Mosca chiede «miliardi di dollari» per ricostruire
pDopo dieci mesi, i negoziati di pace per la Siria sono ripresi ieri a Ginevra, malgrado l’aviazione siriana stesse continuando a bombardare le zone di Aleppo, Deraa e Hama in mano ai ribelli. Il cessate il fuoco proclamato due mesi fa tra Damasco e le milizie dell’opposizione - con la mediazione di Russia e Turchia - regge sempre meno, tra reciproche accuse di violazioni. Dalla tregua sono esclusi i terroristi dello Stato islamico: aerei siriani e russi hanno condotto ieri una serie di raid su Deir alZor, nella parte orientale della Siria. La città è quasi interamente controllata dall’Isis.
A Ginevra la Russia aveva manifestato l’intenzione - scrive il Financial Times - di coinvolgere gli altri Paesi nel finanziamento della ricostruzione in Siria. Idea sicuramente controversa, date le riserve sollevate dall’intervento militare russo che dopo sei anni ha spostato l’equilibrio della guerra in favore del presidente siriano, Bashar Assad. La Russia, ha dichiarato al Financial Times un diplomatico europeo, «va dentro, sconquassa tutto, distrugge ogni cosa e poi vuole che paghino tutti gli altri».
Mikhail Bogdanov, viceministro degli Esteri russo responsabile per il Medio Oriente, aveva dichiarato la settimana scorsa che presto la ricostruzione della Siria sarà il tema in cima all’agenda. E, a suo giudizio, per realizzarlo saranno necessarie «decine di miliardi di dollari».