Prove di semplificazione per i contratti integrativi
Nel decreto che rimette mano al testo unico sul pubblico impiego spunta anche una norma che punta a semplificare la costituzione e l’utilizzo del fondo per il salario accessorio, una problematica particolarmente sentita dali enti locali. Oggi la costituzione di questi fondi decentrati, che raccolgono le risorse per finanziare le indennità fisse e variabili della busta paga, distinte per personale dipendente e dirigen tiri, chiede un lavoro complesso e non del tutto semplice. Da qui la decisione di intervenire con una misura che in sostanza prevede il riordino, la razionalizzazione e la semplificazione della disciplina in materia di dotazione e di utilizzo dei fondi destinati alla contrattazione integrativa.
Il decreto prevede in sostanza che le norme attuative siano rimesse alla contrattazione collettiva nazionale a cui spetterà appunto il riordino anche attraverso il consolidamento, per le amministrazioni in regola con i vincoli di contenimento della spesa, della consistenza della componente variabile dei fondi e tenuto conto delle esigenze di continuità dei servizi resi, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
Un consolidamento della parte variabile che potrebbe nei fatti tradursi in una legittimazione di tutte le poste presenti, anche se spesso i calcoli che le hanno determinate non sono stati in linea con la legge. Nelle ultime bozze è rientrato anche un allargamento della sanatoria sui contratti decentrati illegittimi che sono stati individuati negli ultimi tempi dagli ispettori della Ragioneria generale e della Corte dei conti. I recuperi delle somme di troppo erogate in passato non dovrebbero tagliare di oltre il 25% i fondi per il salario accessorio: se i fondi da recuperare sono molti è quindi possibile che il calendario dei recuperi si allungherà.