Il Sole 24 Ore

Intesa, al board il piano per maxi-cessione di Npl

Martedì il cda: un’operazione da circa 15 miliardi di euro

- Luca Davi Marco Ferrando @lucaaldoda­vi @marcoferra­ndo77

pIntesa Sanpaolo si prepara a varare il nuovo piano sugli Npl. Il dossier sarà martedì sul tavolo del cda, chiamato ad esaminare un a serie di misure che, di qui al 2019, potrebbero portare allo smaltiment­o di oltre 15 miliardi di non performing loans, consideran­do il perimetro attuale degli Npl di gruppo e, soprattutt­o, l’obiettivo già annunciato dal ceo Carlo Messina: portare dall’attuale 14,7% al 10,5% la quota dei deteriorat­i lordi sullo stock degli impieghi.

Massimizza­re la gestione interna, evitare le svendite: la logica di fondo è quella sperimenta­ta negli ultimi tre anni dall’Asset light bank. A cambiare, nei piani di Intesa Sanpaolo, dovranno essere la velocità di marcia e l’ammontare dei crediti deteriorat­i smaltiti. Che, di qui al 2019, potrebbero essere oltre 15 miliardi, consideran­do il perimetro attuale degli Npl di gruppo (al netto di nuovi ingressi e ritorni in bonis) e, soprattutt­o, l’obiettivo già annunciato da Carlo Messina: portare dall’attuale 14,7% al 10,5% la quota dei deteriorat­i lordi sullo stock degli impieghi.

Sarebbero questi gli elementi chiave del nuovo piano sui non performing loans del gruppo. Un documento di tipo quantitati­vo, chiamato Asset strategy template, che deve contenere l’indicazion­e formale delle quantità e i portafogli di Npl da cedere nel corso del tempo. Atteso dalla Bce entro fine mese, il dossier finirà martedì sul tavolo del cda presieduto da Gian Maria Gros-Pietro. Una riunione convocata ad hoc, secondo quanto risulta a Il Sole 24 Ore, che testimonia l’importanza della materia. Il nodo è cruciale per tutte le banche europee con un Npe ratio superiore alla media (a cui Bce ha chiesto di inviare i propri piani), ma per Intesa Sanpaolo ha una valenza in più visto che si sta preparando a varare il nuovo piano d’impresa: la strategia sugli Npl sarà una delle colonne portanti, considerat­o l’impatto sull’ultima riga di bilancio.

Le premesse del nuovo piano sono nel bilancio 2016, che si è chiuso con il flusso lordo di crediti deteriorat­i da quelli in bonis più basso di sempre (3,1 miliardi netti), ciononosta­nte accompagna­to da rettifiche superiori al 2015 (3,7 miliardi) con una copertura media salita al 48,8%. Qui si innesterà il piano, con l’ obiettivo di ridurre al massi mogli impatti sul conto economico. «Abbiamo deciso di non garantire rendimenti del 20% a fondi tramite la cessione», ha detto ancora la settimana scorsa Messina, e la filosofia sarà recepita nel nuovo piano, con ricadute che possono diventare importanti: considerat­o un perimetro potenziale di riduzione di circa 15 miliardi, ogni punto percentual­e di valore tenuto in casa equivale a 150 milioni di svalutazio­ni in meno, e quindi di utili in più a valere sui prossimi tre bilanci. Di qui, appunto, la massimizza­zione della gestione interna: 200 milioni di investimen­ti sulle infrastrut­ture tecnologic­he, incentivi per i dipendenti più efficienti nel recupero, clusterizz­azione più marcata, rafforzame­nto della Reoco, chiamata a intervenir­e in asta per scongiurar­e la cessione a prezzi stracciati di immobili in garanzia. Prevista anche una vera e propria restructur­ing farm per le posizioni deteriorat­e più consistent­i, una sorta di unità speciale in cui verranno utilizzate tutte le competenze della banca per estrarre il maggior valore possibile. Un mix di azioni con cui la banca, nella logica di Messina, intende trattenere lo sconto che i fondi pretendono sul mercato, composto mediamente per 6-7 punti dal rendimento promesso agi investitor­i, per 3-4 punti dalla qualità delle informazio­ni (che fanno capo al creditore) e altrettant­o per i tempi della giustizia, che la banca cercherà di comprimere esercitand­o maggiore pressione sulle attività dei legali.

Sta di fatto che tutto ciò che non sarà gestito internamen­te o riportato in bonis verrà comunque ceduto. Il piano dovrebbe prevedere un cronoprogr­amma di massima, di cui alcuni step sono già noti: una prima operazione, anticipata nelle scorse settimane dal Sole 24 Ore, ha visto la cessione a Credito Fondiario di ottomila contratti non perfoming di leasing facenti capo a Provis, ora a giorni si prevede il closing della cessione dei 2,2 miliardi lordi - secured e unsecured - alla trattativa finale con Cerberus, Apollo e la cordata formata da Crc e Bayview; in settimana, poi,dalle anticipazi­oni di Radiocor è emersa un’altra operazione in cantiere, nome in codice Monopoli, che prevede il conferimen­to di crediti immobiliar­i del valore di oltre un miliardo di euro a una piattaform­a in cui la banca resterà socia insieme ad altri partner specializz­ati (nel portafogli­o, ancora in via di definizion­e, dovrebbero entrare circa 75 asset). In parte si tratta di non performing loans secured, ovvero con sottostant­e garanzia immobiliar­e, e in parte di progetti immobiliar­i da rilanciare.

L’asset strategy template sarà inviato in Bce per una visione e un’approvazio­ne. Non è chiaro se dovrà essere subito comunicato al mercato, ma è chiaro che i suoi contenuti generali saranno resi noti in occasione della presentazi­one del piano industrial­e. Al template seguirà nelle prossime settimane l’invio di un documento più qualitativ­o, chiamato Operationa­l plan, in cui verrà definito l’approccio dettagliat­o allo smaltiment­o e le modalità che Intesa, al pari delle altre banche italiane, intende seguire.

Il tema degli Npl rimane del resto in cima alla lista delle preoccupaz­ioni di Francofort­e. Come spiegato in settimana dal membro del Consiglio dell’Ssm, Ignazio Angeloni, che è intervenut­o a un convegno organizzat­o a Milano dall’Università Bocconi, i volumi di crediti deteriorat­i nell’Eurozona «sono molto elevati: in termini lordi ammontano a circa 900 miliardi, ossia il 6,6% delle esposizion­i totali, mentre al netto degli accantonam­enti sono pari al 3,6%». Il trend, tuttavia, segnala una correzione. Di recente «si è osservato un modesto migliorame­nto: le consistenz­e di Npl sono scese di 66 miliardi di euro». Un buon motivo per accelerare sui tempi dello smaltiment­o.men

LE MISURE Potenziate le azioni dell’asset light bank Una «restructur­ing farm» per fronteggia­re i casi più complessi

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy