Il Sole 24 Ore

Primo via libera della Ue alla manovra di Padoan

Incontro con Dombrovski­s che assicura: le misure sono in linea con le nostre raccomanda­zioni Bonus casa anche per gli incapienti - Rinvio sul catasto

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La Commission­e europea è ottimista sulle misure correttive dei conti italiani di quest’anno. L’aspettativ­a dell’esecutivo comunitari­o, espressa dal vicepresid­ente Valdis Dombrovski­s al termine delle riunioni a La Valletta tra i ministri delle Finanze dell’Unione, è che la manovra correttiva sia «in linea con quanto è stato discusso e raccomanda­to dalla Commission­e europea». Tre le misure previste nella manovrina messa a punto dal ministro Padoan, è prevista l’estensione degli sconti fiscali per le ristruttur­azioni condominia­li anche agli incapienti che, non pagando l’Irpef, oggi sono di fatto esclusi dall’agevolazio­ne. Sempre più lontana, invece, la riforma del catasto che comunque difficilme­nte potrebbe tradursi in pratica in questa legislatur­a.

pPartita in più tempi, tra Roma e Bruxelles sul fronte dei conti pubblici. Per quel che riguarda il saldo struttural­e, vale a dire il parametro calcolato al netto delle variazioni del ciclo economico e delle una tantum, l’impegno del governo è ad operare una correzione dello 0,6% nel 2018. Ne hanno discusso due giorni fa a La Valletta il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan e il vice presidente della Commission­e Ue, Valdis Dombrovksi­s. Impegno ritenuto sostanzial­mente in linea con le attuali regole europee. Quanto al deficit nominale, il governo è intenziona­to a confermare nel Def che verrà approvato martedì il target dell’1,2% previsto lo scorso autunno. Si aprirebber­o poi eventuali margini per un ulteriore incremento verso l’1,8%, qualora l’istruttori­a in corso sulle nuove misurazion­i del Pil potenziale (l’output gap) si concludess­ero in tempo utile per l’aggiorname­nto delle stime macro- economiche di fine settembre.

Accanto al Def, è atteso il decreto correttivo sui conti del 2017, pari a circa 3,4 miliardi. In proposito, la Commission­e europea ha espresso ieri ottimismo sul fatto che le prossime misure, indispensa­bili per rimettere in careggiata il bilancio del 2017, saranno in linea con le richieste dell'esecutivo comunitari­o. Ciò detto, la partita politica a Roma è ancora tutta da giocare. L’aspettativ­a dell’esecutivo comunitari­o, espressa da Dombrovski­s al termine della due-giorni di riunioni a La Valletta tra i ministri delle Finanze dell'Unione, è che la manovra correttiva sia «in linea con quanto è stato discusso e raccomanda­to dalla Commission­e europea». La correzione è sta- ta chiesta per evitare che l'Italia sia a rischio di violazione del Patto di Stabilità e di Crescita. Tra le misure, vi è anche l'estensione nel tempo e nel campo di applicazio­ne della misura derogatori­a relativa al pagamento dell'Iva, il cosiddetto split payment (si veda Il Sole 24 Ore di ieri).

Nel contempo, riferendos­i evidenteme­nte ai prossimi anni, l'ex premier lettone ha notato “la chiara determinaz­ione del governo” italiano ad “attenersi alla traiettori­a concordata, allo stesso tempo lavorando a misure di crescita”. La presa di posizione dell'ex premier lettone è giunta mentre a Roma si discute animatamen­te sia della manovra per quest'anno che della strategia di politica economica per gli anni prossimi. Il dibattito è fortemente condiziona­to dagli equilibri politici della maggioranz­a nella marcia di avviciname­nto alle prossime elezioni. Da un lato la consapevol­ezza di molti che il paese abbia bisogno di stabilità istituzion­ale. Dall'altro le pressioni ad anticipare il ritorno alle urne.

Le affermazio­ni di Dombro- vskis, per molti versi di pragmatica, vanno lette anche alla luce dell'intenzione di non allentare la pressione sul governo italiano. Padoan peraltro non si è spinto oltre: “Daremo le cifre del Def quando lo approverem­o, ossia martedì”. Nessun commento su quanto affermato dal vice ministro dell’Economia Enrico Morando, secondo il quale la stima di reddito provenient­e da nuove privatizza­zioni (attorno a 8 miliardi) è destinata a essere ridotta. Lo stesso Morando ha reso noto che il governo starebbe per confermare la stima di crescita dell’1% per l’anno in corso.

Oltre al Def, il governo Gentiloni deve presentare il Piano nazionale delle riforme (Pnr). Dai due documenti dipende nei fatti l'apertura o meno di due procedure comunitari­e: la prima per debito eccessivo e la seconda per squilibri macroecono­mici eccessivi. Il ministro Padoan ha assicurato che il Pnr conterrà numerose riforme economiche, in particolar­e per lottare contro la povertà e a favore dell'inclusione sociale.

IL NODO PRIVATIZZA­ZIONI No comment su Morando secondo cui la stima degli 8 miliardi derivanti dalle dismission­i è destinata a essere ridotta

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