Inflation linked trainati dal caro-vita
Rivalutazione legata all’inflazione e non ai saggi di interesse
Se da un lato il probabile rialzo dei saggi di interesse può rappresentare una chance in termini di rendimento per chi punta sui bond a tasso variabile (si veda articolo sopra), dall’altro anche l’aumento dell’inflazione potrebbe rappresentare un’opportunità per chi investe sulle obbligazioni indicizzate.
La caratteristica dei bond inflation- linked sta nel fatto che le cedo- le e il capitale rimborsato a scadenza sono rivalutati rispetto a un indice prestabilito che misura la crescita (o decrescita, in questo caso quindi si avrà una perdita) dei prezzi al consumo anno dopo anno (escluso molto spesso il costo del tabacco e dell’energia). Data la rivalutazione sia delle cedole sia del capitale, il valore del patrimonio investito sarà sempre in linea con il futuro potere di acquisto dello stesso.
Questi titoli non hanno quindi un meccanismo periodico di determinazione delle cedole come i titoli a tasso variabile, bensì un meccanismo di rivalutazione progressiva (al ribasso se però c’è deflazione). Date le loro caratteristiche si devo- no pertanto considerare una sorta di “ibrido”: in parte tasso fisso e in parte i ndicizzato (all’inflazione). «In caso di salita dei rendimenti - spiega Giacomo Alessi, analista di Marzotto Sim - la rivalutazione è progressiva e non immediata e comunque legata all’inflazione e non ai tassi di interesse. Di conseguenza, i bond inflation linked subiscono di solito adeguamenti al ribasso dei prezzi (seppure in misura minore rispetto ai normali titoli a tasso fisso) durante le fasi di rialzo dei tassi e dei rendimenti » .
Il 96% delle obbligazioni inflation-linked sono emesse dagli Stati mentre il rimanente 4% è riconducibile a emittenti finanziari. «Il piccolo risparmiatore - continua l’analista - dovrebbe preferire le due tipologie offerte dallo Stato italiano: il BTpei (collegato all’inflazione europea, si veda grafico in alto, ndr) e il BTp Italia (collegato invece all’inflazione del nostro Paese). Per chi, invece, preferisse diversificare l’emittente, sono facilmente acquistabili titoli emessi dallo Stato francese legati sia all’inflazione europea sia a quella francese. Anche Germania, Olanda e Spagna - conclude Alessi - hanno emesso titoli inflation linked anche se in misura minore rispetto a Italia e Francia».