Chiarezza sull’Italicus
Si dice siano “misteri” – ci riferiamo alle bombe della strategia della tensione, da quella di Piazza Fontana del 1969 a quella di Bologna del 1980 – ma “misteri” non sono, per chi ha la pazienza di leggere le carte processuali e le sentenze. È il caso della strage del treno “Italicus”, avvenuta a San Benedetto Val di Sambro, in una galleria alle porte di Bologna. Nella notte tra il 3 e il 4 agosto del 1974 una bomba esplose nella quinta vettura del convoglio diretto a Monaco di Baviera, causando la morte di 12 persone e il ferimento di 48. Nel poderoso Italicus (Castelvecchi, 422 pagg., 23, 50 euro), a cura di Paolo Bolognesi e Roberto Scardova, quell’attentato viene analizzato e ricostruito in ogni singolo dettaglio, arrivando alla conclusione – fatti alla mano – che dietro alla strage ci fosse una struttura clandestina di Ordine Nuovo, gruppo terroristico neofascista. Quella stessa matrice gli autori ravvisano, sia pure con ramificazioni nei servizi segreti deviati e nella P2, nella altre tre stragi del 1974, non a caso definito «l’anno delle quattro stragi» (oltre all’Italicus, ci furono la strage di Brescia e quelle gravi ma non riuscite a Vaiano e Silvi Marina). Tra le tante storie tristi dell’Italicus, merita un ricordo eterno quella di Silver Sirotti, ferroviere venticinquenne che si gettò eroicamente, solo con un estintore in mano, nella vettura appena esplosa, perdendo la vita tra le fiamme nel disperato tentativo di salvare una delle vittime.