Axa: «Fusione con Generali? Non ci porterebbe nulla»
Il cfo del gruppo francese, Harlin, torna a smentire un interesse per la compagnia italiana «Concentrati su medie acquisizioni, da 1 a 3 miliardi, nelle aree salute, danni e Asia»
«Abbiamo già detto e confermiamo che una fusione con Generali non porterebbe nulla al gruppo Axa. Quindi ribadiamo che la questione non ci interessa e che il tema non è all’ordine del giorno». Il cfo del colosso assicurativo francese, Gérald Harlin, ha risposto così, a margine della presentazione dei riusltati 2016, alle domande sul possibile interesse per la compagnia italiana.
E per fugare ogni eventuale, residuo dubbio, il nuovo amministratore delegato Thomas Buberl ha aggiunto: «In passato Axa ha effettuato molte grandi acquisizioni, con l’obiettivo di raggiungere la taglia critica necessaria a livello internazionale. Ora che questo target è stato centrato, non siamo più interessati né alle piccolissime né alle grandi operazioni di crescita esterna. Siamo quindi concentrati su operazioni di medie dimensioni, comprese tra 1 e 3 miliardi, mirate sui settori e sui mercati che riteniamo strategici: la salute, i danni e l'Asia».
Quanto a Mps, Harlin ha sottolineato che “l'aumento di capitale è molto impegnativo” e che comunque, “anche se le condizioni non sono ancora note”, Axa farà la sua parte perché quello con Mps.
«Abbiamo già detto e confermiamo che una fusione con Generali non porterebbe nulla al gruppo Axa. Quindi ribadiamo che la questione non ci interessa e che il tema non è all’ordine del giorno». Il cfo del colosso assicurativo francese, Gérald Harlin, ha risposto così, a margine della presentazione dei riusltati 2016, alle domande sul possibile interesse per la compagnia italiana.
E per fugare ogni eventuale, residuo dubbio, il nuovo amministratore delegato Thomas Buberl ha aggiunto: «In passato Axa ha effettuato molte grandi acquisizioni, con l’obiettivo di raggiungere la taglia critica necessaria a livello internazionale. Ora che questo target è stato centrato, non siamo più interessati né alle piccolissime né alle grandi operazioni di crescita esterna. Siamo quindi concentrati su operazioni di medie dimensioni, comprese tra 1 e 3 miliardi, mirate sui settori e sui mercati che riteniamo strategici: la salute, i danni e l'Asia».
Quanto a Mps, Harlin ha sottolineato che “l'aumento di capitale è molto impegnativo” e che comunque, “anche se le condizioni non sono ancora note”, Axa farà la sua parte perché quello con Mps “è un partenariato che ci dà molte soddisfazioni”. Nel ribadire “sostegno e fiducia al management della banca”, Harlin ha quindi dichiarato che “la strategia di Axa rispetto a Mps non cambia”.
Sul fronte dei risultati di un anno caratterizzato dal cambio al vertice del gruppo (con l’uscita di Henri de Castries in settembre) e dal varo del nuovo piano strategico Ambition 2020, Axa ha registrato un aumento del 2% dei ricavi (che hanno superato la soglia dei 100 miliardi, a 100,2), un risultato operativo in crescita del 3% a 5,7 miliardi e utili netti in progressione del 4% a 5,8 miliardi. «Risultati solidi – ha commentato Buberl – e in linea con gli obiettivi del piano». Oltre che con le attese degli analisti.
Più in dettaglio, il fatturato del ramo Vita è salito del 2% a 60,3 miliardi, grazie soprattutto al buon andamento sui mercati emergenti, in particolare Cina e Hong Kong. Mentre l'attività è stata meno sostenuta sui mercati “maturi”, soprattutto in Italia (dove l'attività ha risentito di “condizioni di mercato sfavorevoli”) e in Belgio (dov'è stato annunciato un piano di tagli occupazionali pari a 650 posti entroi il 2018).
In crescita del 2% anche il ramo Danni (a 35,6 miliardi), grazie soprattutto a un aumento medio delle polizze pari al 2,7 per cento.
Meno positivi sono i dati relativi al ratio combinato complessivo (salito di 0,3 punti dal 96,2% al 96,5%), al Roe (sceso di 0,6 punti dal 14,1% al 13,5%, rimanendo comunque nella parte alta della forchetta 1214% prevista dal piano) e all'indice di solvibilità (Solvency II) peggiorato di 8 punti (dal 205% al 197%).
Forte comunque di una progressione del 4% dell'utile operativo per azione (da 2,16 a 2,24 euro), Axa ha deciso di aumentare il dividendo del 5% (a 1,16 euro), con un tasso di distribuzione del 48% (nella parte bassa della forchetta 4555% del piano).
Nel presentare i conti, Buberl ha i nsistito molto sui temi dell'innovazione e della trasformazione del gruppo, richiamando l'attenzione sui settori e sui mercati in maggior crescita, sui quali puntare con decisione. In particolare il comparto della salute, che rappresenta già ricavi per 12 miliardi (in aumento del 4%), con un ratio combinato pari al 94,9 per cento. E appunto l'Asia, che l'anno scorso ha registrato una progressione dei premi sulle nuove polizze pari al 16% e un risultato operativo di 588 milioni, in aumento dell'8 per cento.
IL BILANCIO DI AXA Il 2016 si chiude con un aumento del 2% dei ricavi (oltre 100 miliardi), risultato operativo in crescita del 3% e utili per 5,8 miliardi