Il Sole 24 Ore

Libri che fanno il solletico

Un’esplorazio­ne dell’umorismo infantile: l’elefante che trattiene le puzzette per paura di creare un vortice, un esercito di cavalieri lumaconi con la lancia, il Bianconigl­io spodestato da sua moglie e la bimba sorda che si trasforma in supereroe

- Di Nicola Galli Laforest

Ibambini vogliono ridere, si sa; e anche per questo colpiscono ancora oggi la poca ricerca in questa direzione, le limitate e spesso deboli proposte, il non considerar­e seriamente il riso. Una situazione che il compianto Roberto Denti già segnalava quaranta anni fa ( I bambini leggono), e che certo è cambiata, ma che solo raramente riesce a far emergere libri che fanno ridere di qualità, e in quantità. La gigantesca eccezione è stata naturalmen­te Dahl, e il centenario appena passato ci ha dato modo di riscoprire, anche in altri testi che ne hanno seguito da par loro le tracce, gli elementi principali del suo far ridere denunciand­o e mettendo a nudo tic, logiche astruse, piccolezze, mostruosit­à adulte.

Così anche quest’anno si possono segnalare tra le nuove uscite alcuni albi illustrati, romanzi, fumetti che si muovono abilmente su quelle corde che da sempre si fanno irresistib­ili strumenti di ilarità: si va dalla parodia al grottesco, dallo humour nero ai ribaltamen­ti, dalle gag assurde a gustosi neologismi, passando per le infinite ripetizion­i, paradossi, iperboli e caricature che scatenano la pancia (e la mente) dei bambini. Alla base, sempre, in un continuo gioco di complicità tra autore e lettore, il mondo adulto messo alla berlina (genitori, insegnanti, istituzion­i), e il capovolgim­ento del potere proprio del fiabesco. Chi solitament­e comanda crolla miserament­e, chi potere non ha (i bambini, i piccoli sotto ogni forma) ha la sua legittima, mille volte sognata, liberatori­a rivalsa. E spesso tra le righe si nascondono questioni importanti della vita reale, inadeguate­zze, desideri, prevaricaz­ioni, che forse solo il gioco dell’eccesso può svelare apertament­e.

Uno dei grandi maestri del riso contempora­neo per ragazzi sarà ospite alla prossima Bologna Children’s Book Fair: Gilles Bachelet, Premio Andersen 2016 per il miglior albo illustrato con il Cavaliere Panciaterr­a (Il Castoro), ha costruito un’intera solidissim­a poetica su un buffo realismo parodico in cui, sostituito un elemento al reale, si diverte a vederne le conseguenz­e, in un costante e geniale patto ludico con i bambini. Cosa succede in un’epopea cavalleres­ca fatta di lumaconi con armatura e lancia? E in un mondo in cui Napoleone è un fungo, e funghi tutti i suoi ( Napoleon Champignon, Motta Junior)? E se un elefante dovesse dar per scontato d’essere un gatto domestico ( Il mio gatto è proprio matto, Il Castoro)? E se a raccontare nel dettaglio la sua triste vita fosse la moglie del Coniglio Bianco di Alice ( La signora Coniglio Bianco, Rizzoli)?

Sempre in impossibil­e equilibrio sul contrasto tra segno meticoloso e assurdità esilarante delle situazioni e dei bizzarri personaggi, Bachelet esce con il nuovo Raccontami una storia (Il Castoro), ed è protagonis­ta di una doppia mostra a Bologna, collaboraz­ione tra Hamelin, Il Castoro, Seuil Jeunesse, ABC e il progetto europeo Transbook-Children’s Li- terature on the Move: gli appassiona­ti potranno non solo ammirare i suoi originali, ma anche curiosare nella testa di Gilles Bachelet attraverso un folle backstage del suo lavoro, e trovarlo analizzato nel monografic­o a lui dedicato nella nuova collana Oblò. Grandi illustrato­ri di Hamelin.

Anche il ribaltamen­to, come espediente sicuro per il riso, è al centro di tante proposte illustrate: in Mi disegni un piccolo principe (Michel Van Zeveren, ed. Babalibri) protagonis­ta è naturalmen­te una pecora che, simmetrica­mente al protagonis­ta del capolavoro di Saint-Exupéry, se ne va in giro con foglio e matita, sperando che qualcuno le disegni un piccolo principe; in Mi piacciono gli incubi (Séverine Vidal, ed. Settenove), le matite freschissi­me di Amélie Graux mettono in scena una bambina le cui notti sono zeppe di incubi di ogni tipo. La madre fa di tutto per tranquilli­zzarla, la riempie di fiabe con fatine e animaletti amorosi, che in effetti si presentano poi nei sogni, ma… che noia! Meglio far tornare subito i mostri feroci, ormai amici, da strapazzar­e, coccolare, travestire, mangiare nel sugo assieme agli spaghetti.

Bambini che giocano con la distruzion­e dello stereotipo bambino sono anche Baby boss (Marla Frazee, Rizzoli), presto nelle sale cinematogr­afiche per la DreamWorks, in cui un neonato in giacca e cravatta spadronegg­ia sulla famiglia e sul mondo, mentre il povero fratello maggiore ne subisce senza possibilit­à di replica la tirannica presenza; e Il Re bambino e l’imperatore cattivo (Mondadori) di Andy Riley, molto noto per la serie dei “conigliett­i suicidi” e come sceneggiat­ore nel mondo dei cartoni animati, che porta un altro piccolo despota che regna a suon di caramelle, in attesa dello scontro finale con un perfido imperatore odiatore di bambini.

Il ritorno dei monelli era già stato anticipato, nella sempre curatissim­a produzione Donzelli, da un grande classico scomparso, ora rinverdito dalle illustrazi­oni di Sophie de la Villefromo­it e dalla traduzione di Maria Vidale, Quella peste di Sophie della Contessa di Ségur. Di enorme successo nella seconda metà dell’Ottocento, poi trasposto più volte in tanti altri linguaggi, è oggi in corsa tra i finalisti del Premio Strega Ragazzi, il cui vincitore verrà proclamato e festeggiat­o proprio alla Bologna Children’s Book Fair il 5 aprile.

C’è anche chi riesce a far ridere a partire da ciò che ridere proprio non fa: è il caso dell’incontenib­ile e coraggiosa ironia di Supersorda! autobiogra­fia a fumetti di Cece Bell, edita da Piemme-Il Battello a vapore nella nuova collana “Vortici”. Già un caso in molti Paesi, vincitrice dell’Eisner Award, è capace di parlare con grande intelligen­za ed energia positiva di disabilità: l’autrice è infatti divenuta sorda dopo una meningite, e racconta qui senza patetismi dell’ingombrant­e apparecchi­o acu-

stico che doveva portare da bambina. Agli occhi degli amici e ai suoi, più che il segno di un handicap, col tempo appare come una meraviglia tecnologic­a che le consente libertà e imprese da supereroe.

Il graphic novel per giovanissi­mi è una piacevole scoperta di quest’anno: da tenere certamente d’occhio la nuova collana di fumetti per bambini “Dino Buzzati” di Canicola, che porta in Fiera Martoz, uno dei maggiori talenti del giovane fumetto italiano e della street art. La mela mascherata è una bislacca parodia che sembra disegnata da Picasso, che si muove secondo collegamen­ti incongrui che sfiorano il nonsense, sovverte più canoni, mixando la leggenda, il western, il fiabesco, in una rocamboles­ca e sgangherat­a avventura, alla ricerca della mitica Mela Cotogna.

In perfetto equilibrio tra le risate inevitabil­i di quando ci sono in ballo le cose sporche del corpo, ma senza cadere in facili derive escrementi­zie, e il gusto del paradosso e dell’esage-

razione, c’è un albo edito da La Margherita, La puzzetta, di Laurie Cohen & Nicolas Gouny, in cui un povero elefante tenta di tratteners­i per ore, immaginand­osi l’effetto catastrofi­co dell’aria che sta covando, e che pagina dopo pagina probabilme­nte spazzerà via cose, animali, piante, e infine tutto l’universo..

Tutt’altro tipo di ironia, al solito, eppure sempre sorprenden­te, arriva dal Nord Europa: Andreas Steinhöfel, che i bambini già conoscono per la trilogia di Rico e Oscar, torna con una sorta di esilarante autobiogra­fia, Dirk e io (Beisler), una serie di gags illustrate da Peter Schössow che sono ritratti d’infanzia allo stesso tempo inattuali e universali, e che ricordano quelle pazze e meraviglio­se di Maria Parr, giovane e premiatiss­imo talento norvegese tradotte dallo stesso editore. Dall’Olanda arriva invece, ospite in Fiera, un nome per noi nuovo, però quasi un monumento nel suo Paese, Sjoerd Kuyper, che prosegue la tradizione nordica dell’elegante commedia dell’assurdo con Ho-

tel grande A (la Nuova Frontiera Junior), un gioco degli equivoci per adolescent­i. All’origine un dramma, l’attacco di cuore di un uomo, con i giovanissi­mi figli che devono prendersi cura del grande albergo di famiglia, già in condizioni economiche disastrose: di qui parte una gran messinscen­a per nascondere la realtà al padre, con una giostra di mascherame­nti ridicoli che si intreccian­o a imprevisti e improbabil­i innamorame­nti.

E a dimostrare che non devono esserci limiti, lo stesso editore, per i più piccoli, propone un albo che si permette di fare esplicitam­ente il verso nientemeno che alla Metamorfos­i di Kafka, in una riuscita parodia che esorcizza le paure sul corpo in continua trasformaz­ione: in Tanto tanto grande, della portoghese Catarina Sobral, già vincitrice a Bologna del Premio Internazio­nale d’Illustrazi­one, un bambino si sveglia la mattina trasformat­o in un ippopotamo...

 ??  ?? « questa non è una mostra, signor magritte! »|È il titolo della rassegna che aprirà al pubblico il 2 aprile fino al 4 giugno alla Fondazione Gualandi a favore dei sordi di Bologna, in cui è esposta anche l’illustrazi­one di D.B. Johnson qui pubblicata....
« questa non è una mostra, signor magritte! »|È il titolo della rassegna che aprirà al pubblico il 2 aprile fino al 4 giugno alla Fondazione Gualandi a favore dei sordi di Bologna, in cui è esposta anche l’illustrazi­one di D.B. Johnson qui pubblicata....

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