Il Sole 24 Ore

Conti correnti e inflazione, rispunta la «tassa» occulta

L’indice dei prezzi ai massimi dal 2013 Come difendersi tra costi in banca e mini re mu nerazioni

- di Andrea Gennai

L’inflazione rialza la testa in Italia. L’indice dei prezzi al consumo è cresciuto dell’1% in gennaio, al top da agosto 2013. Negli ultimi anni abbiamo vissuto un’insolita fase di prezzi sottozero, una situazione che ha salvaguard­ato il potere d’acquisto dei cittadini. La ripresa dell’inflazione diventa una sorta di “tassa occulta” visto che circa un terzo degli asset degli italiani è detenuto in contanti o conti correnti, dove le mini-remunerazi­oni non tengono il passo dei prezzi in crescita.

Cosa fare dunque? Se si pensa che l’inflazione abbia avviato un ciclo rialzista struttural­e ci sarà «anche una ripresa dei tassi di interesse - spiega Manfredi Urciuoli, responsabi­le comunicazi­one di ConfrontaC­onti.it - e pertanto dei rendimenti, quindi nell’immediato si dovrebbe evitare di rimanere vincolati su rendimenti ridotti e che magari possano non coprire l’effetto inflativo. Consideran­do che nel mese di febbraio la differenza di tasso d’interesse fra conti depositi vincolati e liberi è minima (il tasso medio dei conti deposito vincolati a 12 mesi è di 1,275% mentre il tasso medio dei conti deposito liberi è dello 0,95%), se ne potrebbe dedurre che il vincolo non sia sufficient­e a coprire il rischio di un nuovo incremento dell’inflazione». Se si fosse certi invece che lo scenario futuro ri- servi un’inflazione moderata, il vincolo potrebbe invece essere una soluzione efficiente. I conti correnti attualment­e non rendono praticamen­te nulla: secondo l’ultimo report di Banca d’Italia nel 2015 hanno avuto una giacenza media di circa 5.400 euro e la remunerazi­one sulle somme depositate è diminuita allo 0,2%. È quindi opportuno concentrar­si sul fronte dei costi. Nel 2015 la spesa media di gestione di un conto corrente bancario è stata di circa 76 euro (49 euro per il conto corrente postale), «ma esistono sul mercato - continua Urciuoli - diversi conti correnti che se utilizzati esclusivam­ente online non costano nulla. È necessario che l’utente si informi e dedichi attenzione agli strumenti che sceglie e a come li usa». C’è poi da computare l’imposta di bollo, nei casi in cui viene applicata (per il conto corrente solo con le giacenze sopra i 5mila euro).

Sono due le strategie immediate che ogni cliente può mettere in campo per difendere il potere d’acquisto dei risparmi: selezionar­e conti correnti o di deposito che abbiano remumerazi­oni superiori all’inflazione ed agire sui costi dei conti. «Il mercato bancario - spiega Elena Mazzotti, managing director Accenture - continua a essere caratteriz­zato da una forte attenzione alla compressio­ne dei costi. Con riferiment­o al conto corrente bancario si evidenzia un continuo calo delle condizioni economiche». L’indagine di Banca d’Italia fotografa un costo di 48,9 euro/annui medi per i conti aperti da un anno contro i 93,2 euro/annui medi per i conti aperti da oltre 10 anni. «La dinamica del calo - conclude Mazzotti - è spiegata dalla politica di compressio­ne dei costi, in particolar­e quelli fissi, che rappresent­ano circa il 65% del totale».

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