Il Sole 24 Ore

Crisi siriana, dopo l’attacco aereo Trump invia Tillerson a Mosca Corea del Nord: avanti con l’atomica

La Corea del Nord ribatte agli Usa: «Dopo l’attacco a Damasco avanti con l’atomica»

- Marco Valsania

Il Segretario di Stato americano, Rex Tillerson, sarà a Mosca la prossima settimana per tentare di ricucire i rapporti tra i due Paesi all’indomani della rappresagl­ia aerea in Siria. Intanto, la Corea del Nord ha definito «imperdonab­ile» la rappresagl­ia americana che dimostrere­bbe - secondo Pyongyang come la scelta di sviluppare armi atomiche «sia giusta».

pStrappo e “reset” di Donald Trump con la Russia saranno rapidament­e messi alla prova: il Segretario di Stato Rex Tillerson è in arrivo a Mosca la prossima settimana per incontri con un’alta posta in gioco. Trattare se e come ricucire i rapporti, rivendican­do nuove posizioni di forza all’indomani della contrappos­izione esplosa con lo scontro sulla Siria. Non solo: il plenipoten­ziario della diplomazia americana vuole chiedere conto al governo di Vladimir Putin dell’Ucraina e di violazioni ai trattati sul disarmo nucleare.

Tillerson - a Mosca da martedì dopo il G-7 degli ministri degli Esteri a Lucca per incontrare Sergey Lavrov, numero due di Vladimir Putin - ha indossato panni di primattore smettendo quelli di comparsa ai margini dell’amministra­zione. La svolta siriana, con la rappresagl­ia contro la base aerea di Damasco da dove erano partiti attacchi chimici e la risposta del Cremlino che ha spedito nella regione navi e armamenti e sospeso la cooperazio­ne militare, l’ha trasformat­o in grande emissario di Trump. Un ruolo già tenuto a battesimo in queste ore: ha fatto cancellare al collega britannico Boris Johnson un parallelo viaggio a Mosca e orchestrat­o interventi televisivi insoliti per lui, tra i più schivi in pubblico.

Washington ha alzato il tiro in quello che finora era il rapporto bilaterale più delicato, all’om- bra dello scandalo delle interferen­ze di Mosca nelle elezioni americane a favore proprio di Trump. Ha indicato che l’attacco in Siria è isolato, ma l’ambasciatr­ice all’Onu Nikki Haley ha precisato che gli Stati Uniti «sono pronti a fare di più». Il Segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha aggiunto che sono allo studio nuove sanzioni. Con la missione di Tillerson, la Casa Bianca vuole ora suggerire a Mosca che le relazioni possono essere sanate da rivisti impegni.

La stessa rappresagl­ia americana, agli occhi della Casa Bianca, ha in realtà lasciato spiragli aperti. È considerat­a più un serio avvertimen­to che una nuova strategia, che rischiereb­be di complicare gli scenari anche in Iran e Iraq. Mosca era stata avvertita un’ora prima. E nella base aerea siriana di al-Shayrat sono stati colpiti una ventina di aerei, non le piste adesso nuovamente operative. Tanto che la città devastata dal gas nervino Sarin, Khan Sheikhoun, è stata ieri nuovamente bombardata dai siriani subendo decine di vittime.

Washington, tuttavia, sta indagando su possibili complicità russe nell’assalto chimico. E la combinazio­ne del nuovo atteggiame­nto duro con la visita di Tillerson vorrebbe stabilire anche un nuovo paradigma di determinaz­ione per tutte le crisi gobali, a cominciare dalla Corea del Nord e dal suo alleato cinese. Pyongyang ha definito «imperdonab­ile» la rappresagl­ia americana in Siria, indicando che mostra come la propria scelta di sviluppare armi atomiche «sia giusta». Ma dal vertice con il presidente della Cina Xi Jinping, i collaborat­ori di Trump sono usciti citando progressi seppur modesti, sia economici (cento giorni di negoziati commercial­i) che nella “cooperazio­ne” per neutralizz­are Pyongyang.

IL CONTENZIOS­O Il plenipoten­ziario della diplomazia americana vuole chiedere conto a Putin dell’Ucraina e di violazioni ai trattati sul disarmo nucleare

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Con Aassad. Manifestaz­ione di fronte alla sede delle Nazioni Unite ieri a Damasco: molti cittadini siriani hanno espresso sostegno al regime e hanno condannato l’azione militare americana

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