Verso il G7 italiano a difesa del coordinamento globale
Scambi. Saccomanni: il multilateralismo non può essere abbandonato
«Il G7, come il G20, è più che mai necessario. La bandiera del multilateralismo, nell’ordine economico globale, non può essere abbandonata in questa fase di difficoltà».
Una settimana dopo il debutto, piuttosto conflittuale, dei rappresentanti dell’amministrazione Trump al G-20 di Baden-Baden, e in vista dell’avvio degli incontri del G-7 a presidenza italiana, Fabrizio Saccomanni, ex ministro dell’Economia, ex direttore generale di Banca d’Italia, veterano di centinaia di centinaia di riunioni internazionali, è convinto che l’approccio diverso del nuovo presidente americano e dei suoi più stretti collaboratori, rispetto alla tradizionale posizione degli Stati Uniti al centro di un ordine globale basato sul multilateralismo, presenti dei rischi, ma che possa essere superato facendo leva appunto sul G-7 e sul G-20. Il primo, rileva, rispetto al gruppo allargato ai Paesi emergenti, ha tra l’altro «il vantaggio di essere più compatto e poter assumere posizioni meglio articolate e più incisive».
«Se l’atteggiamento dell’amministrazione Usa mette in pericolo il multilateralismo – dice Saccomanni – c’è la possibilità di sviluppi molto negativi soprattutto sul fronte commerciale. Se per esempio gli Stati Uniti, messi in minoranza alla Wto, l’organizzazione mondiale del commercio, rifiutassero di riconoscerne l’autorità, questo potrebbe avere conseguenze molto gravi».
I nodi, secondo l’ex banchiere centrale, sono tre: il coordinamento delle politiche macroeconomiche, il commercio internazionale e la stabilità finanziaria. Sono anche i tre temi attorno ai quali ruoterà la discussione, domani e dopodomani a Roma, alla Farnesina, di una conferenza or- ganizzata dall’Istituto affari internazionali (di cui Saccomanni è vicepresidente) e che vede la partecipazione di sette think tanks, una per ciascuno dei sette “grandi”, oltre che di economisti come Richard Cooper, Giancarlo Corsetti, Luigi Guiso, Stefano Micossi, Richard Portes, Claudio Borio e William White. L’idea è di elaborare una proposta comune da presentare alla presidenza italiana del G-7. «Siamo convinti – afferma – che la bandiera del multilateralismo non debba essere abbandonata. Semmai si tratta di calare alcuni argomenti che sono stati alla base del successo di Trump o delle reazioni alla globalizzazione, che derivano dalla bassa crescita e dalle disuguaglianze, in un contesto multilaterale, invece di farne oggetto di scontro».
Il coordinamento delle politiche macroeconomiche, secondo Saccomanni, deve puntare su interventi di riforma strutturale delle economie e di investimenti, sia pubblici sia privati, ora che l’era dello stimolo straordinario di politica monetaria si avvia a conclusione e che non si può contare su elargizioni a pioggia della politica di bilancio. «Riforme e investimenti possono fare la differenza nel rilancio dell’economia e anche nel ribattere alle critiche al sistema attuale», sostiene. Anche in materia di commercio internazionale, se l’intento di Trump è di ottenere «accordi migliori», la riposta non è il protezionismo, ma tener conto dei problemi che hanno originato questa posizione, per esempio alcuni comportamenti della Cina. La stabilità finanziaria può essere l’area dove si possono presentare le incognite più serie, se la nuova amministrazione dovesse fare marcia indietro sulle regole elaborate dopo la crisi e venir meno all’appoggio al Fondo monetario.
La due giorni dello Iai a Roma cade anche all’indomani delle celebrazioni, nella capitale, dei 60 anni dell’Unione europea. «Brexit – dice Saccomanni – è stata un grave vulnus per l’Europa e subito dopo siamo entrati in un calendario elettorale intenso che non favorisce la ricerca di soluzioni di lungo periodo. Ma se dovessimo uscire dal ciclo elettorale senza che prevalgano le forze anti-euro ed euroscettiche, credo che l’Europa possa fare un salto di qualità e anche riprendere in mano le grandi questioni, non solo per la propria integrazione, ma anche per il ruolo globale che può esercitare nel G-7 e nel G-20»
LA STRATEGIA Alla Farnesina conferenza preparatoria organizzata dallo Iai per elaborare una proposta comune in vista del summit di Bari