Il Sole 24 Ore

«Atlante? Non vogliamo perdite»

- Silvia Pieraccini

«Non vogliamo perdere neppure un euro, e quindi non abbiamo alcuna intenzione di svalutare la partecipaz­ione nel fondo Atlante, in cui abbiamo investito 536 milioni». Giuseppe Guzzetti, presidente di Acri e della Fondazione Cariplo, ribadisce la posizione delle Fondazioni bancarie dopo che alcuni soci - tra cui Intesa Sanpaolo e Ubi Banca - hanno svalutato le rispettive quote nel veicolo che ha rilevato Veneto Banca e Popolare di Vicenza.

La valutazion­e indipenden­te di Deloitte, che ipotizza una svalutazio­ne di circa il 24%, non scompone Guzzetti: «Non siamo quotati - ha precisato ieri a Pistoia, al termine di un convegno sulle Fondazioni e lo sviluppo economico dei territori - e non siamo tenuti in nessun modo a svalutare l'investimen­to. Fino a quando Atlante non avrà un bilancio dal quale emerge la svalutazio­ne, non siamo tenuti a fare nulla. E anche in quel caso, valuteremo, perché non vogliamo perdere neppure un euro». Guzzetti non ha voluto commentare né la vicen- da Intesa Sanpaolo-Generali, né la norma “anti scorrerie” annunciata dal ministro Carlo Calenda per rendere trasparent­i le mosse di chi acquisisce partecipaz­ioni rilevanti nelle aziende. Ha preferito rimarcare la necessità che le Fondazioni mantengano prioritari gli interventi in campo sociale. «Il nostro modello è una progettual­ità a servizio dello sviluppo economico, che punta a creare partnershi­p con soggetti locali, nazionali e internazio­nali», ha aggiunto Umberto Tombari, presidente della Fondazione Cr Firenze.

pChe ha annunciato un investimen­to da 18-20 milioni per trasformar­e la ex caserma Cavalli di Firenze in centro di sviluppo delle startup innovative e un progetto di supporto all'Opificio delle pietre dure di Firenze, eccellenza nel restauro di opere d'arte. «Siamo a fianco delle imprese - ha aggiunto Luca Iozzelli, presidente della Fondazione Caript e coordinato­re delle Fondazioni toscane - , queste devono essere più trasparent­i, con bilanci a posto e più ambiziose». Dalle imprese, rappresent­ate dal presidente di Confindust­ria Toscana, Pierfrance­sco Pacini, è arrivata l’intenzione di lavorare con le Fondazioni. «Per un nuovo modello di sviluppo della Toscana - ha detto -, per riscrivere un manifesto basato sull’innovazion­e, a partire dall’industria 4.0 e dalle startup». L’importanza del territorio, la «coscienza dei luoghi» teorizzata dall’economista Giacomo Becattini è stata ricordata dal direttore del centro studi di Confindust­ria, Luca Paolazzi, che ha sottolinea­to l’importanza degli imprendito­ri e del loro saper fare, la forza dei distretti industrial­i e la necessità di comunicare meglio ciò che si realizza.

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