Il Sole 24 Ore

Scuderie azioniste nel futuro del Circus

- M. Bel.

pLa Formula 1 è da poco diventata americana, e presto potrebbe vivere un’altra rivoluzion­e con l’ingresso dei team nel capitale e nella governance.

Il Circus è stata acquistato dal gruppo Liberty Media dopo una complessa operazione conclusa lo scorso gennaio con una transazion­e di 4,4 miliardi di dollari e una valutazion­e di otto miliardi di dollari (enterprise value). La Formula 1 appartenev­a alla Formula One Group inglobata nella Delta Topco, proprietar­ia a sua volta dei diritti commercial­i delle gare. Nella Formula One Group il socio di maggioranz­a, col 35,5%, era Cvc, fondo britannico d’investimen­to, che ha ceduto appunto a Liberty il 100% delle sue quote.

La nuova proprietà intende rilanciare il prodotto automobili­stico sfruttando il proprio knowhow. Liberty, fondata nel 1991, è infatti un impero controllat­o da John Malone (secondo Forbes tra i 200 uomini più ricchi al mondo), i cui interessi spaziano dallo sport, con la squadra di baseball Atlanta Braves, a media, come Time Warner, Viacom e Discovery Communicat­ions, leader dell’intratteni­mento globale. La Formula 1 dovrà essere sempre più avvincente e globale. Per rafforzare le sinergie con i team Liberty vorrebbe favorire il loro ingresso nell’azionariat­o. «Alcuni team hanno espresso un interesse nell’investire», ha spiegato infatti Chase Carey, nuovo chair- man di Formula One Group.

Pe ora l’ipotesi è al vaglio dei board di Ferrari, Red Bull, Mercedes e McLaren. Lo scorso febbraio Sergio Marchionne, presidente del Cavallino, ha ammesso che Ferrari ha «iniziato a esplorare l’opportunit­à». Anche se non si tratta solo di una questione legata a un investimen­to finanziari­o. «Una volta che ci sarà chiarezza sulle condizioni post 2020 - ha aggiunto

L’OPERAZIONE Liberty Media ha concluso lo scorso gennaio l’acquisto del circuito con una transazion­e di 4,4 miliardi di dollari

Marchionne - quando scadrà il Patto della Concordia che regola il trattament­o economico delle scuderie e su cosa Ferrari potrebbe ottenere dal suo coinvolgim­ento nelle attività della Formula 1, sarà molto più facile decidere se vogliamo partecipar­e. C’è molto spazio di crescita e, se gestito bene, questo business può garantire compensi per ogni investitor­e. Non possiamo continuare a impegnarci in uno sport che ha una audience in calo per molti motivi. Dobbiamo rendere nuovamente popolare questo sport».

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