L’incertezza politica frena la ripresa
L’analisi del Centro studi: Italia ultima nella Ue, crescita inadeguata per uscire dalla crisi
p Lo scenario mondiale resta «molto favorevole», con la dinamica dell’attività produttiva e degli scambi internazionali che è diventata «ancora più elevata». In questo contesto l’Italia «sfrutta bene il più robusto traino esterno», ma resta «fanalino di coda, con una crescita inadeguata ad uscire dalla crisi». A fare questa fotografia della situazione congiunturale è il Centro studi di Confindustria (CsC), nel documento Congiuntura Flash diffuso ieri. L’industria e l’export, spiega il CsC, trainano l’andamento del Pil. Ma il ritmo, dice la nota, «rimane ben inferiore a quello dell’Eurozona, frenato dall’incertezza, specie politica». Il trend del pil, è «atteso aumentare a ritmo lento», scrive il Csc, anche nel primo trimestre 2017, dopo il +0,2% nel quarto trimestre 2016 e il +0,3% nel terzo trimestre dell’anno scorso. La domanda interna, sottolinea ancora il Centro studi di Confindustria, di cui è direttore Luca Paolazzi, risente dell’instabilità politica, «quando ogni sforzo andrebbe dedicato al rilancio dell’economia e al sostegno dei posti di lavoro». Passando il rassegna altri elementi, il credito, dice il CsC, rimane erogato «con il contagocce». Inoltre «i sentieri divaricanti dei tassi Fed e Bce, che non in- tende cambiare rotta, spingono il dollaro. Mentre quelli sui titoli sovrani iniziano a riflettere tensioni economiche e non».
I rischi legati all’incertezza politica sono più alti anche a livello internazionale; incertezza alimentata tra l’altro dalle scadenze elettorali dei prossimi dodici mesi. Dal loro esito, scrive la nota, può concretizzarsi una combinazione che configuri per la moneta unica europea una «decisa svolta» in un senso o nell’altro. Analizzando il trend dei vari paesi gli Stati Uniti «marciano a passo spedito», la Cina «prosegue presegue verso una velocità più sostenibile», la Russia è tornata su «un sentiero di vivace ripresa», l’India sta riassorbendo il contraccolpo della riduzione del contante di grosso taglio, il Brasile resta in recessione. Nel complesso, comunque, i paesi emergenti stanno dando un contribu- to all’incremento del pil globale più sostenuto di pochi mesi fa.
Nell’Euroarea è confermata la sorprendente maggior crescita, prossima al 2% annuo, «guidata dal mercato domestico e ritrovata coppia Germania-Francia», permangono ampi divari tra i paesi. L’Italia, appunto, è fanalino di coda. Bene l’export, che è aumentato a prezzi costanti dell’1,8% a dicembre rispetto a novembre; nel quarto trimestre 2016 ha registrato +2% sul terzo, crescendo allo stesso ritmo dentro e fuori l’Eurizona. Nel quarto trimestre 2016 l’occupazione è rimasta pressoché ferma. I recenti lievi cali, dice il CsC, non intaccano gli ampi guadagni registrati nella prima metà dell’anno scorso. Nel bilanci bancari le sofferenze restano alte, il credito per le imprese è scarso e resta un nodo per la crescita.
LO SCENARIO MACRO Il trend del Pil è atteso aumentare a ritmo lento, anche nel primo trimestre 2017, dopo il +0,2% del quarto trimestre 2016