Call center Almaviva, c’è l’accordo per Napoli
pAlmaviva e la Rsu del sito di Napoli puntano sulla produttività per uscire dalla crisi che, a dicembre, stava per portare al licenziamento collettivo degli 827 lavoratori occupati nel capoluogo campano, oltre ai 1.667 dipendenti di Roma. L’accordo raggiunto giovedì sera, che dovrebbe essere valido fino al 2020 (tranne per la Cigs), mette in campo una serie di misure, dagli ammortizzatori sociali alla formazione, dal welfare aziendale alla limatura della “busta paga” e alla produttività. L’intesa, da sottoporre a referendum, è il risultato del “protocollo”-ponte del 22 dicembre, quando la Rsu di Napoli, contrariamente a quella di Roma, ha accettato la mediazione del Governo nell’ambito della procedura di licenziamento collettivo e ha concordato la prosecuzione della trattativa per altri tre mesi, così da arrivare a misure per scongiurare la chiusura della sede di Napoli. Si punta a riguadagnare produttività attraverso il controllo a distanza, in base all’ articolo 4 dello Statuto: i risultati della misurazione saranno visibili in tempo reale al singolo operatore e, fino al 60% delle ore lavorate in una settimana, a una figura di staff. Il controllo non ha finalità disciplinari ma di efficienza. Le parti hanno concordato il congelamento degli scatti di anzianità e il restrigimento della base di calcolo del Tfr: queste penalizzazioni potranno essere escluse se verrà recuperata redditività. L’azienda, inoltre, potrà fare ricorso alla Cigs fino al 70% dell’orario nel periodo 8 aprile28 dicembre 2017. In campo anche la Regione Campania che attiverà percorsi formativi compensati, per rafforzare le competenze professionali. Sul piano del welfare l’azienda, invece, corrisponderà buoni acquisto del valore di 20 euro mensili.