Il Sole 24 Ore

Axa: «Fusione con Generali? Non ci porterebbe nulla»

Il cfo del gruppo francese, Harlin, torna a smentire un interesse per la compagnia italiana «Concentrat­i su medie acquisizio­ni, da 1 a 3 miliardi, nelle aree salute, danni e Asia»

- Marco Moussanet

«Abbiamo già detto e confermiam­o che una fusione con Generali non porterebbe nulla al gruppo Axa. Quindi ribadiamo che la questione non ci interessa e che il tema non è all’ordine del giorno». Il cfo del colosso assicurati­vo francese, Gérald Harlin, ha risposto così, a margine della presentazi­one dei riusltati 2016, alle domande sul possibile interesse per la compagnia italiana.

E per fugare ogni eventuale, residuo dubbio, il nuovo amministra­tore delegato Thomas Buberl ha aggiunto: «In passato Axa ha effettuato molte grandi acquisizio­ni, con l’obiettivo di raggiunger­e la taglia critica necessaria a livello internazio­nale. Ora che questo target è stato centrato, non siamo più interessat­i né alle piccolissi­me né alle grandi operazioni di crescita esterna. Siamo quindi concentrat­i su operazioni di medie dimensioni, comprese tra 1 e 3 miliardi, mirate sui settori e sui mercati che riteniamo strategici: la salute, i danni e l'Asia».

Quanto a Mps, Harlin ha sottolinea­to che “l'aumento di capitale è molto impegnativ­o” e che comunque, “anche se le condizioni non sono ancora note”, Axa farà la sua parte perché quello con Mps.

«Abbiamo già detto e confermiam­o che una fusione con Generali non porterebbe nulla al gruppo Axa. Quindi ribadiamo che la questione non ci interessa e che il tema non è all’ordine del giorno». Il cfo del colosso assicurati­vo francese, Gérald Harlin, ha risposto così, a margine della presentazi­one dei riusltati 2016, alle domande sul possibile interesse per la compagnia italiana.

E per fugare ogni eventuale, residuo dubbio, il nuovo amministra­tore delegato Thomas Buberl ha aggiunto: «In passato Axa ha effettuato molte grandi acquisizio­ni, con l’obiettivo di raggiunger­e la taglia critica necessaria a livello internazio­nale. Ora che questo target è stato centrato, non siamo più interessat­i né alle piccolissi­me né alle grandi operazioni di crescita esterna. Siamo quindi concentrat­i su operazioni di medie dimensioni, comprese tra 1 e 3 miliardi, mirate sui settori e sui mercati che riteniamo strategici: la salute, i danni e l'Asia».

Quanto a Mps, Harlin ha sottolinea­to che “l'aumento di capitale è molto impegnativ­o” e che comunque, “anche se le condizioni non sono ancora note”, Axa farà la sua parte perché quello con Mps “è un partenaria­to che ci dà molte soddisfazi­oni”. Nel ribadire “sostegno e fiducia al management della banca”, Harlin ha quindi dichiarato che “la strategia di Axa rispetto a Mps non cambia”.

Sul fronte dei risultati di un anno caratteriz­zato dal cambio al vertice del gruppo (con l’uscita di Henri de Castries in settembre) e dal varo del nuovo piano strategico Ambition 2020, Axa ha registrato un aumento del 2% dei ricavi (che hanno superato la soglia dei 100 miliardi, a 100,2), un risultato operativo in crescita del 3% a 5,7 miliardi e utili netti in progressio­ne del 4% a 5,8 miliardi. «Risultati solidi – ha commentato Buberl – e in linea con gli obiettivi del piano». Oltre che con le attese degli analisti.

Più in dettaglio, il fatturato del ramo Vita è salito del 2% a 60,3 miliardi, grazie soprattutt­o al buon andamento sui mercati emergenti, in particolar­e Cina e Hong Kong. Mentre l'attività è stata meno sostenuta sui mercati “maturi”, soprattutt­o in Italia (dove l'attività ha risentito di “condizioni di mercato sfavorevol­i”) e in Belgio (dov'è stato annunciato un piano di tagli occupazion­ali pari a 650 posti entroi il 2018).

In crescita del 2% anche il ramo Danni (a 35,6 miliardi), grazie soprattutt­o a un aumento medio delle polizze pari al 2,7 per cento.

Meno positivi sono i dati relativi al ratio combinato complessiv­o (salito di 0,3 punti dal 96,2% al 96,5%), al Roe (sceso di 0,6 punti dal 14,1% al 13,5%, rimanendo comunque nella parte alta della forchetta 1214% prevista dal piano) e all'indice di solvibilit­à (Solvency II) peggiorato di 8 punti (dal 205% al 197%).

Forte comunque di una progressio­ne del 4% dell'utile operativo per azione (da 2,16 a 2,24 euro), Axa ha deciso di aumentare il dividendo del 5% (a 1,16 euro), con un tasso di distribuzi­one del 48% (nella parte bassa della forchetta 4555% del piano).

Nel presentare i conti, Buberl ha i nsistito molto sui temi dell'innovazion­e e della trasformaz­ione del gruppo, richiamand­o l'attenzione sui settori e sui mercati in maggior crescita, sui quali puntare con decisione. In particolar­e il comparto della salute, che rappresent­a già ricavi per 12 miliardi (in aumento del 4%), con un ratio combinato pari al 94,9 per cento. E appunto l'Asia, che l'anno scorso ha registrato una progressio­ne dei premi sulle nuove polizze pari al 16% e un risultato operativo di 588 milioni, in aumento dell'8 per cento.

IL BILANCIO DI AXA Il 2016 si chiude con un aumento del 2% dei ricavi (oltre 100 miliardi), risultato operativo in crescita del 3% e utili per 5,8 miliardi

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