Arte, meno imprese e più ricavi
Al 2016 in 5 anni calo del numero di imprese (-13,6%) e di addetti (-1,5%), ma al 2015 incassi in crescita del 43,9%
È la prima volta che si riesce a disegnare la mappa delle i mprese commerciali attive negli scambi di arte e antiquariato sul territorio italiano, analizzando un arco temporale di cinque anni per il numero di operatori e di quattro anni per l’andamento dei fatturati di gallerie d’arte, antiquari e case d’aste (eccetto online). Grazie alla collaborazione con la Camera di commercio di Milano, il cui ufficio studi ha su richiesta di ArtEconomy24 elaborato i dati nazionali del Registro delle imprese 2011, 2015 e 2016.
Cosa vi leggiamo? Dal 2011 al 2016 il numero di gallerie si è contratto del 19,1%, le chiusure hanno lasciato a casa il 12,2% degli addetti, contrazione che non ha inciso sui fatturati: i ricavi infatti tra il 2011 e il 2015 (ultimo dato utile) sono cresciuti del 47,5%, un bel balzo in quattro anni. Gli antiquari hanno registrato una minore flessione del numero di imprese, solo dell’8,9%, con un calo del 2,1% degli addetti, a fronte di un aumento dei ricavi del 42,5%. Le case d’asta hanno mostrato un trend più omogeneo: sono cresciute di numero, 183 (+8,28%) e per addetti (+46,8%) con un miglioramento dei ricavi (+39%), rispetto a galleristi e antiquari che probabilmente oltre a incidere sui costi (personale e forse immobili) hanno dovuto modificare il modello di business (il web?) e i mercati di riferimento per vedere crescere i fatturati.
Nel complesso le imprese attive nel commercio d’arte in Italia dal 2011 al 2016 sono scese da 4.336 a 3.745 — di cui 1.842 gallerie, 1.720 antiquari e 183 case d’asta —, perdendo 591 operatori (-13,6%) e riducendo gli organici a 5.266 unità (-1,5%) con un fatturato complessivo di 435.393.749 euro cresciuto i n quattro anni del 43,9 per cento.
La mappa restituisce una geografia degli scambi nella quale la Lombardia è in testa con 720 imprese in tutte e tre le categorie (-7,8% sul 2011), seguita dal Lazio con 427 (-11,8%), Toscana con 425 (-13,1%), Emilia Romagna con 337 (-8,7%), Campania con 311 (-15,3%), Piemonte con 294 (-15%) e Veneto con 280 (-18,1%). Le chiusure non sono state omogenee per tipologia di rivendita o intermediario così come per area geografica.
La piazza più vivace negli scambi commerciali si conferma la Lombardia con ricavi complessivi pari a 166.595.925 euro (di cui 142,9 milioni nella sola Milano) e una quota di mercato del 38,2% in gran parte prodotta dalle gallerie (90,2 milioni di euro), segue la Toscana con 56 milioni di ricavi e una quota del 12,8% del mercato (di cui 29,4 milioni nella sola Firenze), il Lazio con l’11,89% di ricavi (50,9 milioni a Roma), il Piemonte (10,8%, a Torino 33,3 milioni) e il Veneto (8,08%). In tutte le categorie hanno mostrato particolare vitalità economica la Liguria (+108%, in particolare le case d’asta +142,5%) e le Marche (+107,9%, +259% per le gallerie), seguite da Lombardia (+75,6%), Toscana (+56,3%) e Piemonte (+55,9%), nel quadriennio perde invece il 48,8% dei ricavi la Campania.
La geografia degli occupati con- ferma la Lombardia quale regione a maggior assorbimento (1.081 unità, +15,2%, pari al 20,5% di tutto il settore), seguita dalla Toscana (682 unità, anche se perde il 6,4%), mentre tra le regioni a maggior presenza di imprese è in forte contrazione il Veneto (-16%). Infine, qual è la natura giuridica di queste imprese? Nella maggior parte dei casi sono imprese indi- viduali 2.327 (-17,9% sul 2011) seguite da società di capitale 808 (in crescita del 3,9%), società di persone 577 (-17,1%) e da altre forme giuridiche 33 (+17,9%). Un segno forse che il mercato sta andando verso un consolidamento crescendo in dimensione.