Il Sole 24 Ore

Nel 2017 l’avvio di 22 cantieri infrastrut­turali

- V. V.

p Entro l’anno dovrebbero essere aperti i cantieri di 22 opere infrastrut­turali delle 40 (da 3,5 miliardi) contenute nel Patto per la Campania.

È quanto è emerso dall’incontro avvenuto a Napoli tra il ministro per la Coesione territoria­le e il Mezzogiorn­o Claudio De Vincenti, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris.

Nella stessa sede, è anche emerso che è in corso una ipotesi di riprogramm­azione già presentata a fine dicembre scorso, che porterà gli interventi prioritari a 45 per un importo totale di 3,9 miliardi.

In realtà i Patti, quello per la Campania (operativo da aprile 2016), e il patto per Napoli (concluso a ottobre) rappresent­ano i due principali piani di intervento per il rilancio della Regione. Entrambi dedicano un capitolo corposo alle infrastrut­ture: uno dei principali fattori di attrazione di investimen­ti.

Non che la regione ne sia sprovvista. Ma certamente la rete va riammaglia­ta e completata. Perchè è chiaro che le interconne­ssioni possono attivare un moltiplica­tore di efficienza dei singoli rami e rendere questi in grado di promuovere sviluppo. L’Acam (società regionale), ha censito la rete esistente rilevando in Campania 1.400 chilometri di rete ferroviari­a e 357 stazioni. La regione insomma ha infrastrut­ture di tutto rispetto, ma per ciascun sistema si richiedono passi in avanti nel completame­nto di opere avviate e mai ultimate e nella gestione.

Più nel dettaglio, lo stato di avanzament­o dei lavori del Patto per la Campania evidenzia che le opere avviate (delle 40 programmat­e) sono 9; quelle per le quali la progettazi­one esecutiva sarà completata nell’anno ammontano a 11. Sono particolar­mente attesi i lavori per il completame­nto delle linee della Metropolit­ana di Napoli e della Regione. Il modello Metrò dell’Arte è studiato e imitato anche all’estero. Ma vanno completate la linea 6 che si sviluppa verso ovest, la linea 1 verso est che dovrebbe arrivare a Capodichin­o: traguardo fondamenta­le per fare dello scalo aeroportua­le un unicum in Italia per servizi ferroviari. L’aeroporto, gestito da Gesac, oggi è un modello di efficienza avendo superato i 6 milioni di viaggiato- ri nel 2016. Ma in Campania resta da definire il coordiname­nto e il ruolo che dovranno svolgere altri scali – Salerno, Grazzanise, Capua – oggi poco valorizzat­i. Infine grandi attese si concentran­o sul porto. Dopo lunghi anni di commissari­amento, istituita l’ Autorità di sistema portuale Tirreno Centrale che riunisce Napoli, Castellamm­are di Stabia e Salerno, ne è stata affidata la guida al neo presidente Pietro Spirito. Questi con approccio pragmatico ha segnato un percorso di lavoro che prevede l’avvio in tempi brevi dei lavori previsti dal grande progetto da 148 milioni, una rivisitazi­one del piano regolatore e la riattivazi­one dei collegamen­ti ferroviari tra porto di Napoli e interporti.

LE PRIORITÀ Sono attesi i lavori per la metro di Napoli, la rivisitazi­one del piano regolatore del porto e la valorizzaz­ione degli aeroporti minori

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