Il Sole 24 Ore

Occupazion­e stabile, rallenta la crescita

Nel 2016 il saldo tra attivazion­i e cessazioni resta positivo ma per circa 83mila contratti r ispetto ai 934mila dell’anno precedente

- Giorgio Pogliotti Claudio Tucci

pL’ultimo mese della decontribu­zione generalizz­ata, ma ridotta al 40% e di durata biennale, targata Jobs act, non arresta la frenata dei nuovi contratti a tempo indetermin­ato che va avanti dalla seconda metà del 2016: lo scorso anno il saldo tra assunzioni e cessazioni è rimasto positivo, ma si è chiuso con 82.917 rapporti stabili in più. Ben al di sotto del 2015 (anno in cui era in vigore l’esonero contributi­vo totale triennale, e il saldo era +934.092), ma superiore al 2014 (senza incentivi alle assunzioni, il saldo era negativo per 40.849 contratti).

Sui voucher, invece, c’è l’impatto delle nuove norme sulla tracciabil­ità introdotte a ottobre: a gennaio 2017 sono stati venduti 8,9 milioni di buoni, con un modesto incremento (3,9%) su gennaio 2016 (i livelli si stanno stabilizza­ndo). Sempre a gennaio, poi, è proseguito il calo della cassa integrazio­ne richiesta dalle imprese (-46,30%): ma a scendere è stata soprattutt­o la Cigs (la cassa straordina­ria per crisi più strutturat­e), -59,92% su base annua. La Cigo (la cassa ordinaria per difficoltà temporanee) è risultata in ripresa, specie nell’industria (+153,74% - ma su questo dato pesa la ripartenza delle autorizzaz­ioni dopo i mesi di blocco successivi alle nuove regole introdotte dal riforma Renzi-Poletti).

I numeri su andamento dei contratti e ammortizza­tori diffusi ieri dall’Inps confermano un mercato del lavoro con luci e ombre: a dicembre sono state presentate 136.444 domande di disoccupaz­ione e mobilità, in discesa del 9,8% rispetto alle 151.336 istanze inoltrate a dicembre 2015. Anche il “tiraggio”, vale a dire l’effettivo utilizzo delle ore di Cig, si sta attestando al 33,65% (nel 2015 viaggiava al 49,53%). Alcune regioni meridional­i, Puglia e Calabria in testa, restano in difficoltà (con una crescita della richiesta di Cig), e l’edilizia continua il suo periodo negativo: a gennaio registra +21,58% di Cig. «Il ridimensio­namento dell’utilizzo della Cigs è un fatto positivo e riflette un’economia che si sta riprendend­o, seppur molto lentamente - spiega l’economista del Lavoro, Carlo Dell’Aringa -. Ci sono ancora sofferenze legate alle ristruttur­azioni aziendali, e una buona fetta di ma- nifattura è in affanno. C’è bisogno di una crescita robusta».

Del resto nel 2016 a beneficiar­e dell’esonero contributi­vo sono state 616.442 tra assunzioni e trasformaz­ioni a tempo indetermin­ato; alla luce di questo dato in totale i rapporti di lavoro attivati e variati a tempo indetermin­ato rappresent­ano il 30,2% del totale dei rapporti di lavoro, rispetto al 42,5% del 2015 (quando c’era la decontribu­zione piena) e al 31,7% del 2014 (quando non esisteva alcun incentivo).

Guardando al dato relativo alle assunzioni, quelle stabili nel 2016 sono state 1,264 milioni contro 2,027 milioni del 2015, con un calo di 763mila rapporti di lavoro fissi. Il ministro Giuliano Poletti somma il saldo positivo del 2016 a quello del 2015, registrand­o un «incremento di poco più di 1 milione di contratti a tempo indetermin­ato», e sottolinea che sui licenziame­nti «il numero complessiv­o è inferiore a quello del 2014, prima del varo della riforma del mercato del lavoro». Tornano a crescere i contratti a termine, passati da 3,460 milioni a 3,736 milioni (+276mila); in ripresa anche le assunzioni in apprendist­ato, passate da 281mila a 237mila (+56mila); mentre sono diminuite le assunzioni con contratti stagionali, da 598mila a 564mila (-34mila). L’osservator­io dell’Inps fa riferiment­o ai dipendenti privati (esclusi lavoratori domestici e operai agricoli) e nella Pa ai lavoratori degli enti pubblici economici, con una rilevazion­e dei flussi (assunzioni, cessazioni e trasformaz­ioni), che non coincidono con il numero di lavoratori.

LA CIG A dicembre in calo disoccupaz­ione e mobilità: -9,8% sul 2015; si riduce l’effettivo utilizzo della Cassa integrazio­ne

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