Per Volkswagen utili a 5,1 miliardi
Emeno male che hanno avuto il dieselgate. Sennò chissà dove sarebbero ora. Quello che è riuscita a fare Volkswagen negli ultimi mesi per ripartire, a doppia velocità, dopo il pesantissimo scandalo delle emissioni truccate dei mo- tori diesel, ha dell’incredibile. Una vicenda che finirà tra i casi di manuale in qualche libro di storia d’economia d’impresa. Perché il colosso di Wolfsburg, che ha cause aperte in mezzo mondo e ha ancora un contenzioso da digerire con gli Stati Uniti di oltre 24 miliardi di dollari, è riuscita poche settimane fa, grazie agli eccellenti risultati di mercato del 2016 - oltre 10 milioni di veicoli venduti - a tornare nel gradino più alto del podio, nella classifica dei costruttori di automobili mondiali, scartando Toyota scesa al secondo posto. Non solo. La drastica cura a base di efficienza e innovazione voluta dall’amministratore delegato Matthias Muller («Abbiamo lavorato duro in questi mesi») è la base migliore per continuare a crescere. Vw dopo il dieselgate ha deciso di investire pesantemente sull’elettrico. Da qui al 2025 lancerà più di venti nuovi modelli a propulsione elettrica, anche utilitarie: l’obiettivo è quello di riuscire a venderne 3 milioni tra otto anni. Una rivoluzione che costringerà gli altri pro- duttori a rincorrere. Intanto, i risultati di bilancio confermano lo scatto in avanti fatto dal gruppo tedesco. Nel 2016 ha registrato un utile netto di 5,14 miliardi di euro. Con un fatturato record di 217,3 miliardi di euro. Certo, le ferite del dieselgate fanno ancora male. In ogni caso, Vw per il 2016 propone ai suoi azionisti un dividendo in netto rialzo, pari a 2 euro per i titoli ordinari.