della guida del centrodestra, c’è la legge elettorale, da cui dipende molto se non tutto. E Berlusconi questa partita è intenzionato a giocarla in prima persona non appena arriverà la pronuncia della Corte costituzionale il 24 gennaio.
L’ex premier è consapevole di aver riacquistato un ruolo centrale, se non decisivo, e ha dato mandato ai suoi di sondare il terreno tanto con il Carroccio ma anche con il Pd, in attesa che la Consulta metta le carte sul tavolo. Ma il Cavaliere ha già una fiche in mano: da Fi dipende infatti il destino della legislatura. Renzi e Salvini vogliono andare a votare ma se Berlusconi si mette di traverso, l’impresa è quasi impossibile. Le resistenze al voto sono trasversali e Renzi per di più è il segretario del principale partito di governo. Solo un accordo che porti rapidamente a una nuova legge elettorale potrebbe accelerare la fine anticipata della legislatura con l’apertura delle urne a giugno.
Berlusconi ha detto e ripetuto che punta al proporzionale. Un’ipotesi che per Salvini equivale alla confessione di voler “inciuciare” con il Pd per una futura grande coalizione. Ma in realtà anche il Mattarellum, sponsorizzato dal leader della Lega, non esclude possibili rimpasti post voto, in quanto gli eletti una volta raggiunto lo scranno parlamentare sono sempre liberi di decidere con chi stare. Certo, con il Mattarellum Berlusconi sarebbe costretto a scendere a patti con il Carroccio, che avendo al Nord un consenso molto più marcato di Fi, potrebbe fare la voce grossa. Ma sempre fino a un certo punto, perché anche la Lega rischierebbe non poco a sfidare Grillo e Renzi senza alleati. Quindi più che di possibili “inciuci”, si tratta di convenienze. Le stesse che impongono al Carroccio di mantenere l’alleanza con Fi in vista delle amministrative di primavera. Ecco perché, al di là delle dichiarazioni roboanti, sotto sotto la prospettiva di un proporzionale corretto, ad esempio sul modello tedesco, non dispiace neppure alla Lega.
Anche Renzi è disponibile. Il segretario del Pd non ha rinun- ciato all’obiettivo del voto a giugno ed è pronto a pagare il prezzo di una legge proporzionale per raggiungerlo. Ma quale proporzionale? Per capirlo bisognerà attendere la pronuncia della Corte sull’Italicum. A oggi tutti danno quasi per scontata l’abolizione del ballottaggio. A sostegno di questa tesi è anche la scelta della Consulta di volersi pronunciare solo dopo il referendum costituzionale. La sopravvivenza del bicameralismo paritario fa infatti emergere la forte disomogeneità tra i sistemi elettorali di Camera e Senato, visto che l’Italicum si applica solo per la scelta dei deputati. La Corte quindi potrebbe intervenire eliminando anzitutto questa disomogeneità. Ma ci sono altri due punti essenziali: il premio di maggioranza, previsto attualmente dall’Italicum per la lista che dovesse raggiungere il 40%, e i capilista bloccati. Sarà la sopravvivenza o meno di uno o di entrambi questi due tasselli a segnare i confini entro cui disegnare il nuovo sistema elettorale e, in prospettiva, il futuro assetto del governo che verrà.
Nel frattempo i giocatori in campo continueranno a suonarsele in pubblico (e più di qualcuno a trattare in privato). Giorgia Meloni per il 28 ha indetto una manifestazione a Roma contro il Governo. Sul palco assieme alla leader di FdI ci sarà anche Salvini. «Io vorrei – dice con riferimento a Berlusconi – che ci fossero tutti, e spero che per Fi sarà l’occasione per uscire da un equivoco: restare nella palude del Nazareno oppure in piazza col popolo a chiedere libertà e sovranità».
I CONTATTI Va avanti il tavolo tra Carroccio e Forza Italia per definire le candidature alle amministrative di primavera
LO SCAMBIO Berlusconi è disponibile a «concedere» a Renzi il voto anticipato a giugno per ottenere in cambio un sistema proporzionale