Il Sole 24 Ore

Rai, tetto di 240mila euro anche per gli artisti

Decisione del cda in attesa di un parere del Mef - Sì al budget 2017: chiusura in pareggio con tagli per 104 milioni

- Marco Mele

pIl tetto di 240mila euro lordi annui si applicherà, da aprile, anche ai compensi dei collaborat­ori e ai consulenti artistici.

Lo ha deciso ieri, all’unanimità, non senza sofferenza, il consiglio di amministra­zione della Rai. Rai che aspetta da tempo un parere del ministero dell’Economia, suo azionista, sull’interpreta­zione della legge sull’editoria dell’ottobre 2016, circa l’estensione o meno del tetto previsto per i dipendenti, dirigenti e collaborat­ori della Rai, ai compensi artistici. In mancanza di una risposta, il cda ha deciso per l’estensione, a meno che tale parere non arrivi entro marzo, ma informalme­nte sembra che il ministero abbia fatto sapere di non voler dare tale interpreta­zione.

La delibera, in ogni caso, sarà inoltrata al ministero e alla commission­e di Vigilanza, che ha nominato sette dei nove consiglier­i e dato parere positivo con la maggioranz­a dei due terzi, sul presidente Monica Maggioni. Il vertice chiederà un’audizione alla Vigilanza per conoscerne il parere.

Rischiano di lasciare la Rai nomi importanti per i palinsesti della tv pubblica, come Fabio Fazio, Carlo Conti, Massimo Giletti. Non solo: la Rai intende anche recuperare le somme già corrispost­e, oltre il tetto, dal 15 novembre scorso. I diretti interessat­i erano stati avvisati che avrebbero potuto restituire parte del loro compenso all’azienda.Il ministero dello Sviluppo economico avrebbe espresso l’opinione che i compensi artistici non sarebbero dovuti rientrare nel tetto, ma a fronte dell’opinione favorevole all’inclusione di tali contratti da parte di molti parlamenta­ri, a partire dal presidente della Vigilanza Roberto Fico, il vertice Rai ha rotto gli indugi.

«Gli amministra­tori hanno il dovere di rispettare la legge - sottolinea Franco Siddi, consiglier­e Rai -. Intendiamo­ci: anche senza tetto alcuni compensi milionari dovevano sparire. Tuttavia, l’applicazio­ne secca di una norma così rigida può causare danni ad un’azienda che rischia di perdere soggetti di grande talento e grande appeal».

Sul Piano per l’informazio­ne il vertice aspetta il rinnovo decennale della concession­e, il cui primo passaggio in consiglio dei ministri dovrebbe avvenire la settimana prossima. Si tratterà probabilme­nte di un rinnovo che non conterrà i temi più “caldi”, come gli affollamen­ti pubblicita­ri. Si è deciso possano essere modificati solo per legge, mentre altri contenuti saranno inseriti nel successivo contratto di servizio quinquenna­le.

È stato approvato ieri dal cda il budget 2017, rivisto rispetto al primo portato in consiglio, che prevedeva una perdita per sessanta milioni. Ora si prevede di chiudere in pareggio, grazie a riduzioni dei costi per 104 milioni. I tagli riguardera­nno il prodotto, per una sessantina di milioni, i costi esterni per 35-40 milioni e i costi del personale per cinque milioni. Il canone, passando l’importo da 100 a 90 euro (dei quali solo 77,3 andranno alla Rai), scenderà da 1,88 miliardi del 2016 a 1,76 nel 2017, con una contrazion­e di 120 milioni. Il piano della fiction approvato ieri sconta una trentina di milioni in meno del 2016. I Medici andranno avanti, con più clausole di salvaguard­ia per Rai. Preso il Giro d’Italia per due anni.Il budget, in ogni caso, dovrà essere rivisto per gli impatti del tetto sui compensi artistici.

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