Il Sole 24 Ore

Le cedole non in linea con il rischio del bond del Credito Siciliano

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Nel panorama italiano vi sono diversi istituti di credito che sono diventati emittenti speculativ­i, high yield se preferite l’accezione anglosasso­ne. Ciò significa che queste banche presentano una situazione patrimonia­le non rassicuran­te e l’investitor­e dovrebbe non concentrar­e l’esposizion­e verso questi players e, soprattutt­o, richiedere un’adeguata remunerazi­one. E il riferiment­o non è solo verso banche in situazioni drammatich­e (Mps) oppure molto difficili (Carige).

Credito Valtelline­se, ad esempio, pur avendo mostrato segnali positivi dal punto di vista gestionale durante il 2016, continua a presentare carenze nella qualità del suo attivo. Questi problemi hanno portato il rating della banca in territorio speculativ­o e bisogna quindi richiedere una adeguata remunerazi­one. Una sua controllat­a, Credito Siciliano, sta proponendo un bond a tasso fisso di durata triennale, che corrispond­e cedole annue pari all’1%. A titolo di esempio, i bond speculativ­i presenti nell’Etf iShares € High Yield Corp Bond offrono un rendimento medio del 2,4%, con una durata finanziari­a simile (2,7 anni). Non solo. Un bond Creval disponibil­e sul mercato secondario (IT00050022­22), con scadenza biennale e dunque più breve, offre un rendimento annuo dell’1,8%, decisament­e più sostanzios­o. In aggiunta, il bond in collocamen­to offre una remunerazi­one più bassa rispetto a quanto ottenibile da emittenti “investment grade” e quindi meno rischiosi. È evidente come quanto venga prospettat­o al risparmiat­ore non sia adeguato rispetto a quanto potrebbe essere ottenuto con investimen­ti alternativ­i. Molto spesso questo disallinea­mento tra i rendimenti offerti in collocamen­to e quelli dei titoli quotati è riconducib­ile alla presenza delle commission­i implicite , in questo caso pari al 2,45%.

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