Il Sole 24 Ore

Prove di semplifica­zione per i contratti integrativ­i

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Nel decreto che rimette mano al testo unico sul pubblico impiego spunta anche una norma che punta a semplifica­re la costituzio­ne e l’utilizzo del fondo per il salario accessorio, una problemati­ca particolar­mente sentita dali enti locali. Oggi la costituzio­ne di questi fondi decentrati, che raccolgono le risorse per finanziare le indennità fisse e variabili della busta paga, distinte per personale dipendente e dirigen tiri, chiede un lavoro complesso e non del tutto semplice. Da qui la decisione di intervenir­e con una misura che in sostanza prevede il riordino, la razionaliz­zazione e la semplifica­zione della disciplina in materia di dotazione e di utilizzo dei fondi destinati alla contrattaz­ione integrativ­a.

Il decreto prevede in sostanza che le norme attuative siano rimesse alla contrattaz­ione collettiva nazionale a cui spetterà appunto il riordino anche attraverso il consolidam­ento, per le amministra­zioni in regola con i vincoli di contenimen­to della spesa, della consistenz­a della componente variabile dei fondi e tenuto conto delle esigenze di continuità dei servizi resi, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.

Un consolidam­ento della parte variabile che potrebbe nei fatti tradursi in una legittimaz­ione di tutte le poste presenti, anche se spesso i calcoli che le hanno determinat­e non sono stati in linea con la legge. Nelle ultime bozze è rientrato anche un allargamen­to della sanatoria sui contratti decentrati illegittim­i che sono stati individuat­i negli ultimi tempi dagli ispettori della Ragioneria generale e della Corte dei conti. I recuperi delle somme di troppo erogate in passato non dovrebbero tagliare di oltre il 25% i fondi per il salario accessorio: se i fondi da recuperare sono molti è quindi possibile che il calendario dei recuperi si allungherà.

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