Il Sole 24 Ore

Soluzioni diverse per grossisti e dettaglian­ti

-

pLe imprese operanti nel settore del commercio al minuto e nei pubblici esercizi (ad esempio ristorator­i, bar, ambulanti, eccetera), incassando prevalente­mente al momento dell’emissione dello scontrino o della ricevuta, sembrerebb­ero non ottenere particolar­i vantaggi dalla tenuta di una contabilit­à per cassa.

Per tali soggetti, in caso di tenuta dei registri Iva in conformità dell’articolo 24 del Dpr 633/ 72, non dovrebbe essere praticabil­e l’opzione dei «nuovi registri cronologic­i» in relazione ai corrispett­ivi, stante l’impossibil­ità sul piano pratico di declinare sul fronte dei ricavi le generalità del soggetto che ha effettuato il pagamento.

Rimangono, dunque, praticabil­i le altre soluzioni, come quella dei registri Iva integrati e quella dei registri Iva “senza note”.

Sul punto va altresì segnalata la particolar­ità dei dettaglian­ti con sede a Livigno e Campione d’Italia, i quali non essendo chiamati alla tenuta dei registri Iva si trovano in seria difficoltà nella tenuta dei reg. cronologic­i e nel gestire gli adempiment­i in quanto sul piano Iva sono considerat­i contribuen­ti extra Ue. Per questi soggetti non sembra nemmeno praticabil­e l’opzione per il regime della registrazi­one contabile (articolo 18, comma 5, Dpr 600/73).

Per i commercian­ti al minuto la soluzione migliore (al netto dei casi particolar­i) sembrerebb­e quella di andare verso la tenuta dei registri Iva “senza cassa”. I minori oneri contabili derivanti da tale gestione, infatti, sono ampiamente ripagati dalla scarsa necessità di dover salvaguard­are le entrate da situazioni di mancato incasso.

Sul fronte acquisti, inoltre, in alcuni casi, si potrebbe beneficiar­e della deduzione del costo, anche nelle ipotesi in cui a cavallo d’anno il pagamento dovesse essere stato rinviato all’esercizio successivo, in conformità a dilazioni di pagamento concordate con il fornitore. Allo stesso modo, inoltre, la deduzione del costo dal reddito imponibile dovrebbe essere assicurata anche in tutti i casi di acconti registrati ai fini Iva in chiusura d’esercizio, che troveranno poi il loro saldo nell’annualità successiva.

Per le altre categorie di operatori economici (come artigiani, prestatori di servizi e commercian­ti all’ingrosso), invece, in genere la possibilit­à di tassare i ricavi solo all’atto dell’effettivo incasso fa pendere l’ago della bilancia verso la soluzione dei registri Iva integrati.

Questa scelta, in particolar­e, si fa preferire in tutte quelle situazioni in cui vi sono ricavi di una certa entità, il cui mancato incasso rischiereb­be di generare - ai fini dei redditi - l’anticipazi­one della tassazione. Emblematic­o è il caso dei terzisti in contabilit­à semplifica­ta, che scontano spesso dilazioni lunghe negli incassi: il metodo dei registri integrati si fa sicurament­e preferire.

In fase di prima applicazio­ne, la scelta definitiva fra registri Iva integrati e quelli senza note potrebbe anche essere rinviata al momento della chiusura dell’anno, anche se va ricordato che l’opzione dei registri Iva “senza cassa” finirebbe comunque per vincolare il contribuen­te per tre annualità.

Infine, in base all’articolo 18, comma 5, Dpr 600/73 (registri Iva “senza note”) dovrebbe comunque essere possibile dedurre le perdite su crediti (articolo 101 del Tuir), stante il richiamo presente al comma 2 dell’articolo 66 del Tuir, nella versione in vigore dal primo gennaio scorso. Richiamo che in un regime di cassa “puro” sarebbe di fatto inattuabil­e per la mancanza di “crediti” dove imputare la perdita.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy