Il Sole 24 Ore

Emporio Armani optical Diesel e le gonne anni 90

Da King George una collezione a forte impatto visivo: «Ho fatto una scelta rischiosa» I parka in pelle hanno volumi decisi da Tod’s, Versace duro e metropolit­ano

- Angelo Flaccavent­o

pÈ una giungla là fuori. Le esigenze della vita contempora­nea sono dilanianti. Si esiste costanteme­nte online e in movimento, in bilico tra reale e virtuale, sempre in qualche modo non connessi al mondo circostant­e, altrove con il pensiero e con lo sguardo. Questa condizione di distrazion­e permanente ha riscritto alla radice anche i canoni dello stile, annullando confini e protocolli, i mponendo un anarchico laissez faire. In una sorta di autodeterm­inismo assoluto, oggi in materia di vestimento ciascuno agisce come vuole e crede, immemore di prescrizio­ni ormai vetuste.

La tornata di sfilate milanesi, almeno per come l’azione si è delineata fino ad ora, è, non a caso, tutta all’insegna del caos: la tendenza, sempre che i n questa temperie da nuovo big bang il trend univoco esista ancora, è vestirsi alla rinfusa, come a luce spenta, e quel che si perderà in stile si guadagnerà in personalit­à.

Dello slittament­o in atto, ovvero del trionfo della cacofonia sull’armonia, si è accorto persino Giorgio Armani, che da Emporio Armani decide che il clash è segno di individual­ità, e manda in pas- serella una collezione ad alto impatto visivo, quasi psichedeli­ca nella forzata coesistenz­a di macromotiv­i optical e plastiche industrial­i, di rosa acceso e nero notturno. È un Armani meno morigerato del solito, che gioca con le proporzion­i e con le stampe, che tratta le paillettes e i ricami con la nonchalanc­he che si riserva alla felpa, e che contrappon­e generi senza alcun rispetto per regole che non ha certo scritto lui.

«Ho fatto una scelta rischiosa con questa collezione - racconta Giorgio Armani backstage -, ma sono convinto che bisogna trovare una nuova formula, un nuovo modo di vestire che sia veramente di questo tempo, non nostalgico e non costumisti­co. Bisogna rispecchia­re il momento in cui si vive » . L’intento è lodevole, e invidiabil­e è la tenacia con la quale Armani non rinuncia al dialogo con la contempora­neità. Però questa è ancora la fase della sperimenta­zione, sicchè non tutto funziona. L’impatto è forte, ma stordisce. Armani, in fondo, è sempre al meglio e più vero quando sottrae.

Donatella Versace manda in passerella cinquantat­rè donne che sono altrettant­e personalit­à, una diversa dall’altra, tutte forti e decise. Il tono è duro, metropolit­ano, pericolosa­mente vicino al lavoro di Demna Gvasalia, del quale Donatella Versace interpreta gli stilemi, dal megatailor­ing ai duvet, filtrandol­i attraverso la lente del superomism­o Versaciano. Il risultato è un sexy abrasivo che affascina.

L’assenza di un direttore creativo, da Tod’s , non è motivo per rinunciare allo show. La prova, a firma collettiva dell’ufficio stile, i ntrodotta da una intensa performanc­e di Thomas De Falco, è una convincent­e reitereazi­one dei codici della maison: spirito outdoor, alta artigianal­ità, italianità perbene. La pelle, intrecciat­a, lavorata, esaltata, è al centro della proposta, declinata al meglio nei parka dai volumi decisi.

Per Sportmax radicare la moda nel momento vuol dire ritornare senza indugio alle proprie radici, stilistich­e ma anche liguistich­e. Ovvero, puntare sullo sport, che non significa performanc­e tecnica e agonismo, ma felice pragmatism­o. La collezione è pulita, scattante e vera. I giacconi dai tagli architetto­nici, i lunghi abiti e i fuseaux esprimono al meglio lo spirito del nuovo minimalism­o.

È serena e rassicuran­te la bella prova di Andeas Melbostad per Diesel Black Gold, che abbandona le spigolosit­à rock per esplorare una idea di intimismo dall’inequivoca­bile esprit anni Novanta, completo di gonne lunghissim­e e scarpe da ginnastica, come portava Kate Moss nelle prime foto di Corinne Day e David Sims. Melbostad ha quarant’anni o poco più: su quell’estetica si è formato e non ne fa mistero. I riferimemt­i a Martin Margiela e Ann Demeulemee­ster sono dichiarati, ma la lettura è acuta e personale, mai nostalgica.

È tempo di re-start da Krizia: nuovo management, nuova direzione creativa, nuovi progetti di dialoghi pluridisci­plinari, come fece la pioniera Mariuccia Mandelli. È solo la prima prova, ma la direzione convince: perchè dinamica, e vagamente pop, senza rinunciare agli animali sui maglioni, impressi per sempre nell’immaginari­o collettivo. Da qui si riparte.

I CANONI DELLO STILE Ri-partenza da Krizia con nuovi manager e nuova direzione creativa Giacconi architetto­nici e minimalist­i per Sportmax

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Outdoor e artigianal­ità
Tod’s. Outdoor e artigianal­ità
 ??  ?? Emporio Armani. Completo con macromotiv­i optical
Emporio Armani. Completo con macromotiv­i optical
 ??  ?? Krizia. Dinamica e vagamente pop
Krizia. Dinamica e vagamente pop
 ??  ?? Sportmax. Collezione scattante
Sportmax. Collezione scattante
 ??  ?? Diesel Black Gold. Intimista
Diesel Black Gold. Intimista
 ??  ?? Versace. Silhouette definita
Versace. Silhouette definita

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