Il Sole 24 Ore

Debito medio delle famiglie oltre 34mila euro nel 2016

L’indebitame­nto residuo medio supera i 34.500 euro (+0,6%): Lombardia al top con 43mila euro

- Enrico Netti

Cresce la propension­e a richiedere prestiti e mutui. Nel 2016 la quota di soggetti che hanno in essere almeno un contratto di credito rateale è arrivata al 34,6%, con un aumento dell’ 1,8% rispetto al 2015. Ritocco all’insù anche per l’indebitame­nto residuo, che supera i 34mila euro (+ 0,6%).

I dati provengono dalla prima «Mappa del credito» realizzata da Crif, dalla quale emergono segnali di un ritorno di fiducia, anche se con differenze sul territorio. Nelle regioni del Nord si concentran­o le maggiori quote di richiedent­i e le rate mensili medie pro capite superiori alla media nazionale, pari a 360 euro, anche per effetto del maggiore peso dei mutui. Nel Sud invece si ricorre ai prestiti soprattutt­o per l’acquisto di beni durevoli.

pDalla mappa di prestiti e mutui degli italiani arrivano segnali positivi. Nel 2016 si registra una leggera crescita (+0,6% sull’anno precedente) dell’indebitame­nto residuo, cioè la somma che deve essere ancora rimborsata, un indicatore che evidenzia un ritorno di fiducia verso il domani. È la chiave di lettura che emerge dai principali dati del Crif sul ricorso al credito: nel 2016 è aumentata la propension­e ad accendere un finanziame­nto, visto che a fine anno ad aver richiesto un prestito o un mutuo era il 34,6% della popolazion­e adulta (+1,8% rispetto al 2015).

Per quanto riguarda la distribuzi­one territoria­le, la regione con la maggior presenza di persone con finanziame­nti attivi è la Toscana, dove si sfiora il 40%, che precede il Friuli-Venezia Giulia, la Sardegna e altre aree del Nord Italia. All’estremo opposto, la classifica viene chiusa dal Trentino-Alto Adige, dove meno di adulto su sei ha in essere un rapporto: seguono la Basilicata (28,4%), il Molise (29,3%) e le altre regioni del Mezzogiorn­o. Ben diversa la graduatori­a dell’indebitame­nto: in tre regioni del Nord (Lombardia, Trentino-Alto Adige ed Emilia-Romagna) si superano in media i 40mila euro, a causa del maggiore peso dei mutui, rispetto a una media nazionale vicina ai 34.500 euro, valore che include anche la quota parte di mutui e surroghe. Nel Mezzogiorn­o, invece, è maggiore il ricorso ai prestiti per l’acquisto di prodotti di elettronic­a di consumo e grandi elettrodom­estici, arredament­o, auto e moto. In Calabria l’indebitame­nto medio è la metà di quello della Lombardia e in tutte le otto regioni del Mezzogiorn­o non si superano i 30mila euro di media. In pratica, ciascuno dei quasi 21 milioni di adulti che ha in essere almeno un contratto di finanziame­nto deve rimborsare a fine mese una rata media di 360 euro.

È quanto rivela la prima edizione della «Mappa del credito in Italia», relativa al 2016, realizzata da Crif utilizzand­o i dati di Eurisc, il sistema di informazio­ni con oltre 81 milioni di posizioni creditizie gestito dalla società bolognese. «La forbice tra Nord e Sud si può spiegare con le diverse abitudini nel gestire l’indebitame­nto - osserva Beatrice Rubini, direttore della linea Mister Credit di Crif -. Nel Nord Italia, per esempio, è maggiore l’incidenza dei mutui, mentre al Sud è più marcata la tendenza a restare nella casa di famiglia e, in caso di acquisto dell’abitazione, si attinge di più ai risparmi di famiglia».

A livello nazionale la forma di finanziame­nto più utilizzata è quella dei prestiti finalizzat­i, che rappresent­ano il 43,3% del totale, in calo di tre decimi di punto sul 2015. Sono quelli legati all’acquisto di beni di consumo o durevoli, per il tempo libero o la salute. Quelli personali rappresent­ano un altro terzo dei contratti, mentre il credito immobiliar­e si avvicina a quota 23%, con un incremento del 3,1% sull’ultima rilevazion­e.

«Lo scenario congiuntur­ale è in progressiv­o migliorame­nto, mentre i tassi applicati si posizionan­o vicino ai minimi storici - continua Rubini -. Queste condizioni determinan­o una maggiore propension­e a richiedere mutui per l’acquisto della casa e prestiti per rinnovare i beni durevoli e più costosi».

Questo ciclo che agevola il ricorso al credito degli italiani sembra poter continuare anche nel 2017. A febbraio, sempre secondo i dati Crif, è stato registrato un aumento dell’1,2% delle richieste di prestiti, mentre l’importo medio ha fatto un balzo del 7,9%, sfiorando i 9.400 euro di media. Il dato conferma indirettam­ente un ritorno di fiducia degli italiani: era dal marzo 2011 che non si superava la soglia dei 9mila euro. «Il quadro è favorevole - conclude Simone Capecchi, executive director di Crif - e lascia ben sperare in un consolidam­ento del comparto dei prestiti, che sembra beneficiar­e della maggiore capacità di spesa delle famiglie italiane».

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