Le tre forze dietro il Trump rally
Quando vedremo sfondare quota 21.000 per il Dow Jones? Devo ammettere che un rally di questo genere non me lo sarei aspettato. Non so in quanti a Wall Street se lo sarebbero aspettato: la settimana scorsa abbiamo passato giornate storiche dal punto di vista del mercato, si è registrato il più alto numero di record consecutivi per l’indice Dow Jones in oltre 30 anni! E credo che si possa dire tutto quel che si vuole di Donald Trump, che è aggressivo, provocatore, umorale, magari cattivo con gli immigrati illegali, ma gli si deve dare un riconoscimento: questo rally è suo, non c’è alcun dubbio che ci troviamo nel bel mezzo di Trump Rally!
Non me lo sarei aspettato perché siamo abituati a ragionare in termini tradizionali. Un dato è evidente: la ripresa economica americana ormai dura da giugno 2009, stiamo perciò per entrare nel nono anno consecutivo di espansione. A parte il periodo clintoniano, fra il marzo del 91 e il marzo del 2001, quando la ripresa stabilì il primato storico di 120 mesi, questa è già fra le riprese più lunghe. Come sappiamo a un certo punto le riprese si fermano. La coincidenza di un aumento dei tassi di interesse con la possibilità di un indebolimento dell’economia avrebbe potuto spostare le lancette verso la prudenza in termini di crescita. Vero che in questo periodo la crescita media è stata del 2,1% contro il 3,6% su base annuale per l’era Clinton. In quel periodo però si è avuto l’equivalente di una grande rivoluzione industriale con l’esplosione di Internet, che adesso non abbiamo. Quali sono dunque le forze guida che danno ottimismo al mercato? Primo: il taglio dell’aliquota fiscale societaria, se scenderà dal 35% al 20% ci sono margini di aumento dei profitto del 15% solo per quello. Secondo: meno regole, le aziende potranno avviare nuovi business senza troppa burocrazia. Terzo: il progetto infrastrutturale da mille miliardi, passerà? Il mercato scommette di sì e durerà dieci anni. Per Trump dunque la sfida a questo punto è di prolungare la ripresa di alcuni anni e di battere il record di Clinton. L’unico neo per lui? Dovrò condividere il primato con Obama. Ma se riuscirà a portare il tasso medio di crescita sopra il 3%, avrà la soddisfazione di poter reclamare di aver fatto meglio.