«Le scelte di successione vanno pianificate per tempo»
p «L'operazione di Luxottica credo sia stata geniale. Un ottimo deal dal punto di vista imprenditoriale dal momento che ha creato un gigante del settore a livello mondiale. Allo stesso tempo Leonardo Del Vecchio non ha perso la possibilità di determinare il futuro del nuovo gruppo e di mantenere la maggioranza relativa e un incarico esecutivo ai vertici della nuova società». Alberto Bombassei, presidente di Brembo, plaude al matrimonio e delinea la sua ricetta per garantire la continuità all’azienda nel passaggio generazionale.
Esiste un problema di passaggio generazionale in Italia?
Etichettare come problematico il cambio generazionale in Italia mi sembra eccessivo. Si tratta di un tema che va analizzato caso per caso, attiene alle singole realtà familiari e d’impresa e riguarda le aziende di tutto il mondo. È vero, però, che spesso le nostre imprese sono più giovani e purtroppo più piccole. Se un’azienda è strutturata e di certe dimensione, è doveroso per un imprenditore pensare a pianificare il futuro della propria azienda.
Come gestite il passaggio ge- nerazionale in Brembo?
La successione è stata pianificata da tempo senza traumi. Ho deciso di pensarci per tempo perché sono affezionato alla mia azienda e voglio che abbia una continuità familiare, ma, allo stesso tempo, mantenga anche una connotazione italiana nel periodo. Proprio per questo abbiamo scelto una governance più equilibrata possibile fra i miei due figli, che possa disincentivare eventuali cessioni e garantisca la continuità dell’impresa.
Resta un tema delicato per gli imprenditori italiani...
È necessario pianificare la successione per evitare problematiche familiari e allo stesso tempo dare un messaggio doveroso ad una popolazione di dipendenti che guardano a questi temi con timore perché in Italia abbiamo esempi di cessione in cui i dipendenti ne hanno fatto le spese. La nostra azienda, ad esempio, ha continuato a crescere e ottenere buoni risultati, quindi i dipendenti sperano che si possa continuare con la stessa ricetta in futuro.
Che ruolo può giuocare la managerializzazione aziendale nel passaggio generazionale?
La dimensione aziendale ha la sua influenza nelle scelte per la successione. Culturalmente mi sento più vicino alla soluzione che preveda la scelta di bravi manager, perché spesso garantiscono continuità e crescita delle imprese. D’altra parte noi imprenditori non vogliamo dare sempre la gestione al figlio, come si potrebbe pensare. Noi abbiamo deciso di affidarci a bravi manager, come hanno fatto, ad esempio, anche i Benetton, che hanno sempre avuto manager di grande spessore a guidare le loro aziende.
Un altro tabù è l’apertura del capitale?
Dipende molto dal socio che ci si sceglie. In Brembo abbiamo avuto nel capitale private equity e quando sono usciti abbiamo quotato la società in Borsa. Lo ricordo come un periodo di estrema vivacità. Sono scelte positive, se non si cede la maggioranza e si ha titolo per essere gestore dell’impresa.
Che esperienza avete della quotazione?
La quotazione vuol dire rinunciate a una certa autonomia, ma se uno sa di fare le cose bene e in modo trasparente non c’è alcuna differenza. Il messaggio per i miei colleghi imprenditori è allarghiamo pure il capitale senza perdere la maggioranza, perché aumenta la capacità di operare nel mercato e anche culturalmente ci mette nella condizione di affrontare un mercato sempre più globale.
«Per Luxottica un ottimo deal. Io sono affezionato alla mia azienda, voglio che abbia una continuità familiare e una connotazione italiana»
«Preferisco la soluzione che prevede la scelta di bravi manager. Gli imprenditori allarghino pure il capitale senza perdere la maggioranza»