L’anno perso dei consumi Neanche Natale recupera
A dicembre vendite al dettaglio giù dello 0,5% sul mese e dello 0,2% sull’anno Confcommercio: le famiglie preferiscono risparmiare
pNeanche dicembre e lo shopping di Natale riscaldano i consumi del 2016. L’anno si chiude al di sotto delle aspettative, sostanzialmente a crescita zero.
A dicembre l’Istat ha registrato una flessione diffusa delle vendite al dettaglio. Nel complesso, su base annuale il dato si contrae dello 0,2% in valore e dello 0,6% in volume. Rispetto al mese precedente, il calo è dello 0,5% in valore e dello 0,7% in volume. Lo scivolone inatteso di dicembre raffredda il dato del 2016 che chiude con un incolore +0,1% in valore e -0,3% in volume.
Tuttavia a gennaio 2017 Centromarca e Iri segnalano un rimbalzo consistente delle vendite al dettaglio di prodotti alimentari e per la cura della casa e della persona che confermerebbe l’andamento altalenante dei consumi e la mancanza di una bussola.
Volumi giù
In dettaglio, rispetto al dicembre 2015, le vendite di prodotti alimentari crescono dello 0,2% in valore e diminuiscono dello 0,9% in volu- me. Quelle di prodotti non alimentari sono in flessione dello 0,4% in valore e 0,6% in volume.
Quanto ai canali distributivi, Istat registra un incremento del valore delle vendite per la grande distribuzione (+0,3%) e una flessione per quello delle imprese operanti su piccole superfici (-0,6%).
Nell’universo della grande di- stribuzione, a dicembre il valore delle vendite al dettaglio registra una variazione positiva piuttosto contenuta per gli esercizi non specializzati (+0,2%), mentre aumenta dell’1,1% per gli specializzati. Tra i primi, aumenta il valore delle vendite degli esercizi a prevalenza alimentare (+0,2%) mentre diminuisce quello degli esercizi non alimentari (-0,8%).
Per Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, «il dato di dicembre è inatteso e deludente. Pensavamo che almeno parte del mancato pagamento della Tasi di dicembre si riversasse in misura maggiore sui consumi, invece ha lambito soltanto gli acquisti di servizi fuori casa, auto ed elettrodomestici. Ciò significa che la crescita del reddito disponibile del 2016, stimabile intorno al 2%, è stato in buona parte accantonato». Perché? «Il futuro appare ancora incerto - risponde Bella - l’occupazione resta debole e la famiglie preferiscono risparmiare per eventuali tempi difficili».
Delusione anche da Federdistribuzione. «I numeri di dicembre, particolarmente negativi per i prodotti non alimentari - sostiene il presidente Giovanni Cobolli Gigli - ci dicono che neanche in occasione del Natale si è trovato lo stimolo necessario per tornare a destinare in consumi parte del risparmio accumulato».
Cobolli Gigli cita i dati Istat secondo i quali «dal 2010 abbiamo perso il 10,1% dei volumi di vendite al dettaglio e il 4,8% a valore. Per avviare la ripresa occorre stimolare la crescita dei consumi».
Lo spaccato
Tornando ai dati Istat di dicembre, nel complesso il dato finale del 2016 (+0,1% rispetto al 2015) è la sintesi di un aumento delle vendite per le imprese di maggiore dimensione (+1,2% per quelle da 6 a 49 addetti e +0,9% per quelle con almeno 50 addetti) mentre sono in flessione le imprese più piccole (-1,8%).
Per gli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare, il valore delle vendite aumenta per i discount (+1,7%) e per i supermercati (+0,6%): i discount continuano a crescere, anche se a un ritmo più lento del passato, grazie alle nuove aperture di negozi. Diminuisce, invece, il valore delle vendite per gli ipermercati (-0,6%), la cui crisi sembra non finire mai. Recentemente il gigante Carrefour Italia ha deciso di chiudere tre ipermercati e ha dichiarato 619 esuberi in 32 ipermercati.
CROLLO DEGLI ACQUISTI Cobolli Gigli (Federdistribuzione): dal 2010 abbiamo perso il 10,1% dei volumi di vendite al dettaglio e il 4,8% di valore