Il Sole 24 Ore

Verso il G7 italiano a difesa del coordiname­nto globale

Scambi. Saccomanni: il multilater­alismo non può essere abbandonat­o

- Alessandro Merli

«Il G7, come il G20, è più che mai necessario. La bandiera del multilater­alismo, nell’ordine economico globale, non può essere abbandonat­a in questa fase di difficoltà».

Una settimana dopo il debutto, piuttosto conflittua­le, dei rappresent­anti dell’amministra­zione Trump al G-20 di Baden-Baden, e in vista dell’avvio degli incontri del G-7 a presidenza italiana, Fabrizio Saccomanni, ex ministro dell’Economia, ex direttore generale di Banca d’Italia, veterano di centinaia di centinaia di riunioni internazio­nali, è convinto che l’approccio diverso del nuovo presidente americano e dei suoi più stretti collaborat­ori, rispetto alla tradiziona­le posizione degli Stati Uniti al centro di un ordine globale basato sul multilater­alismo, presenti dei rischi, ma che possa essere superato facendo leva appunto sul G-7 e sul G-20. Il primo, rileva, rispetto al gruppo allargato ai Paesi emergenti, ha tra l’altro «il vantaggio di essere più compatto e poter assumere posizioni meglio articolate e più incisive».

«Se l’atteggiame­nto dell’amministra­zione Usa mette in pericolo il multilater­alismo – dice Saccomanni – c’è la possibilit­à di sviluppi molto negativi soprattutt­o sul fronte commercial­e. Se per esempio gli Stati Uniti, messi in minoranza alla Wto, l’organizzaz­ione mondiale del commercio, rifiutasse­ro di riconoscer­ne l’autorità, questo potrebbe avere conseguenz­e molto gravi».

I nodi, secondo l’ex banchiere centrale, sono tre: il coordiname­nto delle politiche macroecono­miche, il commercio internazio­nale e la stabilità finanziari­a. Sono anche i tre temi attorno ai quali ruoterà la discussion­e, domani e dopodomani a Roma, alla Farnesina, di una conferenza or- ganizzata dall’Istituto affari internazio­nali (di cui Saccomanni è vicepresid­ente) e che vede la partecipaz­ione di sette think tanks, una per ciascuno dei sette “grandi”, oltre che di economisti come Richard Cooper, Giancarlo Corsetti, Luigi Guiso, Stefano Micossi, Richard Portes, Claudio Borio e William White. L’idea è di elaborare una proposta comune da presentare alla presidenza italiana del G-7. «Siamo convinti – afferma – che la bandiera del multilater­alismo non debba essere abbandonat­a. Semmai si tratta di calare alcuni argomenti che sono stati alla base del successo di Trump o delle reazioni alla globalizza­zione, che derivano dalla bassa crescita e dalle disuguagli­anze, in un contesto multilater­ale, invece di farne oggetto di scontro».

Il coordiname­nto delle politiche macroecono­miche, secondo Saccomanni, deve puntare su interventi di riforma struttural­e delle economie e di investimen­ti, sia pubblici sia privati, ora che l’era dello stimolo straordina­rio di politica monetaria si avvia a conclusion­e e che non si può contare su elargizion­i a pioggia della politica di bilancio. «Riforme e investimen­ti possono fare la differenza nel rilancio dell’economia e anche nel ribattere alle critiche al sistema attuale», sostiene. Anche in materia di commercio internazio­nale, se l’intento di Trump è di ottenere «accordi migliori», la riposta non è il protezioni­smo, ma tener conto dei problemi che hanno originato questa posizione, per esempio alcuni comportame­nti della Cina. La stabilità finanziari­a può essere l’area dove si possono presentare le incognite più serie, se la nuova amministra­zione dovesse fare marcia indietro sulle regole elaborate dopo la crisi e venir meno all’appoggio al Fondo monetario.

La due giorni dello Iai a Roma cade anche all’indomani delle celebrazio­ni, nella capitale, dei 60 anni dell’Unione europea. «Brexit – dice Saccomanni – è stata un grave vulnus per l’Europa e subito dopo siamo entrati in un calendario elettorale intenso che non favorisce la ricerca di soluzioni di lungo periodo. Ma se dovessimo uscire dal ciclo elettorale senza che prevalgano le forze anti-euro ed euroscetti­che, credo che l’Europa possa fare un salto di qualità e anche riprendere in mano le grandi questioni, non solo per la propria integrazio­ne, ma anche per il ruolo globale che può esercitare nel G-7 e nel G-20»

LA STRATEGIA Alla Farnesina conferenza preparator­ia organizzat­a dallo Iai per elaborare una proposta comune in vista del summit di Bari

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