Opel francese ma con targa tedesca
CarlosTavar es haf atto un capolavoro: ha“venduto” ai politici, ai sindacati e ai mercati una Opel a guida francese ma con targa tedesca. Il numero uno di Peugeot ha giocato la carta dell'identità tedesca, facendo i complimenti a Opel per la parte di risanamento finora attuata, impegnandosi a rispettare tutti gli impegni con i sindacati e lasciando in ombra possibili tagli futuri. Ha poi evocato le potenzialità esportatrici del made in Germany che, sfruttate da General Motors solo in Europa, contribuirebbero i ncaso di successo a far salire i ricavi di Opel controbattendo un'altra critica all'operazione: che Peugeot, già sbilanciata sull'Europa, rischi con l'azienda tedesca di diventarlo ancora di più. Vista dalla Germania, Peugeot ha un quartier generale a tre ore e mezza di treno da Rüsselsheim e non a un oceano di distanza; è sì un'azienda straniera e statale, ma controllata da un Governo con cui ci si può sedere a un tavoloe discutere-come dimostrano i contatti di questi giorni.
LLe acquisizioni infraeuropee non sono necessariamente facili, come dimostra il fallimento di Bmw-Rover, e come dimostrano le levate di scudi - qualche anno fa - contro il tentativo di Fiat di acquistare la stessa Opel. Ma gli esempi di convivenza francotedesca non Usa a cominciare da quelli pubblici come Airbus. Non solo: il discorso di Tavares potrebbe toccare una corda diversa ma altrettanto profonda. Per i decenni passati finora sotto l’ala di Gm, Opel non è mai stata decisiva per le sorti del big di Detroit: quando le cose negli Usa andavano bene, Gm guadagnava miliardi di dollari e poteva pemettersi (almeno finora) qualche centinaio di milioni di perdita in Europa; e quando nel 2009 è finita in bancarotta, c’è invece finita per i guai di casa propria. Questa sensazione di sostanziale irrilevanza potrebbe cambiare se l’azienda finisse sotto l’ala di Peugeot. «Abbiamo fiducia nel fattore umano» ha detto ieri il manager.
Come è riuscito a motivare dirigenti e dipendenti Peugeot, potrebbe farlo anche sull’altra sponda del Reno.