Per Milano più vicino il grande progetto di Distretto finanziario
Come minimo la creazione di oltre 10mila nuovi posti di lavoro, un contributo al Pil italiano di circa 30 miliardi e circa 6 miliardi di gettito fiscale. Sono queste le prime stime fatte dal comitato Select Milano che da alcuni anni sostiene la creazione di un distretto finanziario nel capoluogo milanese legate ad un possibile spostamento a Milano dell’attività di Euroclearing. Vale a dire quelle attività denominate in euro che vengono svolte dalle Casse di compensazione e garanzia. La più grande è LCH Clearnet che ha sede a Londra ed è controllata dal London Stock Exchange, gruppo della Borsa londinese del quale fa parte anche Piazza Affari. Per effetto di Brexit LCH non potrà più operare sui deri- vati in euro e queste attività dovranno abbandonare la City per stabilirsi in un’altra città dell’Eurozona.
Milano compete in questo ruolo con Parigi, capitale non più così sicura, secondo molti, per accogliere ingenti flussi finanziari per i quali invece è indispensabile. Senza contare che dal punto di vista del diritto del lavoro e della pressione fiscale non offre vantaggi competitivi significativi rispetto a Milano. Poi ci sono Dublino e Lussemburgo che però sono piazze finanziarie di medie dimensioni e non hanno capacità per assorbire un esodo. Un altro elemento che gioca a favore di Milano sta poi in quel progetto di fusione tra la Borsa di Francoforte e la Borsa di Londra. Se dovesse chiudersi, si aprirebbero opportunità per costruire economie di efficienza che favorirebbero Milano. Il nuovo gruppo, nato dalla mega fusione, avrebbe interesse a valorizzare i propri asset, tra i quali c’è Borsa Italiana. Senza trascurare la Cassa di compensazione milanese, la Società Emittenti Titoli e il Mercato Telematico dei Titoli di Stato, un’infrastruttura di mercato già esistente e molto effeciente.
«Il gruppo Borsa di Milano, quale parte di quello londinese va protetto e valorizzato - spiega l’avvocato Bebi Pezzulli, fondatore del comitato Select Milano - approfittando dell’allineamento di interessi tra il capitale britannico in Italia e lo sviluppo della piazza finanziaria italiana».
Ovviamente con Brexit non c’è solo il clearing che fa gola a Milano. Gli operatori bancari e intermediari finanziari internazionali perderanno il passaporto europeo ai sensi della direttiva MiFiD e dovranno trasferire le proprie sedi operative dalla City di Londra all’interno dell’Unione.
Ancora una volta Milano potrebbere svolgere un ruolo di primo piano. E tutto sarebbe più semplice se nascesse quel distretto finanziario di cui si parla da tempo. Ma all’orizzonte qualcosa sembra procedere in questa direzione anche grazie all’impegno del Governo. Dopo che lunedì è stata approvata dalla commissione Finanze della Camera l’attesa risoluzione che impegna il Governo a far sì che Milano abbia le carte in regola per raccogliere l’eredità di Londra come piazza finanziaria, ora c’è l’impegno in tempi brevi a procedere alla creazione dell’impalcatura giurica necessaria. Si è pensato di dar vita al Gruppo Economico d’Interesse Europeo(Geie), un soggetto con natura giuridica privatistica, capace di far coesistere soggetti internazionali ed istituzionali italiani, una sorta di consorzio comunitario che consente la cooperazione trasfortaliera grazie alla partecipare di privati ed enti pubblici. «Il Geie sarà frutto di un decreto ministeriale di concerto tra il MEF e l’MSE - spiega l’onorevole Gregorio Gitti, tra i firmatari della risoluzione per il Distretto di Milano -, per dar vita ad un soggetto che si muova in un contesto di autoregolamentazione.Già mercoledì prossimo ho convocato i rappresentanti dei due ministeri per procedere in tal senso in modo tempestivo anche perché su questo c’è un accordo ampio politicamente». Il sindaco Giuseppe Sala dal canto suo ha accolto con favore questa mossa del Governo e ha ribadito il suo supporto anche perché si sta lavorando per portare a Milano l’agenzia per il farmaco. Insomma, un’azione congiunta pubblico privato nella quale molti sperano.
L’OBIETTIVO Il capoluogo lombardo si candida a ospitare le attività di clearing denominate in euro che fanno capo a Lch