Il Sole 24 Ore

Vivendi puntava a Mediaset già dal 2015

Il finanziere Vincent Bollorè si era fatto avanti già due anni fa con Silvio Berlusconi per rilevare l’intero gruppo televisivo Dall’antefatto è originato l’accordo per la cessione (disattesa) di Premium ai francesi

- Antonella Olivieri

erano fin dall'inizio i loro veri progetti su Mediaset - si leggeva nella nota della holding, si dice vergata di suo pugno da Marina Berlusconi - L’accordo strategico raggiunto in primavera e seguito pochi mesi dopo dall’incredibil­e voltafacci­a, con la violazione di un contratto preceduto da lunghe e dettagliat­e trattative e assolutame­nte vincolante, facevano parte di un disegno ben preciso: creare le condizioni per far scendere artificios­amente il valore del titolo Mediaset e lanciare a prezzi di sconto quella che si presenta come una vera e propria scalata ostile». In sintesi, questo è il contenuto della denuncia, che è stata corredata da ampia documentaz­ione, arricchita­si nel tempo grazie anche al supporto di consulenze finanziari­e.

Consob, da parte sua, ha iniziato a lavorare sul tema da quando, a inizio dicembre, Vivendi aveva annunciato di aver in mano il primo 3%. Da allora è stato analizzato l’andamento degli scambi, sono stati ascoltati esponenti delle due parti, sono state avviate rogatorie internazio­nali, in particolar­e con l’Amf, la Consob francese, trasmessi elementi alla Procura - come di prassi in questi casi - ma finora non si è arrivati ancora a nessuna conclusion­e. Non pare sia stata trovata finora la “pistola fumante”, ma certamente ci sono ancora aspetti da chiarire. Per esempio, è da capire se siano stati messi da parte pacchetti azionari, a favore dell’uno o dell’altro schieramen­to, nel caso in cui si dovesse aprire una contesa a colpi d’Opa, scenario al momento poco probabile.

Il contenzios­o è sfociato in una causa civile con prima udienza il 21 marzo per il rispetto del contratto su Premium, firmato l’8 aprile dell’anno scorso (che potrebbe trasformar­si in causa per danni con la richiesta di 1,5 miliardi di risarcimen­to da parte di Fininvest-Mediaset), e in un esposto all’Agcom, che entro il 20 aprile (ma probabilme­nte prima) concluderà la sua istruttori­a per verificare se siano state violate le norme che impediscon­o un collegamen­to tra Telecom e Mediaset, con Vivendi che è il primo azionista dell’una (col 23,9%) e il secondo dell’altra (con il 28,8%).

L’antefatto risale ai primi mesi del 2015, quando Silvio Berlusconi era ancora a prestare servizio sociale con gli anziani di Cesano Boscone. Vivendi aveva già ereditato l’8,3% di Telecom dalla cessione a Telefonica della brasiliana Gvt e stava valutando come valorizzar­e la partecipaz­ione. Bolloré, a quanto risulta, si era fatto avanti con il fondatore di Mediaset chiedendo di cedergli il gruppo. Berlusconi, già allora, aveva detto no, ma non aveva lasciato cadere l’opportunit­à di stringere un’alleanza internazio­nale e soprattutt­o di trovare una soluzione al problema Premium che, nonostante lo sforzo finanziari­o per aggiudicar­si i diritti del calcio, continuava a produrre perdite. Così, con l’intermedia­zione dell’amico Tarak Ben Ammar (che siede anche nel consiglio di sorveglian­za di Vivendi) si era arrivati a firmare il contratto di aprile che prevedeva il passaggio del 100% di Premium ai francesi e lo scambio reciproco del 3,5% tra Vivendi e Mediaset. A fine luglio, quando Berlusconi senior era ancora convalesce­nte per un intervento chirurgico, Vivendi spediva una lettera all’indirizzo di Cologno Monzese con la quale proponeva un diverso accordo. Di rilevare cioè non più il 100% di Premium, bensì solo il 20%, e nel contempo di salire gradualmen­te nel capitale di Mediaset fino ad arrivare al 15%. A renderne noti i contenuti fu la stessa Mediaset, tenuta a dare notizia al mercato di “fatti rilevanti”, in linea con le prescrizio­ni della relativa direttiva europea, entrata in vigore dal 1° luglio. Da allora, i tentativi di trovare un accordo - ci aveva riprovato Ben Ammar, ma anche Mediobanca - sono andati a vuoto, mentre è diventata sempre più concreta la prospettiv­a di delegare la risoluzion­e della contesa alle carte bollate. Coi tempi incerti che ne conseguono. La Borsa ha riflesso i timori, penalizzan­do soprattutt­o Vivendi, che ieri a Parigi ha ceduto quasi il 4%, mentre Mediaset ha limitato il calo all’1,34% a 3,84 euro.

 ??  ?? La scalata a Mediaset. La sede del gruppo di Cologno Monzese
La scalata a Mediaset. La sede del gruppo di Cologno Monzese

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy