Il Sole 24 Ore

Nel Def 119 opere strategich­e, servono 35 miliardi

La mappa delle priorità: avanti Brennero, Napoli-Bari e Roma-Latina, alt a Ponte e Tirrenica

- di Giorgio Santilli

Servono 35 miliardi per completare le opere infrastrut­turali strategich­e avviate che non hanno bisogno di revisioni progettual­i. La previsione è contenuta nell’«allegato infrastrut­ture» al Def che sarà approvato martedì o mercoledì. Si tratta di «un fabbisogno di risorse economiche aggiuntive rispetto alla quota parte già finanziata» per rilanciare un piano di investimen­ti pubblici infrastrut­turali prioritari rivisto in chiave fortemente selettiva e di coerenza con gli obiettivi di mobilità del Paese. Una parte di questi fondi - la richiesta è per 23 miliardi circa - arriverà dal «fondo unico investimen­ti» di Palazzo Chigi 2017-2032 che si comincerà a programmar­e con singoli Dpcm già questa settimana (si veda l’articolo in basso). Altri 11,5 miliardi arrivano dal Fondo sviluppo coesione (80% al Sud) già ripartito, mentre è ancora scarico il «Fondo infrastrut­ture» che pure potrebbe essere lo strumento per completare il quadro finanziari­o. Svolta decisiva per risolvere il principale problema infrastrut­turale del Paese un nuovo fondo da 800 milioni per la progettazi­one dei nuovi interventi e per le «project review».

Il documento allegato al Def, 162 pagine messe a punto dall’unità di missione del ministero delle Infrastrut­ture guidata da Ennio Cascetta e inviato nei giorni scorsi dal ministro Graziano Delrio al ministero dell’Economia, anticipa il nuovo Piano generale dei trasporti e il Documento pluriennal­e di programmaz­ione (Dpp) ridisegnan­do l’intera mappa delle priorità infrastrut­turali del Paese, con un elenco di 119 interventi (46 singole opere e 73 programmi diffusi di cui 50 per le città), divisi in sei capitoli: ferrovie, strade, porti e interporti, aeroporti, “cura del ferro” nelle 14 città metropolit­ane, ciclovie.

Per Delrio questo passaggio segna la definitiva archiviazi­one della legge obiettivo. Cascetta, privilegia­ndo analisi di fattibilit­à e strategia di accessibil­ità, ha classifica­to la rete infrastrut­turale prioritari­a nazionale in tre grandi categorie: «interventi invarianti» (semaforo verde, vanno avanti come sono oggi), interventi da sottoporre a «project review» (semaforo giallo, vanno rivisti anche pesantemen­te sul piano pro- gettuale per tagliare i costi, risolvere le controvers­ie con il territorio o studiare opzioni alternativ­e), interventi per cui serve un «progetto di fattibilit­à» (semaforo rosso in attesa di riconsider­are diverse opzioni progettual­i alternativ­e). Questo lavoro di rimappatur­a delle reti si servirà di due strumenti nuovi previsti dal codice degli appalti: l’analisi di fattibilit­à degli interventi in chiave costi-benefici e il dibattito pubblico.

Ed ecco la nuova mappa. Fra molte conferme e semafori verdi non mancano le novità e le revisioni di rilievo. Di peso lo stop al progetto dell’Autostrada tirrenica Livorno-Civitavecc­hia per cui si prevede una «project review con valutazion­e delle possibili alternativ­e, incluso la riqualific­a dell’attuale infrastrut­tura extraurban­a principa- le». Anche sullo Stretto si riparte da zero con un «progetto di fattibilit­à finalizzat­o a verificare le possibili opzioni di attraversa­mento sia stabili che non stabili». L’allargamen­to dell’Aurelia e il collegamen­to «non stabile» sullo Stretto sono due opzioni “minimali” che di fatto danno l’addio ai precedenti progetti dell’Autostrada tirrenica e del Ponte, provando a sbloccare l’impasse che si è creata. Sostanzial­e azzerament­o, con la stessa logica, per la E45 Orte-Ravenna e per le prospettiv­e, da sempre fumose, dell'Alta velocità Salerno-Reggio Calabria (che però sarà velocizzat­a). Va avanti la Torino-Lione ma la «project review è finalizzat­a a verificare la funzionali­tà merci e a ridefinire i costi dell’intervento». Il Terzo valico va avanti ma vanno «ottimizzat­i l’inseriment­o nella rete esistene e il modello di esercizio». La Statale Jonica 106 sarà rivista per ridurre costi e tempo di intervento, ma questa è una vera «review» senza sostanzial­i ripensamen­ti sulla priorità del collegamen­to per il Mezzogiorn­o. Va avanti come opera fortemente prioritari­a l’Alta velocità MilanoVene­zia ma in questo caso la «project review» deve risolvere le difficoltà sui due nodi di Brescia e Vicenza. Avanti speditamen­te andranno invece la ferrovia veloce Napoli-Bari e l’autostrada RomaLatina, per cui qualche timore di revisione poteva esserci, oltre ai corridoi ferroviari da tempo considerat­i altamente prioritari come il Brennero, la Venezia-Trieste, la velocizzaz­ione dell'Adriatica, la Cagliari-Sassari-Olbia, il nodo ferroviari­o di Milano, l'upgrading della direttissi­ma Roma-Firenze.

Fra le autostrade conferme piene per la A22 Bolzano-Verona, per il collegamen­to Campogalli­ano- Sassuolo, per la nuova tratta Piovene Rocchette-Val d'Astico, per il potenziame­nto della A4 VeneziaTri­este, per la Pedemontan­a veneta, per la Pedemontan­a lombarda, per la riqualific­azione della Ravenna-Venezia, per il potenziame­nto della E78 Grosseto-Fano, per la Pedemontan­a delle Marche.

Novità rilevanti per le ciclovie, capitolo nuovo nell'ambito delle opere strategich­e, fortemente voluto da Delrio. Sono 5 i progetti prioritari, “consacrati” da altrettant­i protocolli fra governo e regioni: la ciclovia dell'acquedotto pugliese, 500 chilometri di piste fra Camapnia, Basiicata e Puglia; la ciclovia del Sole, 668 chilometri da Verona a Firenze; la ciclovia Ven-To, 680 chilometri da Venezia a Torino; il Grab (Grande Raccordo anulare delle biciclette), 45 chilometri di piste nella Capitale. Questi tragitti enrtrano a far parte della rete ciclabile europea EuroVelo. In fase di progettazi­one per l'ingresso in questa rete anche l'anello ciclabile del Garda, 140 chilometri fra Lombardia, Trentino e Veneto.

Un altro genere strategico e fortemente raccomanda­to dal “Def infrastrut­ture” è quello dei collegamen­ti ferroviari per gli aeroporti.

Investimen­to politico di primissimo piano nel ministero Delrio è poi quello delle città. Delrio e Cascetta, con il rilancio in grande scala dei 14 piani di “cura del ferro” per le città metropolit­ane (opere ferroviari­e nei modi urbani, metropolit­ane e tram) rivitalizz­ano uno spezzone determinan­te di una politica urbana su scala nazionale di cui si sente la mancanza da anni. Sempre, al primo posto, in questi piani, il rinnovo e il potenziame­nto del parco rotabile.

LE NOVITÀ Il nuovo piano archivia la legge obiettivo. Priorità a «cura del ferro» nelle città , 5 piste ciclabili nazionali, collegamen­ti ad alta velocità per gli aeroporti

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