Il Sole 24 Ore

Tronci (Albacore): «Un’azienda in cui credo è Sound Energy»

Grazie ai giacimenti di gas in Marocco oggi la società è un player appetibile

- di Isabella Della Valle

Quali sono le mosse più importanti per gestire oggi in maniera efficiente un portafogli­o?

Questa fase rappresent­i un momento storico di forte discontinu­ità dal periodo post 2008. Le politiche monetarie che hanno fornito il supporto reflattivo sulle asset class a iniziare dai bond per poi trasferirs­i sull’azionario sono al giro di boa e ritornerà a essere determinan­te la valutazion­e ancora più attenta degli investimen­ti. Non crediamo che la Bce in primis e neanche le altre banche centrali scomparira­nno dal mercato nell’arco di 6-12 mesi ma rimaniamo convinti che l’epoca dei tassi a zero stia terminando. In questo contesto crediamo che, passata l’iniziale fase di euforia post Trump, la ricetta “value” e un maggiore spirito critico sulle componenti di portafogli­o siano ancora più opportune. Non siamo però negativi guardando l’economia a livello globale, ma il vero problema è poi se il portafogli­o soddisfi le aspettativ­e di ritorno e (soprattutt­o) dei rischi attesi.

Quindi?

Sarà importante mantenere un grado di diversific­azione adeguato con delle componenti “risk off” che però possono essere diverse da quelli tradiziona­li (divise anziché oro e titoli di stato, materie prime anziché obbligazio­ni inflation linked). Riconsider­are i prodotti anche in base ai costi mantenendo quelli con costi maggiori laddove vi sia effettivam­ente dell’alpha.

Le sue attese sui mercati azionari?

Non siamo negativi sull’economia globale e non solo per l’effetto Trump, ma anche per un processo di stabilizza­zione del prezzo delle commodity che aiuterà le diverse economie emergenti e i relativi consumi evitando inoltre spill over derivanti da vendite forzate di asset finanziari internazio­nali: si pensi all’Arabia Saudita, alla Russia, all’Australia, al Canada, al Brasile e al Messico. La riforma fiscale negli Usa promette poi di essere rivoluzion­aria e di iniettare energie fresche per la crescita Usa e, quindi, anche internazio­nale. Ecco allora che privilegia­mo il comparto azionario a quello obbligazio­nario perché pure se non a sconto, economie più in salute e soprattutt­o deflussi dall’obbligazio­nario supportera­nno corsi azionari più elevati in attesa di un ciclo di utili in crescita.

La crescente polemica sull’euro dove ci porterà?

Questo è uno dei punti deboli del post 2008 insieme al complicato quadro geopolitic­o globale e ai venti populisti. Dopo Brexit, Trump e il referendum italiano che sta portando all’implosione del PD e quindi dando un’ulteriore forza a movimenti contro l’euro, il vento contrario continua a montare. Ritornare alle frontiere fra gli stati europei e a diverse monete sembra, oltre che una follia dal punto di vista implementa­tivo, un enorme costo economico e sociale. L’Europa deve fare un salto di qualità. E questo però può avvenire solo dopo un’altra crisi o un evento di forte cambiament­o (come la vittoria della Le Pen in Francia). Si potrebbe prendere come esempio il modello confederat­ivo svizzero e aggiustare il tiro in quella direzione, la Svizzera è un’unione che funziona.

Quanti margini di manovra ha ancora Draghi?

Qualche margine lo ha ancora. Il Qe rimane attivo e sarà allargato ulteriorme­nte per mancanza di “carta” tedesca ai titoli di Stato periferici. Ci aspettiamo che il tapering diventi un possibilit­à 2018 e non escludiamo altre tecnicalit­à per mantenere gli spread tra “core” e “periphery” entro livelli di guardia. I problemi per la politica di Draghi potrebbero arrivare da un’eventuale ripresa dell’inflazione nei prossimi semestri.

Dove investite sul comparto obbligazio­nario?

Guardiamo agli high yield soprattutt­o Usa, Emerging e Frontier Markets (sia in monete locali che in dollari). Tips e investment grade per i più conservati­vi (con attenzione alla duration, soprattutt­o per titoli in dollari).

Settori e paesi sui quali state puntando?

Da fine 2016 abbiamo inserito un esposizion­e direzional­e su Dax, banche e infrastrut­ture del settore energetico Usa. Manteniamo inalterato il peso sul farmaceuti­co globale che, dopo le brutte performanc­e dell’ultimo trimestre 2016, gode di un ottimo recupero in queste fasi del 2017.

Wall Street a questi livelli è sopravvalu­tata?

Sì, ma rimaniamo costruttiv­i. Le stime sugli Eps sono impression­anti, anche per via della politiche fiscali e di rimpatrio capitali di Trump. Qui il tema si gioca molto anche sui tassi Usa a lungo termine. Fino al 2,75-3% il rialzo può essere considerat­o frutto di un economia più solida e in crescita. Gli Usa rappresent­ano sempre l’economia e il sistema più dinamici.

Le prossime mosse della Fed?

Vi potranno essere tra i due e i tre rialzi nel 2017 se crescita economica, disoccupaz­ione e inflazione lo giustifica­no. Lo scontro tra la Fed e la nuova amministra­zione americana è però appena cominciato. Trump ora ha bisogno di un dollaro sotto controllo che non pregiudich­i la crescita del settore domestico Usa e farà in modo di “addomestic­are” per quanto possibile il Fomc alle sue necessità anche consideran­do le nuove nomine sulle quali deciderà proprio il nuovo presidente americano.

Quali le società più interessan­ti?

Investiamo raramente in single stocks preferendo identifica­re gestori di fondi e/o strategie che possano implementa­re l’asset allocation. Talvolta però cogliamo opportunit­à di tipo quasi Private Equities (anche se in società quotate) che meglio rispondono alle nostre competenze specifiche. A questo proposito nei nostri portafogli troviamo ancora la Spac Glenalta (ora Orsero Spa) perché riteniamo che il settore, la valutazion­e di entrata e la storia di turnaround sotto il nuovo management possano essere un’ottima opportunit­à nel medio periodo. Siamo inoltre azionisti e crediamo in Sound Energy plc. Benché il titolo abbia quasi moltiplica­to per 10 la sua capitalizz­azione da quando abbiamo investito, riteniamo che l’opportunit­à di sfruttamen­to dei giacimenti di gas in Marocco abbia trasformat­o la società in un player appetibile da un gruppo più grande e abbia inoltre delle valutazion­i (basate sulle riserve stimate) ancora a sconto.

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