Il lato umano dei crediti deteriorati
Crediti deteriorati. In inglese: non performing loans, più noti con la famigerata sigla Npl. In questa sede ne vogliamo parlare dal punto di vista delle famiglie che hanno fatto un mutuo e, purtroppo, non riescono a pagare le rate. Anche questi sono crediti deteriorati. Secondo Bankitalia (bollettino statistico di settembre 2016) le sofferenze lorde causate dalle «famiglie consumatrici» a banche e società finanziarie ammontano a 43,7 miliardi di euro. Poi ci sono le sofferenze reali, non contabili, di quelle persone finite nel vortice di una procedura esecutiva immobiliare e che devono andare via di casa. I debiti vanno pagati, è la regola. Stiamo però parlando di risparmiatori, gente che ha investito nel mattone e non di speculatori.
Ci sono state delle iniziative per alleviare il disagio sociale. Ricordiamo l’accordo tra l’ associazione delle banche italiane (Abi) e le associazioni dei consumatori del 31 marzo 2015. L’intesa prevedeva la sospensione per 12 mesi della sola quota di capitale del credito alle famiglie (mutui e finanziamenti al consumo). Però la crisi è profonda e ci vorrebbero altri strumenti per alleviare la condizione di tante persone. Nell’indagine della Fondazione Hume, pubblicata domenica scorsa sul Sole 24 Ore, viene sottolineato che in Italia vi sono 9 milioni di esclusi, numero esploso nel periodo 2007-2014. Affrontare il tema delle procedure esecutive nei confronti di famiglie in difficoltà per i mutui potrebbe essere una prima risposta. Sulle scrivanie dei politici ci sono tante proposte.
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