Mosul, strappato l’aeroporto all’Isis
Punto a favore del governo di Baghdad, ma la battaglia potrebbe durare ancora mesi Passaggio decisivo per la riconquista della seconda città irachena
pNella grande operazione militare per strappare Mosul all’Isis, partita in ottobre, la conquista dell’aeroporto internazionale della città, avvenuta ieri, rappresenta senza dubbio un punto di svolta a favore del Governo iracheno. Ma nessuno si crea illusioni. Per veder capitolare la seconda città dell’ Iraq, conquistata daijih adisti nel giugno del 2014, civorranno probabilmente diversi mesi.
L’offensiva delle forze irachene è ripresa domenica. Quella di ieri è stata una battaglia rapida, ma intensa. Secondo il comandante delle operazioni per la liberazione della provincia di Ninive, Nayem Jaburi, sarebbero morti una ventina di jihadisti. Fino a ieri sera altri miliziani stavano opponendo resistenza grazie a barriere di cemento poste sulle piste dell’aeroporto, controllando così ancora parte dello scalo.
Ancora una volta si sono rivelati decisivi i bombardamenti aerei da parte della coalizione internazionale guidata dagli Stati Uniti. Le truppe di Baghdad hanno anche ripreso l’autostada meridionale e un villaggio vicino ai sobborghi occidentali, oltre alla base militare di al-Ghazlani. L’aeroporto è stato gravemente danneggiato ma la sua conquista ha un valore strategico. Lo scalo si distende su un’area estesa che consente di mettere in sicurezza le vie d’accesso che corrono dai sobborghi meridionali al settore occidentale della città, un’area densamente popolata ancora in mano all’Isis. La grande disparità delle forze in campo non lascia dubbi sull’esito della battaglia. È solo questione di tempo. Le forze complessive dell’operazione antiIsis impegnate a Mosul e nella provincia di Ninive sono complessivamente 100mila, tra i quali vi sono le milizie di “autodifesa popolare”, l’esercito e la polizia irachena, e Peshmerga curdi. Troppi rispetto ai 2-4mila jihadisti rimasti in città.
Ma ora arriverà la parte più difficile. Strappare all’Isis i quartieri occidentali. Difficile perché nella città vecchia e nei dintorni, aree densamente popolate e composte da strette vie, il gap tecnologico e di armamenti si riduce rendendo la battaglia urbana molto più insidiosa. L’Isis avrà disseminato ordigni e trappole esplosive dappertutto. Probabile che i suoi cecchini siano nascosti in appartamenti abitati da civili e che intendano usarli come scudi umani.
È proprio il destino dei 700mila civili presenti a Mosul ovest a far temere una tragedia umanitaria. «A Mosul - ha avvertito gli scorsi giorni Save the children - è in corso un vero e proprio assedio che sta mettendo a gravissimo rischio la vita di centinaia di migliaia di persone, tra cui almeno 350mila bambini intrappolati nella parte occidentale della città, che rischiano di morire di fame o di essere uccisi dall’Isis o dal fuoco incrociato».
IMPORTANZA STRATEGICA Lo scalo è in un’area che consente di mettere in sicurezza le vie d’accesso dai sobborghi meridionali al settore occidentale