Metempsicosi di virtù industriali
Riattualizzare il codice olivettiano dell’estetica e della bellezza, calandolo sulle forme e nei concetti della nuova modernità, rappresentata dalle stampanti a tre dimensioni e dai telefoni fissi di ultima generazione. È l’obiettivo dell’Olivetti Design Contest, l’iniziativa che la Olivetti propone ai giovani talenti dell’industrial design italiano e europeo. I quarantuno progetti – nella versione dell’idea preliminare – sono stati consegnati entro lo scorso 30 gennaio a una giuria tecnica dagli studenti di sette istituti ( Domus Academy, Easd di Valencia, Ied Roma, Ied Milano, Politecnico di Torino, Rome University of Fine Arts e Naba) . Superato questo primo step, che ha comportato anche suggerimenti e consigli da parte dei valutatori, i lavori definitivi andranno presentati entro il 20 marzo alla giuria presieduta da Luca Cordero di Montezemolo e composta, fra gli altri, dalla direttrice del Triennale Design Museum Silvana Annicchiarico. La giuria sceglierà il vincitore il 28 marzo. « L’idea di fondo – spiega Andrea Granelli, presidente dell’Associazione Archivio Storico Olivetti e membro della giuria – è quella di una rivisitazione non nostalgica dei valori olivettiani. Una rivisitazione che deve essere un racconto ispirativo, in grado di fertilizzare con l a cifra della storia olivettiana l’identità e l’immagine di due prodotti così centrali negli uffici e nello sviluppo economico e sociale di oggi » . La stampante a tre dimensioni è l’espressione più facilmente comprensibile e visibile di due fenomeni complementari come la Industry 4.0 e l’Internet of things, le due declinazioni – europea e americana – della rivoluzione industriale, organizzativa e tecnologica che sta cambiando tutto nel rapporto fra laboratorio di progettazione e linea produttiva, impresa e mercato finale. Il telefono da ufficio – grazie al collegamento alle reti e alla voce che corre su internet – sta vivendo una nuova stagione di centralità, dopo essere stato uno dei simboli prima dello sviluppo e del benessere del Novecento e poi della terziarizzazione delle economie occidentali, che dagli anni Ottanta in avanti hanno visto la prevalenza degli uffici sulle fabbriche. Diversi studenti delle scuole che partecipano all’iniziativa sono stati ospiti dell’Archivio Storico Olivetti e a Ivrea hanno potuto curiosare fra i bozzetti e le tavole dei progetti, fra i prodotti e le affiche pubblicitarie. Il milieu storico di riferimento è dunque quello dell’impresa che - fra la sede principale di Ivrea e la Milano dove a lungo sono state concentrate le attività estetico- creative - ha potuto contare sulle collaborazioni di Marcello Nizzoli e Giovanni Pintori, Marco Zanuso e Ettore Sottsass, Mario Bellini e Michele De Lucchi. « La tradizione e l’innovazione – sottolinea Federica Moroni, vice president di Olivetti per le relazioni istituzionali e esterne e membro della giuria - vanno vissute sempre come un binomio, mai come una dicotomia. Questa regola aurea vale tanto più nel caso del perimetro delle cose e dei significati, della corporate identity e dei talenti rappresentato dal passato, dal presente e dal futuro del codice culturale olivettiano » .