Tronci (Albacore): «Un’azienda in cui credo è Sound Energy»
Grazie ai giacimenti di gas in Marocco oggi la società è un player appetibile
Quali sono le mosse più importanti per gestire oggi in maniera efficiente un portafoglio?
Questa fase rappresenti un momento storico di forte discontinuità dal periodo post 2008. Le politiche monetarie che hanno fornito il supporto reflattivo sulle asset class a iniziare dai bond per poi trasferirsi sull’azionario sono al giro di boa e ritornerà a essere determinante la valutazione ancora più attenta degli investimenti. Non crediamo che la Bce in primis e neanche le altre banche centrali scompariranno dal mercato nell’arco di 6-12 mesi ma rimaniamo convinti che l’epoca dei tassi a zero stia terminando. In questo contesto crediamo che, passata l’iniziale fase di euforia post Trump, la ricetta “value” e un maggiore spirito critico sulle componenti di portafoglio siano ancora più opportune. Non siamo però negativi guardando l’economia a livello globale, ma il vero problema è poi se il portafoglio soddisfi le aspettative di ritorno e (soprattutto) dei rischi attesi.
Quindi?
Sarà importante mantenere un grado di diversificazione adeguato con delle componenti “risk off” che però possono essere diverse da quelli tradizionali (divise anziché oro e titoli di stato, materie prime anziché obbligazioni inflation linked). Riconsiderare i prodotti anche in base ai costi mantenendo quelli con costi maggiori laddove vi sia effettivamente dell’alpha.
Le sue attese sui mercati azionari?
Non siamo negativi sull’economia globale e non solo per l’effetto Trump, ma anche per un processo di stabilizzazione del prezzo delle commodity che aiuterà le diverse economie emergenti e i relativi consumi evitando inoltre spill over derivanti da vendite forzate di asset finanziari internazionali: si pensi all’Arabia Saudita, alla Russia, all’Australia, al Canada, al Brasile e al Messico. La riforma fiscale negli Usa promette poi di essere rivoluzionaria e di iniettare energie fresche per la crescita Usa e, quindi, anche internazionale. Ecco allora che privilegiamo il comparto azionario a quello obbligazionario perché pure se non a sconto, economie più in salute e soprattutto deflussi dall’obbligazionario supporteranno corsi azionari più elevati in attesa di un ciclo di utili in crescita.
La crescente polemica sull’euro dove ci porterà?
Questo è uno dei punti deboli del post 2008 insieme al complicato quadro geopolitico globale e ai venti populisti. Dopo Brexit, Trump e il referendum italiano che sta portando all’implosione del PD e quindi dando un’ulteriore forza a movimenti contro l’euro, il vento contrario continua a montare. Ritornare alle frontiere fra gli stati europei e a diverse monete sembra, oltre che una follia dal punto di vista implementativo, un enorme costo economico e sociale. L’Europa deve fare un salto di qualità. E questo però può avvenire solo dopo un’altra crisi o un evento di forte cambiamento (come la vittoria della Le Pen in Francia). Si potrebbe prendere come esempio il modello confederativo svizzero e aggiustare il tiro in quella direzione, la Svizzera è un’unione che funziona.
Quanti margini di manovra ha ancora Draghi?
Qualche margine lo ha ancora. Il Qe rimane attivo e sarà allargato ulteriormente per mancanza di “carta” tedesca ai titoli di Stato periferici. Ci aspettiamo che il tapering diventi un possibilità 2018 e non escludiamo altre tecnicalità per mantenere gli spread tra “core” e “periphery” entro livelli di guardia. I problemi per la politica di Draghi potrebbero arrivare da un’eventuale ripresa dell’inflazione nei prossimi semestri.
Dove investite sul comparto obbligazionario?
Guardiamo agli high yield soprattutto Usa, Emerging e Frontier Markets (sia in monete locali che in dollari). Tips e investment grade per i più conservativi (con attenzione alla duration, soprattutto per titoli in dollari).
Settori e paesi sui quali state puntando?
Da fine 2016 abbiamo inserito un esposizione direzionale su Dax, banche e infrastrutture del settore energetico Usa. Manteniamo inalterato il peso sul farmaceutico globale che, dopo le brutte performance dell’ultimo trimestre 2016, gode di un ottimo recupero in queste fasi del 2017.
Wall Street a questi livelli è sopravvalutata?
Sì, ma rimaniamo costruttivi. Le stime sugli Eps sono impressionanti, anche per via della politiche fiscali e di rimpatrio capitali di Trump. Qui il tema si gioca molto anche sui tassi Usa a lungo termine. Fino al 2,75-3% il rialzo può essere considerato frutto di un economia più solida e in crescita. Gli Usa rappresentano sempre l’economia e il sistema più dinamici.
Le prossime mosse della Fed?
Vi potranno essere tra i due e i tre rialzi nel 2017 se crescita economica, disoccupazione e inflazione lo giustificano. Lo scontro tra la Fed e la nuova amministrazione americana è però appena cominciato. Trump ora ha bisogno di un dollaro sotto controllo che non pregiudichi la crescita del settore domestico Usa e farà in modo di “addomesticare” per quanto possibile il Fomc alle sue necessità anche considerando le nuove nomine sulle quali deciderà proprio il nuovo presidente americano.
Quali le società più interessanti?
Investiamo raramente in single stocks preferendo identificare gestori di fondi e/o strategie che possano implementare l’asset allocation. Talvolta però cogliamo opportunità di tipo quasi Private Equities (anche se in società quotate) che meglio rispondono alle nostre competenze specifiche. A questo proposito nei nostri portafogli troviamo ancora la Spac Glenalta (ora Orsero Spa) perché riteniamo che il settore, la valutazione di entrata e la storia di turnaround sotto il nuovo management possano essere un’ottima opportunità nel medio periodo. Siamo inoltre azionisti e crediamo in Sound Energy plc. Benché il titolo abbia quasi moltiplicato per 10 la sua capitalizzazione da quando abbiamo investito, riteniamo che l’opportunità di sfruttamento dei giacimenti di gas in Marocco abbia trasformato la società in un player appetibile da un gruppo più grande e abbia inoltre delle valutazioni (basate sulle riserve stimate) ancora a sconto.