Imprese, nel 2014 l’Ires sale del 4,8% L’Irap va giù grazie agli sconti sul lavoro
Dichiarati 155 miliardi di euro (+4,8% sull’anno 2013) - La deduzione Ace cresce a 7,7 miliardi
pTornano a crescere i redditi dichiarati delle imprese ai fini Ires. Particolarmente apprezzato l’aiuto alla crescita economica ( Ace): la deduzione per la patrimonializzazione delle imprese è stata utilizzata da quasi 280mila società e si è attestata a 7,7 miliardi nel periodo d’imposta 2014. Al contrario l’Irap denunciata, grazie soprattutto alle adesioni crescenti al regime dei minimi, scende di quasi 1,6% rispetto all’anno d’imposta 2013 (si veda il servizio in pagina). È quanto emerge dalle statistiche fiscali pubblicate ieri dal dipartimento delle Finanze sulle dichiarazioni Ires e Irap presentate nel 2015 (esercizio 2014).
Il reddito d’impresa totale dichiarato, spiega il Dipartimento, cresce rispetto all’anno precedente, arrivando a 155 miliardi di euro (+4,8%). A incidere soprattutto l’aumento fatto registrare dal settore manifatturiero il cui reddito dichiarato è passato da 37,3 miliardi di euro a 42,4 miliardi di euro (+13,5% rispetto al 2013). A seguire il commercio (da 18,2 miliardi di euro a 20,2 miliardi, cioè +11,2%). Se si guarda poi ai soggetti, il 61% ha dichiarato un reddito d’impresa rilevante ai fini fiscali con una crescita del 2,8%; un altro 33% si è presentato all’amministrazione finanziaria evidenziando un rosso (-1,6% rispetto al 2013), mentre il restante 6% ha chiuso l’esercizio in pareggio.
Sono aumentati anche i soggetti che si sono dichiarati al Fisco. Unico società di capitali è stato presentato da 1.122.215 imprese, con una crescita dell’1,6%. Sul fronte della crisi le denunce Ires fanno emergere che le società in fallimento, liquidazione o estinte calano lievemente, passando dal 9,2% dell’anno precedente a circa il 9 per cento. Riduzione limitata dal peso dei fallimenti che sono aumentati del 4,8% rispetto al 2013. A chiudere i battenti sono state soprattutto manifatture, negozi e imprese edili.
Le dichiarazioni Ires del 2015 fotografano anche la stretta sulle cosiddette società in perdita siste- matica. Stretta che ha portato a una netta contrazione dei soggetti e delle perdite dichiarate. Le nuove regole in vigore per l’anno d’imposta 2014 - secondo cui sono considerate in perdita sistematica quelle che per un quinquennio sono in perdita fiscale, oppure per 4 anni in perdita ed uno in cui non si supera il test di operatività - hanno interessato 5.115 contribuenti che hanno dichiarato un’imposta netta (maggiorazione Ires) di 3,8 milioni di euro, per effetto di una situazione di perdita sistematica. Per l’anno d’imposta 2013, invece, erano stati 12.647 i contribuenti che avevano denunciato un’imposta netta (maggiorazione Ires) di 10,8 milioni di euro, per effetto di una situazione di perdita sistematica verificata su un triennio.
Più in generale, l’Ires sopra lo zero ha interessato il 57% delle società di capitali, mentre il restante 43% non ha dichiarato Ires o è in credito. L’imponibile è cresciuto del 3,9% e a due cifre nel settore manifatturiero (+11,2%). Le statistiche delle Finanze registrano anche l’impatto della «Robin hood tax» la cui applicazione è stata bloccata in corsa dalla Consulta con la sentenza 10/2015. Fino alla pubblicazione della pronuncia della Corte costituzionale la maggiorazione Ires del 6,5% dovuta dal settore petrolifero e da quello dell’energia elettrica aveva fruttato all’Erario 698 milioni coinvolgendo 842 società.
Tra gli sconti che hanno alleggerito il conto Ires spiccano: la deducibilità della componente lavoro dell’Irap (7,7 miliardi) sfruttata da 324mila soggetti; la deduzione dell’Imu versata sugli immobili strumentali che con il passaggio dal 30 al 20% della quota di imposta deducibile ha ridotto in parte gli effetti del bonus del 26,3 per cento.
Discorso a parte merita l’aiuto alla crescita economica. L’Ace ha attratto 279mila società (+7,6% rispetto all’anno d’imposta 2013 e in particolare quelle finanziarie e assicurative) con un incremento del capitale proprio che ha superato i 12 miliardi, circa l’80% in più rispetto all’anno precedente. Nel quadriennio di vita dell’Ace la deduzione è passata da 1,4 miliardi del 2001 a 7,7 miliardi nell’esercizio 2014. La possibilità, poi, di utilizzare l’eccedenza Ace come credito d’imposta Irap è stata spesa da 2.600 imprese per un totale di 285,6 milioni di euro. Poco appeal, invece, per la super-Ace, ossia l’aiuto alle società che si quotano in Borsa: nel 2014 sono state 215 le imprese a utilizzare l’extrabonus.
LE DIFFICOLTÀ ECONOMICHE Lieve calo dei soggetti interessati da crisi aziendali ma fallimenti in salita del 4,8% Lo sgravio dell’Imu versata vale 811 milioni di euro (-26,3%)