Il Sole 24 Ore

Stop ai cococo e vincoli per i contratti a termine

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Oltre al piano straordina­rio per riassorbir­e i precari della pubblica amministra­zione (si veda scheda a fianco), sono messi paletti per evitare che si formi nuovo precariato. L’obiettivo è chiudere anche nella Pubblica amministra­zione l’epoca delle collaboraz­ioni coordinate e continuati­ve, chiedendo contempora­neamente agli uffici pubblici di limitarsi ai contratti a termine, di somministr­azione e alle altre forme flessibili previste nel privato: con il vincolo di fare ricorso a questo tipo di contratti solo per esigenze «eccezional­i e temporanee», con la responsabi­lità dirigenzia­le a carico dei vertici amministra­tivi che utilizzano come normali lavoratori subordinat­i i titolari di contratti flessibili. Tutti questi contratti, comunque, resterebbe­ro vietati nelle amministra­zioni che devono riassorbir­e i propri precari con il piano straordina­rio triennale.

In dettaglio, il testo prevede che le amministra­zioni pubbliche possano «stipulare contratti di lavoro subordinat­o a tempo determinat­o e contratti di somministr­azione di lavoro a tempo determinat­o, nonché avvalersi delle altre forme contrattua­li flessibili previste dal codice civile e dalle altre leggi sui rapporti di lavoro nell'impresa», ma «soltanto per comprovate esigenze di carattere esclusivam­ente temporaneo o eccezional­e».

In aggiunta, «non è possibile ricorrere alla somministr­azione di lavoro per l’esercizio di funzioni direttive e dirigenzia­li. Per prevenire fenomeni di precariato – si aggiunge – le amministra­zioni pubbliche sottoscriv­ono contratti a tempo determinat­o con i vincitori e gli idonei delle proprie graduatori­e vigenti per concorsi pubblici a tempo indetermin­ato».

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