Alitalia studia l’ipotesi di cedere i voli brevi a Ryanair o easyJet
L’opzione sarebbe alternativa allo sviluppo di una low cost interna Il piano dell’ad Ball sarà verificato da Roland Berger e Kpmg
pL’a. d. di Alitalia, Cramer Ball, chiede luce verde agli azionisti per studiare due ipotesi di piano industriale per il breve e medio raggio: o fare una propria compagnia low cost o mollare tutto e vendere quest’attività a una low cost già affermata, come Ryanair o easyJet.
La proposta, che sarebbe rivoluzionaria per Alitalia anche per l’impatto sociale se si arrivasse a una cessione (vale il 70% della compagnia), è stata ipotizzata - secondo fonti autorevoli - dall’a.d. australiano di Alitalia nel vertice di ieri con i rappresentanti delle banche azioniste e della Cai, la società che possiede il 51% della nuova Alitalia.
La riunione, è intervenuto anche il presidente della compagnia e di Cai, Luca Cordero di Montezemolo, era stata convocata per informare i nuovi consiglieri espressi dalle banche, Gaetano Miccichè (per Intesa Sanpaolo) e Federico Ghizzoni (per Unicredit), sullo stato di avanzamento del lavoro chiesto dal cda della compagnia il 22 dicembre per ottenere risparmi sui costi entro 60 giorni. I risultati finora sono pari a zero. Ball è stato in vacanza dal 23 dicembre al 3 gennaio, episodio che non è piaciuto alle banche azioniste, che sono in contrasto con il socio forte Etihad e cercano un nuovo capo di Alitalia.
Messo alle strette nella riunione con Micciché e Ghizzoni, Ball ha chiesto l’autorizzazione a studiare anche una nuova ipotesi, in alternativa allo sviluppo di una low cost in casa (con Cityliner), la cessione a Ryanair o easyJet. Questo significa un progetto diverso dalle linee guida del piano già presentato al cda e poi al governo.
Ball ha ottenuto l’autorizzazio- ne a proseguire nell’approfondimento delle due ipotesi. Il 13 dicembre scorso Ball ha incontrato Michael O’Leary, a.d. di Ryanair, che si è offerto di trasportare con i suoi aerei e le sue basse tariffe (40 euro a tratta) i passeggeri per Alitalia sul breve e medio raggio.
Il nuovo piano, che Ball deve ancora preparare, dovrà essere verificato dai consulenti «indipendenti» già scelti insieme alle banche, Roland Berger e Kpmg. L’incarico formale sarà affidato dal cda il 23 gennaio. Roland Berger avrà sei settimane (sta già lavorando), più del tempo che il management di Alitalia ha avuto per fare il piano industriale, il documento generico di 168 pagine che non spiega però come sarebbe la low cost. Le sei settimane servono per prendere tempo e fare un nuovo piano.
L’a.d. di Etihad, James Hogan, ha detto ieri che «Etihad e i governo di Abu Dhabi sono impegnati ad invertire la rotta di Alitalia e a farla tornare all’utile». Dopo lo scontro con le banche azioniste che non si fidano di Etihad e le cri- tiche al governo, Hogan ha usato toni distensivi, ha elogiato «il sostegno dato ad Alitalia» da «Unicredit e Intesa», «così come quello del governo italiano». Ha detto che Etihad ha recentemente «iniettato 100 milioni di capitale» in Alitalia, oltre ad aver convertito obbligazioni in quasi-equity (per 216 milioni). Hogan ha detto che Etihad è interessata ad aumentare la collaborazione commerciale con Lufthansa, ma non ad acqusiire una quota azionaria nel vettore tedesco.
Mentre Ball, appoggiato da Hogan, cerca di prendere tempo, aumentano i nomi dei potenziali candidati alla guida di Alitalia. Oltre a Corrado Passera, che è il preferito di Micciché, al «ferroviere» Mauro Moretti (a.d. di Leonardo) che potrebbe avere l’appoggio del ministro Graziano Delrio e a Flavio Cattaneo, a.d. di Telecom che piacerebbe a Montezemolo, è emerso il nome di Roberto Scaramella, l’ex a.d. di Meridiana Fly che guida il gruppo di logistica aerospaziale Ala.
LE ORIGINI DEL PROGETTO Il 13 dicembre scorso O’Leary, numero uno di Ryanair, si è offerto di trasportare con i suoi aerei i passeggeri per Alitalia sul breve e medio raggio