Fca, sale lo scontro Italia-Germania
Il ministro tedesco Dobr indt chiede all’Ue di r ichiamare i modelli 500X , Doblò e Jeep Renegade Delrio: «Sulle vetture non ci sono dispositivi illegali dimostrati»
pLa prima bordata era stata sparata domenica da Alexander Dobrindt, ministro CDU dei Trasporti, il quale aveva chiesto - in un’intervista alla «Bild Am Sonntag» - che l’Unione europea richiamasse tre modelli del gruppo Fiat Chrysler - Fiat 500X, Fiat Doblò e Jeep Renegade - per quelle che i tedeschi definiscono viola- zioni della normativa sulle emissioni inquinanti. Delrio ha ribattuto che «sulle vetture Fca non ci sono dispositivi illegali dimostrati» e sottolineato che le autorità di ciascun Paese sono responsabili delle verifiche sui veicoli in esso omologati; dalla Motorizzazione italiana sono poi arrivate precisazioni sui test effettuati anche in Italia sulla 500X e sulle risposte inviate a Bruxelles (si veda l’articolo qui sotto).
Come detto, il titolo Fiat Chrysler è tornato a perdere quota: dopo il tonfo di giovedì e il recupero di venerdì, a Piazza Affari ha ceduto il 4% ed è tornato sotto quota 9 euro (8,8 in chiusura).
Nella sua intervista alla «Bildam-Sonntag», Dobrindt aveva attaccato domenica sia Fiat Chrysler che le autorità italiane di supervisione: «Le autorità italiane sanno da parecchi mesi che secondo i nostri tecnici, Fiat impiega sistemi illegali di spegnimento dei sistemi antiinquinamento». «Poiché Fca si è finora rifiutata di collaborare alla spiegazione - Dobrindt si è rivolto alla Ue la quale - deve fare in modo che venga organizzato un richiamo dei veicoli Fiat». Delrio ha risposto già domenica, e poi ribattuto ieri, che «l’interpretazione della Germania va contro le regole che ci siamo dati di responsabilità di ogni nazione verso le proprie case produttrici. Noi non abbiamo chiesto nessuna ulteriore indagine su Volkswagen, ci siamo fidati di loro».
L’anno scorso tutti i principali Paesi europei - Germania, Francia, Gran Bretagna e Italia - hanno effettuato test sulle emissioni dei veicoli con motori diesel e ciascun Paese non si è limitato a verificare i veicoli nazionali ma ha messo alla prova anche una parte di quelli stranieri. I test hanno confermato che nell’usoquotidianoleautodieselinquinano molto più dei limiti di legge. I test francesi hanno messo in evidenza per i NOx, gli ossidi di azoto, i valori elevati della Renault mentre quelli italiani (anticipati da questo giornale lo scorso 15 settembre ma mai pubblicati ufficialmente) segnalano valori fuori norma per vari modelli del gruppo Fca; lo stesso
Dati in migliaia e var iazione % rapporto tedesco evidenzia una serie di sforamenti per numerosi costruttori, e non solo Fiat Chrysler. Un valore di emissioni superiore ai limiti non indica però di per sé la presenza di un dispositivo illegale.
Anche la Commissione Ue è entrata nella polemica: ieri Lucia Caudet, portavoce della Commissaria europea per l’Industria, ha detto che Roma «deve dare risposte convincenti il più presto possibile». L’Italia ha risposto che «al contrario di quanto dichiarato dalla portavoce , abbiamo sempre puntualmente risposto alle richieste della Commissione Ue»; e Delrio ha chiesto direttamente chiarimenti alla Commissaria Bienkowska. Secondo le regole europee, l’unica leva di cui la Commissione dispone è agire (in caso di ipotetiche violazioni) contro uno stato membro e non direttamente contro l’azienda.
Ieri intanto il Governo britannico ha detto di aver avviato a sua volta test sulle Jeep Grand Cherokee oggetto dell’inchiesta dell’Epa, l’ente americano per la protezione dell’ambiente. Un portavoce del ministero dei Trasporti di Londra ha detto: «Abbiamo dato istruzioni alla nostra Market Surveillance Unit di testare uno di questi veicoli appena possibile». Secondo il ministero, in Gran Bretagna sono state registrati circa 3.700 esemplari della Jeep Grand Cherokee.
LA GIORNATA Il titolo Fiat Chrysler scivola in Borsa (-4,2% a 8,8 euro) Londra avvia verifiche sui motori diesel oggetto dell’inchiesta dell’Epa