Inchieste Ue sui tubi indiani
pUna “sospetta” triangolazione dall’India per bypassare i dazi antidumping europei.
La Commissione europea ha detto sì alla richiesta, presentata il 3 gennaio 2017, dal comitato di difesa dell’industria dei tubi di acciaio inossidabile senza saldature dell’Unione Europea.
È scritto nero si bianco sulla Gazzetta Ufficiale della Ue (L 40/64 del 17 febbraio scorso). Il comitato di tutela avrebbe infatti fornito prove preliminari su come i produttori cinesi, do- po l’imposizione dei dazi antidumping su alcuni tipi di tubi e condotte senza saldature in acciaio inossidabile – con il regolamento 1331/2011 – avrebbero attivato una sorta di triangolazione facendo arrivare prima i prodotti in India e poi rispendendoli nei porti Ue. Obietti- vo, aggirare dazi che vanno dal 62,6% all’83,7 per cento.
Per i prodotti , si sarebbe verificata successivamente all’istituzione delle misure, si legge sulla Gazzetta, «una significativa modificazione nella configurazione degli scambi riguardanti le esportazioni dalla Repubblica Popolare Cinese e dall’India nell’Unione, senza motivazioni o giustificazioni economiche sufficienti oltre all’istituzione del dazio. Questa modificazione appare dovuta alla spedizione del prodotto in esame attraverso l’India nell’Unione, dopo aver eseguito le operazioni di completamento o no. Il richiedente ha fornito elementi di prova sufficienti a ritenere che il valore aggiunto durante l’operazione di completamento sia inferiore al 25 % del costo di produzione».
Elementi preliminari ma che Bruxelles considera sufficienti a far scattare quanto meno l’inchiesta, che si dovrà concludere – secondo il regolamento – entro 9 mesi (ovvero entro il 16 dicembre prossimo).
A questo punto, i produttori indiani che chiedono l’esenzione dalla registrazione delle importazioni o dalle misure hanno 37 giorni di tempo.
RESTRIZIONI IN VIGORE Le misure, varate nel 2011, verso il sottocosto “Made in China” vanno dal 62 all’84%. L’inchiesta dovrà chiudersi entro dicembre