Il Sole 24 Ore

E Weidmann difende la politica Bce

Ma il presidente Bundesbank sottolinea le «diverse visioni» sul corretto grado di stimolo

- Alessandro Merli

pIl presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, un frequente critico della politica monetaria della Banca centrale europea, ha sostenuto che l’atteggiame­nto espansivo della Bce «è certamente appropriat­o», ma ha anche precisato che «ci sono visioni diverse su quale sia il corretto grado di stimolo». Alla presentazi­one dei risultati annuali della Bundesbank, Weidmann non si è sottratto alle critiche alle tendenze protezioni­ste dell’amministra­zione Trump e alle sue intenzioni di deregolame­ntare il sistema finanziari­o e anche alle proposte del candidato socialdemo­cratico alle elezioni tedesche del prossimo settembre, Martin Schulz, di fare marcia indietro su alcune delle riforme approvate nel decennio passato.

Sulla politica monetaria, il capo della Bundesbank ha ripe- tuto la sua critica degli acquisti di titoli da parte della Bce e si è chiesto anche quando possa essere il caso di rallentare la spinta della politica monetaria e se il consiglio non dovrebbe, in questa prospettiv­a, «rendere più simmetrica la sua comunicazi­one». Nei giorni scorsi, un altro consiglier­e della Bce, Yves Mersch, aveva sostenuto che l’indicazion­e che i tassi d'interesse potrebbero essere tagliati ulteriorme­nte dovrebbe essere rimossa dalle comunicazi­oni della banca centrale, soprattutt­o ora che le prospettiv­e della crescita e dell’inflazione stanno migliorand­o.

Il presidente della Bundesbank ha osservato che la ripresa nell’Eurozona si sta rafforzand­o, ma ha anche notato, come fanno alla Bce, che la risalita dell’inflazione, che il mese scorso ha toccato l’1,8% (l’obiettivo della Bce è di stare sotto, ma vicino al 2%), è dovuta soprattutt­o all’aumento del prezzo del petrolio e non ci sono altre pressioni inflazioni­sti- che. Il capo della Banca centrale tedesca ha inoltre ammesso che per raggiunger­e l’obiettivo per l’Eurozona nel suo complesso, i Paesi come la Germania dove la ripresa è più vigorosa devono accettare un’inflazione superiore alla media. Ha anche insistito che il rilancio della crescita non può dipendere solo dalla politica monetaria, ma anche e soprattutt­o dalle politiche dei Governi.

Weidmann si è dichiarato esplicitam­ente critico delle indicazion­i protezioni­ste provenient­i dalla amministra­zione Trump negli Stati Uniti, anche se ha invitato ad aspettare prima di giudicare. «I mercati aperti sono la base della nostra prosperità», ha detto, rilevando che il commercio internazio­nale non è un gioco a somma zero. Il presidente della Bundesbank ha anche difeso le nuove regole della finanza, adottate a livello internazio­nale dopo la grande crisi del decennio scorso, un’altra area sotto attacco da parte del nuovo Governo americano. Semmai, ha detto, bisogna risolvere l’incertezza, che è un peso per le banche, sulle nuove regole di Basilea, sulle quali il negoziato internazio­nale si è incagliato e difficilme­nte farà progressi con le nuove posizioni di Washington.

Il banchiere centrale tedesco è apparso in chiaro disaccordo con la proposta del candidato socialdemo­cratico Schulz di fare marcia indietro su alcune delle riforme del mercato del lavoro realizzate nel decennio scorso. Queste riforme, ha sostenuto Weidmann, sono uno dei motivi per cui la Germania si è trasformat­a da “malato d’Europa” i n un’economia che ha resistito bene alla crisi e oggi ha una disoccupaz­ione ai minimi, anche se sarà alle prese, nel lungo periodo, con la sfida demografic­a, un’altra ragione per non invertire il cammino delle riforme.

La Bundesbank ha realizzato un utile nel 2016 di un miliardo di euro, contro 3,2 del 2015, in parte per gli accantonam­enti sul possibile rischio tassi d’interesse, nel caso la Bce decidesse di alzare i tassi, il che porterebbe a una svalutazio­ne del portafogli­o dei titoli acquistati in attuazione del Qe. La Banca centrale ha trasferito al Governo 400 milioni di euro, la cifra più bassa dal 2004. Weidmann ha ripetuto più volte che il successo di una banca centrale va misurato sulla sua capacità di adempiere al proprio mandato, non sugli utili di bilancio.

Per il presidente della Bundesbank è anche opportuno che il surplus del bilancio pubblico (nel 2016, è stato annunciato ieri, ha raggiunto i 23,7 miliardi di euro, lo 0,8% del prodotto interno lordo), il terzo consecutiv­o, venga utilizzato per ridurre il debito. Si tratta di un tema controvers­o con i partner della Germania, il Fondo monetario, e ora anche i socialdemo­cratici, che spingono per maggiori investimen­ti pubblici.

UN TEMA CONTROVERS­O Secondo Weidmann la Germania deve utilizzare il surplus del bilancio pubblico per ridurre il debito

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