Mercato in guardia sull’opzione Sky
Il dialogo su Mediaset Premium sembra ancora in salita ma avrebbe senso industriale
pSarà anche per le distanze che appaiono sempre più incolmabili fra i due litiganti Mediaset e Vivendi, ma a ogni modo l'opzione Sky continua a tornare nel dibattito riguardante il futuro di Premium. Il sito Repubblica.it ha rilanciato ieri la notizia di un incontro a Londra fra i manager delle due società. Nessuna smentita ufficiale, ma fonti interne sia a Mediaset sia a Sky prendono le distanze da questa ricostruzione.
La soluzione Sky-Premium continua tutta via a circolare negli ambienti, fra vari stop and go. In passato la trattativa imbastita dalle due società si era infranta sullo scoglio del prezzo. In questo momento l'accelerazione di un'intesa potrebbe trovare la sua ragione nell'anticipazione di un'eventuale Offerta pubblica di acquisto di Vivendi su Mediaset che farebbe scattare la passivity rule (divieto di operazioni “difensive” senza aver ottenuto preventivamente il via libera degli azionisti).
Per ora il mercato resta alla finestra dinanzi a un'operazio- ne che avrebbe sicuramente senso in un mercato, come quello della pay tv, che non cresce da anni quanto a clientela e che difficilmente potrà invertire il senso di rotta alle condizioni attuali, anzi. Ci sono studi, come quello di It Media consulting, che mettono in evidenza come i nuovi servizi di video on demand potrebbero farla da padrone. In base a questa indagine nel 2016 a fronte di ricavi da pay tv per 3,078 miliardi, si hanno ricavi da pubblicità per 3,129. Sorpasso avvenuto. E poco può l'aumento del 2% dei ricavi da servizi a pagamento rispetto all'anno precedente: l'incremento, scrivono da It Media consulting, è legato perlopiù alle performance dei servizi Svod (l'on demand con sottoscrizione) o Tvod (l'on demand transazionale, in cui si paga per ogni singolo acquisto video).
Del resto è ormai sotto gli occhi di tutti il segnale che arriva dall'incrocio fra evoluzione tecnologica e mutate esigenze della domanda. La traduzione di un'offerta appetibile al pubblico – multipiattaforma, multischermo, anche in mobilità – sta aiutando l'espandersi dei nuovi servizi on demand, ma anche la pay tradizionale si è mossa in tal senso. Sky e Mediaset Premium hanno entrambe fornito a clienti e mercato soluzioni che vanno in questa direzione. Ma i prezzi più alti e la necessità di abbonarsi per lunghi periodi giocano a svantaggio della pay tv tradizionale.
È in questa logica che si inquadra il senso industriale di un'operazione che tuttavia le parti continuano a smentire, in alcuni casi anche pubblicamente. Certo è che questo è un po' da considerare come l'anno della svolta per la pay tv in Italia. Che sia matrimonio oppure no, i due protagonisti della pay tv italiana giocheranno partite diverse, o comunque con un differente outfit. Sky punterà a riprendersi la Champions che Mediaset le ha soffiato seppur a caro prezzo. Per alcuni quei 225 milioni all'anno sborsati dal Biscione per i diritti esclusivi delle gare di Champions nel triennio 2015-2018 servivano a rendere l'esca più appetitosa per Murdoch. Non è stato così e alla fine i risultati non sono stati quelli sperati nonostante la cre- scita oltre i 2 milioni di abbonati per Premium.
Le aste per i diritti tv, sia della Champions sia della Serie A, si avvicinano. Mediaset ha fatto sapere che parteciperà in maniera opportunistica, senza svenarsi. E comunque da Cologno hanno strizzato l'occhio a eventuali operatori interessati a essere ospitati mettendo sul piatto anche le altre esclusive di casa, come Warner e Universal. Dall'altra parte Sky sa che il calcio e lo sport continuano a essere fondamentali in un pacchetto pay, ma non da soli. Con l'operazione “Vision Distribution” - la società per la distribuzione cinematografica creata con cinque produttori - andrà a dire la sua anche su quel novero di produzioni e diritti e sul mondo della distribuzione cinematografica. Dall'altro canto, la sinergia fra offerta pay e digitale terrestre (Sky ha Tv8, Cielo e Sky Tg24 in chiaro) è una delle armi con cui Sky ha combattuto (e vinto) la sua sfida in assenza della Champions. Il matrimonio fra le avrebbe senso. Ma intanto ognuno fa il suo gioco.
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