Crisi siriana, dopo l’attacco aereo Trump invia Tillerson a Mosca Corea del Nord: avanti con l’atomica
La Corea del Nord ribatte agli Usa: «Dopo l’attacco a Damasco avanti con l’atomica»
Il Segretario di Stato americano, Rex Tillerson, sarà a Mosca la prossima settimana per tentare di ricucire i rapporti tra i due Paesi all’indomani della rappresaglia aerea in Siria. Intanto, la Corea del Nord ha definito «imperdonabile» la rappresaglia americana che dimostrerebbe - secondo Pyongyang come la scelta di sviluppare armi atomiche «sia giusta».
pStrappo e “reset” di Donald Trump con la Russia saranno rapidamente messi alla prova: il Segretario di Stato Rex Tillerson è in arrivo a Mosca la prossima settimana per incontri con un’alta posta in gioco. Trattare se e come ricucire i rapporti, rivendicando nuove posizioni di forza all’indomani della contrapposizione esplosa con lo scontro sulla Siria. Non solo: il plenipotenziario della diplomazia americana vuole chiedere conto al governo di Vladimir Putin dell’Ucraina e di violazioni ai trattati sul disarmo nucleare.
Tillerson - a Mosca da martedì dopo il G-7 degli ministri degli Esteri a Lucca per incontrare Sergey Lavrov, numero due di Vladimir Putin - ha indossato panni di primattore smettendo quelli di comparsa ai margini dell’amministrazione. La svolta siriana, con la rappresaglia contro la base aerea di Damasco da dove erano partiti attacchi chimici e la risposta del Cremlino che ha spedito nella regione navi e armamenti e sospeso la cooperazione militare, l’ha trasformato in grande emissario di Trump. Un ruolo già tenuto a battesimo in queste ore: ha fatto cancellare al collega britannico Boris Johnson un parallelo viaggio a Mosca e orchestrato interventi televisivi insoliti per lui, tra i più schivi in pubblico.
Washington ha alzato il tiro in quello che finora era il rapporto bilaterale più delicato, all’om- bra dello scandalo delle interferenze di Mosca nelle elezioni americane a favore proprio di Trump. Ha indicato che l’attacco in Siria è isolato, ma l’ambasciatrice all’Onu Nikki Haley ha precisato che gli Stati Uniti «sono pronti a fare di più». Il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha aggiunto che sono allo studio nuove sanzioni. Con la missione di Tillerson, la Casa Bianca vuole ora suggerire a Mosca che le relazioni possono essere sanate da rivisti impegni.
La stessa rappresaglia americana, agli occhi della Casa Bianca, ha in realtà lasciato spiragli aperti. È considerata più un serio avvertimento che una nuova strategia, che rischierebbe di complicare gli scenari anche in Iran e Iraq. Mosca era stata avvertita un’ora prima. E nella base aerea siriana di al-Shayrat sono stati colpiti una ventina di aerei, non le piste adesso nuovamente operative. Tanto che la città devastata dal gas nervino Sarin, Khan Sheikhoun, è stata ieri nuovamente bombardata dai siriani subendo decine di vittime.
Washington, tuttavia, sta indagando su possibili complicità russe nell’assalto chimico. E la combinazione del nuovo atteggiamento duro con la visita di Tillerson vorrebbe stabilire anche un nuovo paradigma di determinazione per tutte le crisi gobali, a cominciare dalla Corea del Nord e dal suo alleato cinese. Pyongyang ha definito «imperdonabile» la rappresaglia americana in Siria, indicando che mostra come la propria scelta di sviluppare armi atomiche «sia giusta». Ma dal vertice con il presidente della Cina Xi Jinping, i collaboratori di Trump sono usciti citando progressi seppur modesti, sia economici (cento giorni di negoziati commerciali) che nella “cooperazione” per neutralizzare Pyongyang.
IL CONTENZIOSO Il plenipotenziario della diplomazia americana vuole chiedere conto a Putin dell’Ucraina e di violazioni ai trattati sul disarmo nucleare