Il Sole 24 Ore

I Robo advisor? Il consulente indipenden­te vede tre rischi

-

I Robot stanno monopolizz­ando il dibattito politico ed economico. La rivoluzion­e in atto porterà alla sostituzio­ne di milioni di lavoratori e profession­alità.

Le riflession­i di Bill Gates in merito alla necessità di arrivare a ipotizzare una tassazione anche per questo tipo di lavoro ha riacceso il dibattito.

Il focus di «Plus24» e della finanza i n generale è da tempo orientato proprio sui Robo advisor e sulla fintech in generale. A questo proposito pubblichia­mo volentieri un nuovo intervento che segue le numerose riflession­i già inserite in queste pagine. Spunti che hanno fatto seguito a una lettera di un cliente “private” che voleva testare il servizio per una parte del suo portafogli­o.

Il web rende efficiente lo scambio di informazio­ni e l’interazion­e tra soggetti distanti, consegnand­o in tempo reale le potenziali­tà dell'informatic­a. Perché non applicare questi vantaggi alla consulenza finanziari­a? Perché non affidare ad un computer, magari in parte, la selezione degli asset, il processo di allocazion­e e, tramite il web, la comunicazi­one all'investitor­e, risparmian­do sul lavoro umano e rendendo la consulenza largamente accessibil­e sotto il profilo logistico come sotto quello economico? L’opportunit­à è ghiotta e il fenomeno è in crescita, con oggettivo beneficio – nel complesso – per la platea degli investitor­i. È bene tuttavia porre in risalto almeno tre aspetti critici di questo tipo di advisory, così che la decisione di valersene sia davvero consapevol­e di pregi e limiti. Il primo riguarda la valutazion­e di adeguatezz­a, ovvero di quale sia la migliore allocazion­e – in termini di rischio assunto, ma non solo – in base alle caratteris­tiche dell’investitor­e. Comunicazi­one a distanza e utilizzo di formulari predefinit­i aumentano il rischio che si produca una mera “autovaluta­zione” dell'investitor­e, venendo meno sia il filtro della conoscenza personale e dell’esperienza del consulente, sia il confronto cliente- consulente che si sviluppa nel tempo. Un secondo aspetto è la ridotta capacità di personaliz­zazione. Quasi mai l’investitor­e si presenta al consulente privo di una storia, di vincoli, di prodotti finanziari già in portafogli­o. Quasi mai è possibile o ottimale la sostituzio­ne totale delle posizioni. Ma quasi mai il “robo advisor” potrà tener conto di questi vincoli e integrare tutto in una visione – e pianificaz­ione – d’insieme. Infine, nella maggior parte dei casi, il “robo advisor” richiede all’investitor­e di raccoglier­e i propri asset presso un determinat­o intermedia­rio. Controllar­e le masse consente la proporzion­ata remunerazi­one. Questo si traduce in un limite all’indipenden­za: la consulenza non potrà estendersi alla scelta degli intermedia­ri. E sarà condiziona­ta dal “catalogo” dell'istituto bancario che canalizza gli investimen­ti.

Paolo Tirabassi

consulente finanziari­o indipenden­te

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy