«Valorizziamo le filiere del made in Italy»
Vicepresidente Italian Exhibition Group (Ieg)
pTre anni di intenso lavoro con «una squadra eccezionale» e Matteo Marzotto ha visto nascere, nell’ottobre scorso, Italian Exhibition Group spa (Ieg) dalla fusione di Fiera di Rimini con Fiera di Vicenza, della quale era presidente dal dicembre 2013. Un obiettivo annunciato, ma un successo non scontato, vista la difficoltà tutta italiana di superare protagonismi locali a favore di aggregazioni e progetti comuni.
Non è solo questo però il motivo che porta Marzotto, oggi vicepresidente di Ieg, a tracciare un bilancio positivo degli ultimi tre anni al vertice di Fiera di Vicenza, la cui manifestazione di punta è sempre stata Vi- cenzaOro, che si apre domani per la prima volta sotto il cappello di Ieg.
Dal dicembre 2013 VicenzaOro è molto cambiata. Quali sono le novità che considera più importanti?
Ce ne sono moltissime, dal punto di vista dell’organizzazione degli spazi, degli eventi collaterali e dei progressi fatti per l’incoming dei buyer. Ma vorrei sottolineare un cambiamento di visione, di cui sono particolarmente fiero perché credo che il mio background nel sistema del tessile-moda sia stato un contributo importante. Con il ministro per lo Sviluppo economico Carlo Calenda e il presidente della Camera della moda Carlo Capasa con- dividiamo l’idea di un sistema moda allargato, che non comprende solo la filiera dell’abbigliamento e della pelletteria, ma anche quella degli occhiali e dell’oreficeria. Così calcolato, il fashion system italiano arriva a 90 miliardi di euro di fatturato e può davvero giocare un ruolo da leader nel mondo. Le fiere possono essere volano e motore di questo successo.
Quali sono le novità alle quali accennava per l’incoming dei buyer stranieri?
Con il contributo fondamentale del Mise e grazie anche alla collaborazione con le istituzioni locali, siamo riusciti a trasformare una visita a VicenzaOro i n occasione per scoprire altre eccellenze del territorio. A partire dalla città stessa, naturalmente, e dal Museo del gioiello che abbiamo inaugurato a Natale del 2014 all’interno della Basilica Palladiana, che tra l’altro già nel 1994 è stata inserita dall’Unesco nella lista dei beni patrimonio dell’umanità.
A proposito di Onu, Italiana Exhibition Group ha appena ricevuto un importante riconoscimento per quel che riguarda, appunto, il gioiello.
Siamo tornati da pochi gior- ni da New York, dove Ieg ha ricevuto l’accreditamento formale, tramite Cibjo, la Confederazione mondiale della gioielleria, presso Ecosoc, il Consiglio economico e sociale dell’Onu per la promozione e l’implementazione delle attività relative alla Corporate social responsibility (Csr) nella filiera del gioiello e dei preziosi. A rappresentare Ieg c’eravamo io e Corrado Facco, già direttore generale di VicenzaOro, che ora ricopre lo stesso ruolo all’interno del nuovo gruppo. È da molto tempo e ancor prima del mio arrivo che VicenzaOro è impegnata a diffondere la cultura della Csr, con i suoi risvolti sociali ed economici lungo tutta la filiera.
Questo riconoscimento sarà un valore aggiunto nel vendere gli spazi espositivi?
Sto vivendo personalmente il grande cambiamento delle fiere, che non sono più “semplici” venditori di spazi a espositori che devono firmare ordini o contratti con i rispettivi clienti. Un ente fieristico moderno deve considerarsi un provider di servizi e di contenuti e deve costantemente creare valore per gli stakeholder. Oggi non si può prescindere da una forte attenzione verso la sostenibilità e la responsabilità e la Csr è un asset fondamentale anche nel settore della gioielleria.
Le aziende a cui vi rivolgete sono quindi più sensibili agli aspetti etici?
Certo. E non da oggi. Ma poter dimostrare, certificare, una Csr di filiera è anche una scelta strategica per generare fiducia nei consumatori finali. Non dimentichiamo poi che la generazione dei Millennials, i nati dopo il 1980, sono sempre più importanti come consumatori e presto classe dirigente delle nostre società e sono molto attenti alla sostenibilità sociale e ambientale delle imprese.
Qual è il futuro di Ieg?
Siamo già oggi il primo soggetto in Italia per numero di manifestazioni organizzate direttamente, con 61 prodotti in portafoglio (al 90% di proprietà) e 160 tra eventi e congressi. L’obiettivo è rafforzarci come player fieristico per la valorizzazione e l’internazionalizzazione di alcune delle più importanti filiere produttive del made in Italy di successo, come dimostra il percorso fatto da VicenzaOro.
«Lavoriamo perché ogni fiera del portafoglio Ieg sia provider di servizi e contenuti nuovi»