Telecom, tre candidati per la presidenza
Più candidati per la presidenza Telecom. È questo lo scenario che si prospetta e che lascerà fluida la situazione fino almeno all’assemblea del 4 maggio che dovrà rinnovare il consiglio. Vivendi che deve ancora scoprire le carte – la lista sarà presentata solo oggi in serata – ha più di un fronte aperto nella partita che si intreccia con quel- la di Mediaset e guadagnare tempo per scelte che potrebbero essere condizionanti sembra essere un’opzione da non scartare. Così l’ipotesi maturata nelle ultime ore sarebbe quella di proporre più di un nome potenzialmente candidabile al vertice. Poi a nominare il presidente sarà il nuovo board, se – come precisa lo stesso statuto della società – non ha già provveduto a riguar- do direttamente l’assemblea.
È già successo in passato - e proprio con il primo incarico conferito a Recchi - che il vertice fosse nominato direttamente dall’assemblea. È successo tre anni fa quando l’azionista di riferimento era ancora Telco, che però era finita in minoranza rispetto ai fondi. Assogestioni aveva presentato per il consiglio una lista “corta” finalizzata a coprire solo i posti riservati alla minoranza. Telco, da parte sua, con il meccanismo del voto di lista era riuscita a piazzare solo i primi tre candidati, gli altri nomi erano comunque usciti da lì, ma con l’elezione diretta in assemblea. E il presidente, anzichè dal consiglio, era stato nominato dall’adunanza dei soci perchè la Findim di Marco Fossati, allora azionista con una quota intorno al 5%, aveva chiesto di porre la questione all’ordine del giorno, presentando a sua volta un candidato per la carica (Vito Gamberale).
Questa volta, però, non ci sono più i tempi tecnici per proporre l’integrazione dei punti all’ordine del giorno dell’assemblea. È certo quindi che sarà il nuovo consiglio a conferire cariche e deleghe ed è presso- chè scontato che la maggioranza dei due terzi del board sarà in mano a Vivendi, anche se quest’ultima dovesse finire in minoranza in assemblea. Infatti non sono attese altre liste, oltre a quella già depositata di Assogestioni che, in previsione di un cda che scenderà a 15 componenti, ha proposto cinque nomi per i posti riservati alla minoranza. Si tratta di due conferme (Lucia Calvosa e Francesca Cornelli) e di tre new entry (Dario Frigerio, Danilo Vivarelli e Ferruccio Borsani). Nessuno degli eletti dei fondi però può assumere cariche societarie.
Dunque le carte le servirà comunque l’azionista di riferimento. È convenzione che il primo nome della lista sia quello del designato alla presidenza. A meno che Vivendi scelga di seguire l’ordine alfabetico, è probabile che sia il ceo della media company transalpina, Arnaud De Puyfontaine, a guidare la lista dell’azionista di maggioranza relativa che su Telecom ha inve- stito più di 3 miliardi. Ma, a quanto risulta, ci sarà anche Recchi nell’elenco. La candidatura francese per la carica più alta dell’incumbent tricolore ha sollevato qualche perplessità. Lo stesso presidente Consob, Giuseppe Vegas - che ha un dossier aperto sul tavolo circa il ruolo dei francesi in Telecom - ha definito «non irrilevante» l’eventualità di una presidenza De Puyfontaine. In una situazione ancora fluida, non si può nemmeno escludere in assoluto che alla fine la scelta possa cadere su un terzo nome.