Swatch presenta a Londra i nuovi modelli di «Skin»
pCon un timing accuratamente studiato, Swatch ha giocato come suo solito in contropiede lanciando a Londra giovedì scorso, a una settimana dall’apertura del Salone di Basilea (a cui il brand non prende parte a differenza delle realtà orologiere dell’omonimo gruppo), la sua novità di punta 2017: lo Skin. L’ultima rivoluzione di un marchio che dal 1983 ha fatto della plastica, dello stile pop e dell’innovazione proposta a prezzi democratici, una bandiera. Scelte di marketing vincenti che l o hanno portato a ricoprire stabilmente il ruolo di leader nel segmento di mercato fino a 200 euro. Posizione che l’arrivo dello Skin può rafforzare ulteriormente. Perché nonostante il nome possa far pensare a un qualcosa di già visto (fu lanciato vent’anni fa, nel 1997), le diversità del nuovo progetto sono sostanziali.
«Abbiamo cercato di rendere il prodotto più raffinato – spiega Carlo Giordanetti, direttore creativo di Swatch – prima di tutto con un lavoro di design a livello della cassa. Cassa realizzata con un complesso processo di produzione a doppia iniezione in grado di consentirci di giocare con il bi-colore e di creare una curva visibile sul lato che abbiamo trasformato in un tratto grafico dell’orologio. Ma è stato evoluto anche il sottilissimo movimento al quarzo alla base del successo di Skin, ora personalizzabile in alcune parti e quindi più versatile, soprattutto se si entra nel mondo delle trasparenze, altra caratteristica distintiva di Swatch».
Un modello che ha richiesto circa un anno e mezzo tra progettazione e realizzazio- ne e che oggi arriva in due differenti formati denominati “regular” (37 mm) e “big” (40 mm), rispettivamente con uno spessore di 5,4 e 5,65 mm. Un sostanziale upgrade rispetto ai 34 mm del predecessore, destinato a premiare sia sul fronte della creatività in