Piano triennale per stabilizzare i contratti a tempo determinato
Superare il precariato, valorizzare le professionalità acquisite e ridurre il ricorso ai contratti a termine. Con questo obiettivo la bozza del nuovo testo unico del pubblico impiego dà il via a un piano triennale straordinario di assunzioni 2018-2020. Le pubbliche amministrazioni in base ai propri fabbisogni e con l’indicazione della relativa copertura finanziaria potranno assumere a tempo indeterminato personale non dirigenziale che ha un rapporto di lavoro con contratto a tempo determinato, già selezionato con concorso, che abbia maturato almeno tre anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi otto, alle dipendenze dell’amministrazione che procede all’assunzione. Non potranno essere comunque superati i tetti generali di spesa del personale. Nello stesso triennio le Pubbliche amministrazioni, per il personale precario che invece non è già passato attraverso selezioni, potranno bandire concorsi con riserva: anche in questo caso il requisito è quello di aver maturato almeno 3 anni di servizio, anche non continuativi, negli ultimi 8 , alle dipendenze dell’amministrazione che bandisce il concorso. Tutta l’operazione andrà portata avanti in coerenza con il piano triennale di fabbisogni di personale, che le Pa dovranno adottare per ottimizzare l’impiego delle risorse pubbliche disponibili e perseguire obiettivi di performance organizzativa, efficienza, economicità e qualità dei servizi ai cittadini. La disciplina per superare il precariato potrà essere applicata anche dai Comuni che non hanno rispettato il pareggio di bilancio nel 2016. Le Regioni a statuto speciale e gli enti territoriali compresi nel loro territorio potranno assumere a tempo indeterminato, nello stesso periodo, personale con contratto a termine con gli stessi requisiti previsti per le altre Pa elevando i limiti finanziari anche utilizzando risorse ottenute con interventi di revisione della spesa certificate dai revisori