«Atlante? Non vogliamo perdite»
«Non vogliamo perdere neppure un euro, e quindi non abbiamo alcuna intenzione di svalutare la partecipazione nel fondo Atlante, in cui abbiamo investito 536 milioni». Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri e della Fondazione Cariplo, ribadisce la posizione delle Fondazioni bancarie dopo che alcuni soci - tra cui Intesa Sanpaolo e Ubi Banca - hanno svalutato le rispettive quote nel veicolo che ha rilevato Veneto Banca e Popolare di Vicenza.
La valutazione indipendente di Deloitte, che ipotizza una svalutazione di circa il 24%, non scompone Guzzetti: «Non siamo quotati - ha precisato ieri a Pistoia, al termine di un convegno sulle Fondazioni e lo sviluppo economico dei territori - e non siamo tenuti in nessun modo a svalutare l'investimento. Fino a quando Atlante non avrà un bilancio dal quale emerge la svalutazione, non siamo tenuti a fare nulla. E anche in quel caso, valuteremo, perché non vogliamo perdere neppure un euro». Guzzetti non ha voluto commentare né la vicen- da Intesa Sanpaolo-Generali, né la norma “anti scorrerie” annunciata dal ministro Carlo Calenda per rendere trasparenti le mosse di chi acquisisce partecipazioni rilevanti nelle aziende. Ha preferito rimarcare la necessità che le Fondazioni mantengano prioritari gli interventi in campo sociale. «Il nostro modello è una progettualità a servizio dello sviluppo economico, che punta a creare partnership con soggetti locali, nazionali e internazionali», ha aggiunto Umberto Tombari, presidente della Fondazione Cr Firenze.
pChe ha annunciato un investimento da 18-20 milioni per trasformare la ex caserma Cavalli di Firenze in centro di sviluppo delle startup innovative e un progetto di supporto all'Opificio delle pietre dure di Firenze, eccellenza nel restauro di opere d'arte. «Siamo a fianco delle imprese - ha aggiunto Luca Iozzelli, presidente della Fondazione Caript e coordinatore delle Fondazioni toscane - , queste devono essere più trasparenti, con bilanci a posto e più ambiziose». Dalle imprese, rappresentate dal presidente di Confindustria Toscana, Pierfrancesco Pacini, è arrivata l’intenzione di lavorare con le Fondazioni. «Per un nuovo modello di sviluppo della Toscana - ha detto -, per riscrivere un manifesto basato sull’innovazione, a partire dall’industria 4.0 e dalle startup». L’importanza del territorio, la «coscienza dei luoghi» teorizzata dall’economista Giacomo Becattini è stata ricordata dal direttore del centro studi di Confindustria, Luca Paolazzi, che ha sottolineato l’importanza degli imprenditori e del loro saper fare, la forza dei distretti industriali e la necessità di comunicare meglio ciò che si realizza.