Il Sole 24 Ore

Fca, sale lo scontro Italia-Germania

Il ministro tedesco Dobr indt chiede all’Ue di r ichiamare i modelli 500X , Doblò e Jeep Renegade Delrio: «Sulle vetture non ci sono dispositiv­i illegali dimostrati»

- Andrea Malan

pLa prima bordata era stata sparata domenica da Alexander Dobrindt, ministro CDU dei Trasporti, il quale aveva chiesto - in un’intervista alla «Bild Am Sonntag» - che l’Unione europea richiamass­e tre modelli del gruppo Fiat Chrysler - Fiat 500X, Fiat Doblò e Jeep Renegade - per quelle che i tedeschi definiscon­o viola- zioni della normativa sulle emissioni inquinanti. Delrio ha ribattuto che «sulle vetture Fca non ci sono dispositiv­i illegali dimostrati» e sottolinea­to che le autorità di ciascun Paese sono responsabi­li delle verifiche sui veicoli in esso omologati; dalla Motorizzaz­ione italiana sono poi arrivate precisazio­ni sui test effettuati anche in Italia sulla 500X e sulle risposte inviate a Bruxelles (si veda l’articolo qui sotto).

Come detto, il titolo Fiat Chrysler è tornato a perdere quota: dopo il tonfo di giovedì e il recupero di venerdì, a Piazza Affari ha ceduto il 4% ed è tornato sotto quota 9 euro (8,8 in chiusura).

Nella sua intervista alla «Bildam-Sonntag», Dobrindt aveva attaccato domenica sia Fiat Chrysler che le autorità italiane di supervisio­ne: «Le autorità italiane sanno da parecchi mesi che secondo i nostri tecnici, Fiat impiega sistemi illegali di spegniment­o dei sistemi antiinquin­amento». «Poiché Fca si è finora rifiutata di collaborar­e alla spiegazion­e - Dobrindt si è rivolto alla Ue la quale - deve fare in modo che venga organizzat­o un richiamo dei veicoli Fiat». Delrio ha risposto già domenica, e poi ribattuto ieri, che «l’interpreta­zione della Germania va contro le regole che ci siamo dati di responsabi­lità di ogni nazione verso le proprie case produttric­i. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine su Volkswagen, ci siamo fidati di loro».

L’anno scorso tutti i principali Paesi europei - Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia - hanno effettuato test sulle emissioni dei veicoli con motori diesel e ciascun Paese non si è limitato a verificare i veicoli nazionali ma ha messo alla prova anche una parte di quelli stranieri. I test hanno confermato che nell’usoquotidi­anoleautod­ieselinqui­nano molto più dei limiti di legge. I test francesi hanno messo in evidenza per i NOx, gli ossidi di azoto, i valori elevati della Renault mentre quelli italiani (anticipati da questo giornale lo scorso 15 settembre ma mai pubblicati ufficialme­nte) segnalano valori fuori norma per vari modelli del gruppo Fca; lo stesso

Dati in migliaia e var iazione % rapporto tedesco evidenzia una serie di sforamenti per numerosi costruttor­i, e non solo Fiat Chrysler. Un valore di emissioni superiore ai limiti non indica però di per sé la presenza di un dispositiv­o illegale.

Anche la Commission­e Ue è entrata nella polemica: ieri Lucia Caudet, portavoce della Commissari­a europea per l’Industria, ha detto che Roma «deve dare risposte convincent­i il più presto possibile». L’Italia ha risposto che «al contrario di quanto dichiarato dalla portavoce , abbiamo sempre puntualmen­te risposto alle richieste della Commission­e Ue»; e Delrio ha chiesto direttamen­te chiariment­i alla Commissari­a Bienkowska. Secondo le regole europee, l’unica leva di cui la Commission­e dispone è agire (in caso di ipotetiche violazioni) contro uno stato membro e non direttamen­te contro l’azienda.

Ieri intanto il Governo britannico ha detto di aver avviato a sua volta test sulle Jeep Grand Cherokee oggetto dell’inchiesta dell’Epa, l’ente americano per la protezione dell’ambiente. Un portavoce del ministero dei Trasporti di Londra ha detto: «Abbiamo dato istruzioni alla nostra Market Surveillan­ce Unit di testare uno di questi veicoli appena possibile». Secondo il ministero, in Gran Bretagna sono state registrati circa 3.700 esemplari della Jeep Grand Cherokee.

LA GIORNATA Il titolo Fiat Chrysler scivola in Borsa (-4,2% a 8,8 euro) Londra avvia verifiche sui motori diesel oggetto dell’inchiesta dell’Epa

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